Home Interviste Stomp Collision ci raccontano “Blind Insight” – INTERVISTA

Stomp Collision ci raccontano “Blind Insight” – INTERVISTA

by Alessia Andreon
Stomp Collision

“Blind Insight” è il disco d’esordio del collettivo alternative rock degli Stomp Collision; un progetto discografico che esplora il tema dell’intuito come guida nel superare l’incertezza della vita, tra le ansie per ciò che vorremmo e l’eccitazione di averle ottenute.

“Blind Insight” traccia un viaggio sonoro tra rock energico, ritmi ballabili e atmosfere introspettive l’intuizione portatrice di ansia ed eccitazione allo stesso tempo.

Incapaci di vedere e privi di ogni certezza, ci affidiamo ad una forza cieca interiore che ci guida verso la nostra giusta strada.

Tra rassegnazione e coraggio, tra il desiderio di partire e la tentazione dell’isolamento, il disco ci trascina in riflessioni ed
esperienze, facendoci scoprire una realtà confusa e disorientante.

INTERVISTA

Ciao ragazzi,
mi ha colpito il fatto che vi definite un “laboratorio democratico” dell’alternative rock. Cosa vi affascina della sperimentazione?

La sperimentazione è ciò che mantiene viva la musica.

Se ci limitassimo a seguire uno schema predefinito ogni canzone sarebbe uguale alla precedente e non si avrebbe più nulla da dire.

Invece, ricercando sonorità e stimoli diversi, la canzone prende una forma propria e l’unica cosa che si può fare è lasciare che vada nelle direzioni più imprevedibili.

In questo senso, “Blind Insight” rappresenta un affidarsi all’istinto per percorrere nuove strade, sotto la stella polare del rock?

Così come nella musica anche nella vita, spesso, non si ha ben chiaro dove si stia andando.

La nostra generazione ha pochissimo di concreto sul quale fare progetti e piani per il futuro, l’unica cosa che possediamo è l’istinto che genera forza nell’andare avanti pur non sapendo il perché lo si sta facendo. Ma se questa forza ci spinge a fare qualcosa, un motivo ci sarà.

Vi va di raccontarci qualcosa di più delle tracce e di come sono nate?

Il disco è frutto di un lavoro durato un anno tra scrittura e registrazione.

Nella maggior parte dei casi i brani sono nati da un’idea iniziale abbozzata alla quale ognuno di noi ha aggiunto il proprio tocco.

Il risultato finale è che ogni traccia raggruppa le nostre diverse idee ed influenze andando a creare uno stile personale.

In “Through Another Day” si parla di contrasto tra aspirazioni e pressioni sociali; voi ne avete incontrato per seguire il vostro percorso musicale?

Assolutamente sì, quotidianamente.

Dalla nascita ci viene detto che dobbiamo consumare e produrre, ma quando si cerca di uscire da questo schema lavorando su qualcosa che effettivamente ci fa stare bene come la musica (ovvero un bene “inutile”), la reazione è sempre la solita: sminuire, remare contro, deridere.

Nel vostro album si parla anche di rapporti di forza nelle relazioni (Switch) e amori tossici (First Round), segno di una vostra un’attenzione per le tematiche sociali….

Sono passaggi obbligati nella vita di ognuno di noi, nel bene e nel male, ed il fatto di parlarne in una canzone è un modo per esorcizzarli e trarne forza.
Esperienze personali che però, una volta esternate, vengono messe a disposizione di tutti.

Il disco è stato presentato circa un mese fa. Che riscontri state ottenendo? Avete già qualche data per prossimi eventi?

È ancora presto per trarre delle conclusioni, ma al momento abbiamo ricevuto dei buoni feedback.

Abbiamo appena concluso il release party del nostro album a Torino, e a breve comunicheremo le date definitive della stagione primavera / estate sui nostri social.

Il consiglio, ovviamente, è quello di seguirci per rimanere aggiornati.

Potrebbe piacerti anche