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Senhit: “non ci poteva essere Dark Room senza Luca Tommassini” – [Intervista]

by InsideMusic
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Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Senhit, artista originaria dell’Eritrea ma nata e cresciuta a Bologna. Ci ha raccontato del suo nuovo singolo Dark Room, dei suoi progetti futuri e di quella sua voglia di tornare ad esibirsi all’Eurovision Song Contest, ma questa volta per l’Italia

Grazie al suo lavoro, Senhit ha viaggiato per il mondo: prima con i musical e poi con la carriera da cantante solista. La sua è una bellissima storia da approfondire, fondata sulla libertà di scegliere ciò che più appassiona. La grande energia che porta sul palco ha conquistato tante persone, dagli Stadio che le hanno fatto aprire i loro concerti, a Luca Tommassini che ha sposato il suo progetto Dark Room.

Ciao Senhit. Intanto benvenuta su Inside Music. Parto subito chiedendoti com’è stato lavorare con un grande coreografo come Luca Tommassini?

Luca Tommassini è stato un incontro interessantissimo e inaspettato. La sua fama ovviamente lo precedeva, però io quando ho deciso di incidere Dark Room, di registrarla e farla volutamente in italiano dopo varie esperienze all’estero con progetti internazionali e canzoni in inglese, ho pensato immediatamente a Luca per la realizzazione del video, perché per me non ci poteva essere Dark Room senza Luca Tommassini. Quindi gli ho mandato il materiale, lui ha ascoltato, ha sposato il progetto e l’idea, però mi ha tenuto in “dark room”, quindi nel “mistero” fino alla realizzazione del video. E io mi sono affidata perché non sapevo assolutamente niente. Lui aveva sentito l’energia, l’alchimia e la grinta del brano, quindi aveva mille idee però non mi ha voluto svelare niente. Quindi c’è stato un mistero fino all’ultimo, però sapevo di essere in buone mani perché Luca è bravissimo, oltre ad essere una persona squisita e un coreografo, regista, direttore artistico fenomenale è una persona davvero geniale perché ha tirato fuori quello che in realtà volevo, cioè un brano in italiano con un sound internazionale. E solo lui poteva farlo.

Anche perché Luca ha lavorato con tantissimi artisti di fama internazionale, quindi certe sonorità le mastica bene.

Si infatti, ha lavorato con tantissimi artisti.

Quali sono le tue influenze musicali e a quali artisti ti ispiri?

Ma in realtà non c’è uno in particolare, sono sempre stata parecchio eclettica nella scelta della mia musica. Caratterialmente nasco curiosa, quindi mi approccio ad ascoltare diversi stili. Sono attratta dal funky, dal soul, dal pop, dal rock, ma non ci sono nomi in particolare. Poi ripeto, sono curiosa, passo da un concerto di un solista a uno spettacolo teatrale o musical, quindi ci sono diversi stili e diversi generi. Poi ho cercato di dare la mia identità in questo progetto e secondo me sono riuscita a creare una bella combo.

E si sente, hai una bella personalità musicale. Quanto sono importanti le tue origini eritree nella musica?

Le mie origini eritree hanno influenzato senz’altro, perché mia madre e mio padre che si sono trasferiti in Italia circa 45/46 anni fa hanno sicuramente portato un bel po’ di tradizione eritrea nella nostra Bologna, cioè anche nella mia cultura e nella mia crescita artistica. Però mantenendo anche la tradizione e l’educazione italiana, sia nella quotidianità che inconsapevolmente anche nella mia musica: la grinta, la passione, il sangue. Diciamo che i miei sono più sud del sud, e sicuramente questa cosa ha inciso e si sente. Poi anche il carattere, perché sai, sono stata sempre un po’ “fuoco” e quindi credo che questo sia sicuramente un carattere italiano e bolognese, ma anche eritreo.

Quindi un 50 e 50.

Si esatto, un 50 e 50.

Tu hai fatto diversi musical, che differenza di preparazione c’è tra un musical e un concerto?

L’impegno è lo stesso, perché io la prendo così. Quando devo preparare un concerto ci metto lo stesso impegno per quanto invece devo preparare uno spettacolo teatrale. In teatro sei un’altra persona, hai la virtù di essere una sera Nala, la protagonista di The Lion King che ho fatto in Germania, un’altra sera Donna di Aquarius Theme; mentre invece quando sei su un palcoscenico e devi proporre la tua musica, devi essere il più onesto possibile, quindi devi togliere la famosa maschera ed essere Senhit. Ma l’impegno, la fatica, l’ansia da prestazione è la stessa, che io canti davanti a due persone o che canti a San Siro davanti a 70 mila. Diciamo che diventa più stimolante quando devo presentare i progetti da solista, questo perché non hai una parte da studiare. Diventa un pochino più stimolante, a volte rischioso perché devi buttar giù un po’ di fragilità, devi scoprirti un po’ di più, però si è più accattivante.

Il 25 prenderai parte al Festival Show a Caorle, che cosa dovremmo aspettarci?

Finalmente riesco a cantare dal vivo Dark Room.

E si, quella sarà la prima esibizione live.

Si esatto, il singolo è già uscito diversi mesi fa – il 29 marzo ndr – e l’abbiamo lavorato tanto sui social e web che, come ben sai, è un veicolo fondamentale.

