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Sotto il segno dei pesci: un pezzo della storia della musica italiana

by InsideMusic
sotto il segno dei pesci

“Sotto il segno dei pesci”, brano che ha dato anche il titolo al 6° album di Antonello Venditti, è un ritratto fedele di quegli anni difficili e assai controversi, che vedono l’affermarsi della cosiddetta “strategia del terrore” e che saranno poi denominati “anni di piombo”.

 “Ma tutto quel che cerca e che vuole
è solamente amore
ed unità per noi.
Stretti in libera sorte,
violenti e teneri se vuoi.
Figli di una vecchia canzone”

Nasce dal verso finale di questa canzone la nostra nuova rubrica attraverso cui riscopriremo i “pezzi” che hanno fatto la storia della musica italiana.

Iniziando proprio da questo brano senza tempo di un cantautore che ha contribuito, a partire dagli anni ’70, a rivoluzionare il linguaggio della nostra musica.

Vi basti pensare che questo 33 giri, tra i più venduti di quell’anno con oltre 500.000 copie vendute, è stato pubblicato l’8 Marzo del 1978, a pochi giorni dal rapimento di Aldo Moro e a poche settimane dall’assassinio del giornalista Peppino Impastato, ucciso dalla “mafia” a Cinisi, in Sicilia.

Il 1978 è ricordato per essere stato “l’anno dei 3 Papi” e per l’elezione di Sandro Pertini a Presidente della Repubblica, con conseguente scia di polemiche per il suo passato da “partigiano” nella Resistenza italiana durante la 2° Guerra Mondiale.

In questo contesto di totale confusione ed incertezza gli artisti “impegnati” come Antonello trovano terreno fertile per descrivere la spinta emotiva di un’intera generazione di giovani, tra cui Marina e Giovanni, protagonisti del brano, che sognavano un futuro senza più terrore o stragi e con una sempre più crescente uguaglianza sociale ed economica.

Forse è proprio per questo che molti dei brani scritti allora sono tremendamente attuali e risuonano ancora nelle nostre case. Come disse lo stesso Venditti qualche anno fa in un’intervista riferendosi a quelle canzoni “sono state in grado di legare diverse generazioni e di dare un senso di collettività a tutti quegli italiani, giovani e non, che non erano in grado di trovare rassicurazione e conforto nelle politiche di quel tempo”.

di Luca Nebbiai

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