Home Interviste TFR e la confusione dei millenial: CATRAMEN è il nuovo singolo

TFR e la confusione dei millenial: CATRAMEN è il nuovo singolo

by Marianna Grechi
TFR catramen

catramen” è il nuovo singolo dei TFR, disponibile da venerdì 18 ottobre per Nigiri e in distribuzione Sony Music Italy.

Una dichiarazione amara di chi vive la città come una gabbia, costretto a seguirne i ritmi frenetici e alienanti. È il canto di chi sogna la fuga, intrappolato però in distrazioni che, come un miraggio, offrono solo una fragile resistenza. Drogati e inghiottiti da una Milano che trattiene, i TFR si ritrovano prigionieri dei ricordi e della malinconia, risputati dalla città che li intrappola con la sua crudele bellezza.

Vivo l’ecoansia e la gastrite non passa
Calpesto le rovine di un rapporto a distanza 
Avevi promesso che andavamo al mare
Non riesco a risalire da questo fondale

(TFR)

Abbiamo conosciuto i TFR (Marco Trianni e Alessandra Lanza), incuriositi dal loro match fatale che li ha portati a far musica insieme abbiamo indagato le sfaccettature dell’essere millennial.

Ciao ragazzi, è un piacere avervi qui ad InsideMusic! Chi ci racconta come sono nati i TFR?

Alessandra: siamo usciti dopo esserci conosciuti su una dating app, dopo vari rimbalzi perchè eravamo presi entrambi dai mille impegni. Abbiamo capito da subito di aver in comune la passione per la musica e di avere alle spalle già dei lavoretti (io più in cameretta), così ci siamo chiesti: perchè non avviare un progetto insieme?

Come avete scelto il nome TFR (Trattamento di Fine Rapporto) ?

Marco: Nel periodo in cui ci siamo conosciuti ci trovavamo entrambi in situazioni incerte sul piano lavorativo e in quel ristornate greco dove abbiamo detto “Facciamo un progetto musicale insieme” stavamo proprio facendo una riflessione sul TFR. Come acronimo ci suonava bene e anticipava un po’ quello di cui avremmo voluto parlare, quindi alla domanda “Come ci chiamiamo?” TFR!

Alessandra: esatto, è andata così. Un dettaglio divertente è che io mi sono pagata quella cena proprio con il TFR. Aggiungo che ci piaceva un po’ il concetto di “fine delle cose”.

Siete entrambi millenial, com’è essere trentenni nel 2024 cosa vi distingue dai vostri genitori a 30 anni?

Marco: Sicuramente i tempi sono cambiati. La realizzazione secondo me è molto soggettiva, per alcuni può essere avere famiglia per altri una soddisfazione lavorativa.

Alessandra: in quanto millenial abbiamo dovuto sviluppare “l’adattamento”. Non che non l’abbiano fatto i nostri genitori, avevano degli standard da seguire. Noi subiamo meno questa pressione, però non vogliamo più standard.

Quali sono le vostre influenze musicali e come le fate confluire nel progetto TFR?

Marco: quando ci siamo conosciuti abbiamo cominciato da subito a mescolare le nostre influenze. Avevamo anche dei punti in comune che sono stati i blocchi di partenza. Io da ragazzino ero legato al rap italiano, crescendo mi sono avvicinato al punk rock americano. Per esempio Dargen D’amico è sempre stato un riferimento per me nella sua scrittura.

Alessandra: infatti, vivendo entrambi a Milano avevamo dei gusti in comune. Io essendo piemontese mi sono formata molto con quel sound elettronico partendo dai Subsonica fino a Cosmo.

Qual è il vostro processo creativo?

Alessandra: non c’è uno schema in realtà. Ogni brano ha una sua genesi. Ad esempio Sbronza è nato da un messaggio vocale che ho inviato a un’amica e che ha ispirato il ritornello, Marco ci ha lavorato e poi ci siamo trovati per produrla, ma il processo creativo è stato un rimpallo di messaggi, perchè l’ispirazione era da cogliere in quel momento.

Marco: invece catramen è nata in un modo diverso. Ci siamo presi un weekend al lago con l’attrezzatura e ci siamo detti “ok adesso facciamo un brano”. Abbiamo cominciato con la base e poi ci abbiamo scritto sopra. Quindi non c’è una ricetta magica.

CATRAMEN affronta i temi generazionali dei millenial, sarà un marchio di fabbrica anche della vostra produzione futura?

Marco: sicuramente saranno i temi ricorrenti. Perchè trattiamo quello che viviamo e che ci succede quindi sicuramente daremo voce a queste riflessioni.

Alessandra: la musica per noi è un riflesso del nostro modo di vivere Milano e “la fine delle cose” quindi vogliamo senz’altro parlare ai nostri coetanei.

Cosa sperate per il futuro dei TFR?

Alessandra: deve uscire un altro singolo a breve. In quest’anno e mezzo abbiamo scritto tanti brani, molti dei quali abbiamo ripreso per capire se siano ancora rappresentativi di noi stessi. Ci sarà un EP.

Marco: Io voglio solo aggiungere che il concetto di TFR è quello di passaggio, una specie di metamorfosi dalla fine di qualcosa all’inizio di un’altra. A volte sono così rapidi che non riusciamo a capire come avvengano ma tante volte sarebbe invece utile fermarsi e capire come avviene.

Chi sono i TFR

TFR nascono con il cuore spezzato davanti a uno tzatziki.
Trattamento di fine rapporto: lavorativo, sentimentale, generazionale. Tipo “che dramma essere Millennial”, ma non è nemmeno poi così male.
Se non fosse che il mondo va a rotoli. O “che dramma lasciarsi”, ma anche “Sai che c’è? D’amore non si muore”. Anzi, sì. E pure di lavoro.
Avere trent’anni e vivere come fuorisede, intrappolati in una grande città tra le maglie di una routine full-time.
Fomo, divertissement, swipe. Un brindisi alle rivendicazioni di “giovani” – in busta paga, ma non per le agevolazioni e la burocrazia.
È possibile che da un match possa nascere un progetto musicale?

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