Home Interviste Brezis Vol. I è il nuovo album dei Whiteshark: la nostra intervista

Brezis Vol. I è il nuovo album dei Whiteshark: la nostra intervista

by Emanuele Faraci
whiteshark intervista

Scritto dai Whiteshark, (Simone e Daniele), BREZIS VOL. 1 è un progetto che prende il nome dallo slang con cui vengono identificati i fan del duo. L’album, incentrato sulla voglia di rivalsa, contiene 10 tracce, tra cui i tre singoli usciti nei mesi scorsi: “Stavolta No”, “Non Risponderò” e “Cachet”. I due ragazzi della provincia milanese si muovono tra sonorità rap, trap e pop, strizzando l’occhio anche alla dance e al raggaeton.  Noi li abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del primo disco d’esordio.

Chi sono i Whiteshark?

L’idea del nome è presa dalla fame, dalla costanza e dalla determinazione con cui inseguono i loro obiettivi perché lo “squalo bianco”, uno dei predatori più forti al mondo, non dorme mai. Inoltre hanno iniziato a identificare i loro fan con lo slang “BREZIS“, un nome nato quasi per caso durante una serata e insieme a loro stanno costruendo la “Brezis family”. Daniele Scavetta, in arte “Scave”, e Simone Filipazzi, in arte “Simoroy”, insieme formano il gruppo “WHITESHARK”. Si conoscono per la prima volta a un contest live di Milano e successivamente si rincontrano in uno studio di registrazione a Muggio (MB) per puro caso. Dopo un po’ di featuring reciproci con i nomi d’arte Scave e Simoroy nel 2018 decidono di formare il gruppo WHITESHARK esordendo con un EP di 4 tracce dal titolo “Quanto Basta” condito da due videoclip: “Muovilo” e “Non fa per me”. Successivamente escono vari altri singoli, tra cui “Accelera” in collaborazione con il rapper Vacca. Nel frattempo iniziano a girare per l’Italia aprendo eventi importanti come il concerto di Shiva al Carroponte davanti a 3000 persone e partecipando, di recente, alle campagne di sensibilizzazione di Wall Of Dolls, Onlus ideata da Jo Squillo.

L’intervista a Simone e Daniele

Finalmente il vostro primo disco dopo tanta fatica e duro lavoro. Siete soddisfatti del lavoro che è venuto fuori? Come è nato questo disco?

Questo disco è nato man mano… Quando abbiamo iniziato a farlo era il 2019 e man mano che scrivevamo le tracce si creava sempre di più questa sintonia con uno stesso filo conduttore. Abbiamo capito che si poteva creare un bel progetto e da allora abbiamo iniziato a lavorare finendo poi nel 2020. Successivamente con il lockdown abbiamo capito come tirar fuori il disco, che sarebbe dovuto uscire prima, ma abbiamo preferito organizzarci meglio e lo abbiamo pubblicato lo scorso 17 giugno.

Qual è stato il momento più difficile e quale quello invece più soddisfacente per voi in fase di creazione del disco?

Sicuramente il momento più soddisfacente è stato quando il disco è uscito, perché è come aver messo al mondo un figlio. Ogni cosa che registri, ogni cosa che scrivi è sempre un lavoro e sacrificio che fai, dietro ci sono sempre emozioni e sensazioni. Il momento più difficile è stato quando abbiamo dovuto consegnarlo, perché è stato un lavoro lungo ma siamo contenti perché abbiamo fatto quello che volevamo e che ci aspettavamo dato che è andato tutto secondo i piani. Nonostante tutte le problematiche, le gioie e le emozioni, è stato un bel percorso e abbiamo dato vita ad un bel disco

Brezis, oltre a essere il titolo del disco, è anche il nome dei vostri fans. Da dove nasce questo nome?

Proprio per dar valore a chi ci ascolta e ci supporta, abbiamo deciso di dare questo nome perché ci sembrava la cosa più giusta e più originale da fare ed anche perché penso che non credo ci siano artisti che abbiano mai fatto una cosa del genere. Il termine Brezis è nato per gioco ad una serata in cui c’erano dei ragazzi un po’ alticci che pronunciavano questa parola… Non sono sicuro in realtà fosse precisamente Brezis, ma non appena abbiamo sentito urlare questo coro mentre noi eravamo sul palco abbiamo pensato che questa parola potesse funzionare e abbiamo scelto di farci uno slogan.

whiteshark intervista

Inoltre il titolo disco presuppone che ci sia in futuro un Volume 2 di questo progetto?

Sì sicuramente, e ti spiego anche come abbiamo pensato Brezis Vol.1. Noi in futuro non faremo solo dischi con questo titolo, ma faremo altri album con altri titoli e altri concept. Il disco con il titolo Volume 1,2,3 lo possiamo utilizzare di getto nei “momenti morti” o “di meno impegno” (anche se in realtà ci impegniamo sempre). È come fare un mixtape da una parte, con una continuità, in cui inserisci tracce che in altri dischi non metteresti e quindi piuttosto che lasciarle nel cassetto le inserisci in un progetto a Volumi, dandogli così una continuità e una direzione; e parallelamente realizzare anche progetti più sostanziosi.

Il tutto è condito anche da un logo creato ad hoc. Vi siete fatti aiutare da qualcuno per la realizzazione del logo?

Il logo è stato realizzato assieme alla nostra grafica, una ragazza che ha lavorato per brand molto importanti. Noi le abbiamo detto specificamente quello che volevamo realizzare e lei ha capito benissimo ed è stata bravissima a digitalizzare il tutto con i vari software informatici.

L’ultimo brano è molto soggettivo, tanto da chiamarlo “Il titolo sceglilo tu”. Se voi doveste dare appunto un titolo alternativo a questo brano, quale sarebbe?

Simone: Io sinceramente non ci ho mai pensato ti dico la verità, però così su due piedi la chiamerei Anastasia Steele, che richiama anche il film 50 Sfumature di grigio.
Daniele: La verità è che quando è nato questo titolo eravamo molto in difficoltà perché ci sono venuti in mente così tanti nomi ma nessuno ci convinceva al 100%, allora abbiamo scelto di intitolarlo “Il titolo sceglilo tu” in modo tale che la gente lo interpretasse soggettivamente e si creasse il film che volesse. Ricordo che tra i titoli possibili c’erano TW con la W di Whiteshark (ma era troppo complesso), c’era Trama, Film

Qual è il messaggio principale che volete far arrivare a coloro che ascoltano questo disco?

Tutti i brani hanno sicuramente come filo conduttore ovvero la voglia di perseveranza, di rivalsa e di non mollare mai. In questo disco ci sono: i sassolini tolti dalla scarpa, il presente con la voglia di raggiungere i proprio obiettivi e poi c’è qualche traccia che strizza l’occhio a ciò che sarà il futuro, che fa sempre parte di raggiungimento di un obiettivo. In fin dei conti, unite queste tre cose direi sicuramente che la voglia di rivalsa da squalo bianco (Whiteshark) risalta più di tutte.

Per voi è sempre stato fondamentale raccontare esperienze e situazioni che avete vissuto in prima persona, e siete stati molto coerenti in questo, tanto che avete scelto di andare a mandare questi messaggi in prima persona nelle scuole. È un progetto che è già iniziato a Giugno e che proseguirà anche a Settembre.

In collaborazione con AVIS abbiamo iniziato questo progetto in cui noi porteremo questo messaggio nelle scuole da settembre in avanti. Siamo molto contenti di portare il nostro messaggio nelle scuole in positivo ai ragazzi per fargli capire che le strade più semplici non sono sempre quelle da percorrere, e quindi ci fa molto piacere perché se si può aiutare il prossimo e dare una mano a questi ragazzi nel prendere la giusta strada lo facciamo volentieri.

C’è, se lo avete, un ricordo che vi è rimasto più impresso finora di questa esperienza?

Non c’è qualcosa di particolare, ma c’è rimasto impresso il fatto che molti ragazzi ci seguissero. Certo, c’erano sempre i ragazzini un po’ diffidenti e che si facevano i fatti loro giocando a pallone in giardino, ma la maggior parte ci ha seguito ci ha fatto domande e questa cosa ci ha sorpreso in positivo e speriamo che possa essere sempre cosi, perché spesso i ragazzini a quell’età ascoltano di più un rapper che un’insegnante di matematica!

Ci sono degli eventi live in programma?

Non vediamo l’ora sia il 5 agosto perché apriremo i The Kolors a Bergamo grazie a una collaborazione con l’artista Gio Gala (che salutiamo). Siamo molto entusiasti e contenti di poter cantare davanti a un palco così grande perché è decisamente una bella occasione.

Potrebbe piacerti anche