Ormai non fai nulla senza social.

Si esatto, esatto. Sai, diventa anche più facile, perché arrivi più velocemente. Poi però ad un certo punto, per lo meno io che faccio parte della “vecchia scuola”, ho bisogno di cantarlo dal vivo il brano, ho bisogno del pubblico, devo essere l’animale da palcoscenico. Quindi con il Festival Show farò la mia prima apparizione live di Dark Room. In mezzo ci sono state tante piccole cose e adesso con l’estate cerchiamo di portarlo in giro, partendo proprio da giovedì prossimo. Ci sarà ovviamente una coreografia, ci saranno dei ballerini che arricchiranno l’esibizione, io canterò dal vivo e mi auguro che piaccia. Sono carica ed emozionatissima.

Ti sento che sei bella carica. Tornando al discorso dei social, ti dico che dal mio punto di vista, quindi da spettatrice ed ascoltatrice, è fondamentale vedere un artista live. L’emozione e le sensazioni di un concerto sono completamente diverse rispetto ad una canzone ascoltata su una piattaforma streaming o su un cd.

E’ vero, infatti io sto lavorando proprio su questa cosa. Adesso c’è Dark Room, quindi c’è tutta l’estate florida e fertile per la promozione, poi a settembre uscirà un nuovo singolo, fin quando non avrò il materiale giusto per iniziare a fare un vero e proprio concerto. Diciamo che sto piano piano seminando.

Mentre per quanto riguarda un album, c’è in corso un progetto discografico?

Si, uscirà un album. Sto continuando a fare tutta la parte della pre-produzione, ovvero la ricerca dei produttori e autori dei brani nuovi. E l’idea è quella di uscire con un album, che racchiuda Dark Room e il prossimo singolo, per fine anno e inizio 2020 per continuare a fare musica non solo in Italia, ma anche all’estero. Perché l’idea di partire con Dark Room in italiano è stata una scelta voluta, però il piedino fuori nell’internazionale lo continuo a tenere, perché fa sempre ricchezza.

Ma infatti, secondo me la tua musica è molto apprezzata all’estero. Quando hai partecipato all’Eurovision per San Marino, che sensazioni hai avuto?

Meravigliose Isabella, un’esperienza che farei e rifarei mille volte. Tra l’altro mi sono sentita, ovviamente dopo perché le cose le capisci sempre dopo che lei fai, un po’ sottotono, nel senso che avevo un po’ sottovalutato la competizione, sapevo che era un grande palco ma pensavo che fosse una “cosa così”, invece mi ha dato tantissimo, è stata un’esperienza bellissima, stupenda.

Che poi negli anni si sta ingrandendo sempre di più, anche a livello mediatico.

Infatti, si si.

Mi auguro che un giorno tornerai e rappresenterai l’Italia.

Ma magari, sarebbe bellissimo. Io me lo auguro davvero. A parte che mi renderebbe fiera, perché avrei voglia di gareggiare per l’Italia: all’epoca andai per San Marino perché l’Italia era da tanto che non partecipava, che poi ovviamente l’anno dopo è tornata in gara perché sai no, per la “legge di Murphy”. Però adesso hanno messo la regola di Sanremo che chi vince va all’Eurovision, quindi chissà. Prima c’è un piccolo palco da superare che è quello di Sanremo per poi arrivare all’Eurovision. Non si sa mai, vediamo.

Ma io ti auguro di vincere prima Sanremo e poi l’Eurovision, così lo riporti in Italia visto che ce lo stiamo sudando.

Ma infatti, magari!

Siamo all’ultima domanda che esula dalla musica, è più una mia curiosità personale. Ho spulciato in giro sul web che hai giocato in una squadra di calcio femminile prima di intraprendere la carriera di cantante.

Si si.

(ridiamo)

Com’è stato vedere le ragazze della nazionale italiana? Che poi hanno fatto una gran bella figura.

Mamma mia, mi è dispiaciuto un sacco alla fine. Le ho seguite fino all’ultimo. Poi sono stata altrettanto contenta che abbiano vinto gli Stati Uniti, però, siccome io sono una sportiva nata, ho anche un po’ sofferto. Giocare a calcio è stata un po’ una casualità, io ero innamorata di quello che era l’insegnante maschile del mio quartiere, quindi pur di stare il più possibile vicino a lui ho mi sono detta: “basta, adesso imparo anche a giocare a calcio”. Poi ho trovato una squadra femminile, ho giocato un po’ a calcio, ma poi tornavo a casa con dei lividi, con delle botte e mia mamma un giorno mi ha detto: “basta, o canti o giochi a calcio”, e quindi ho scelto la musica. Però di carattere sono sempre stata iperattiva, una sportiva: ho fatto calcio, basket, di tutto e di più. Il calcio lo seguo, mi piace, ovviamente sono una tifosa della mia città, il Bologna, e quindi ho sofferto con le ragazze della nazionale anche io fino all’ultimo.

Ti dico che stai parlando con una che è molto sportiva, perché anche io ho fatto tantissimi sport.

Ma che bello, tipo quali sport hai fatto?

Ho iniziato con il nuoto, poi ho fatto basket fino a quando a 11 anni mi sono innamorata del tennis.

Anche io, anche io. Adesso mi sono spinta con il paddle che sai c’è questa moda.

Il paddle è lo sport del momento.

Esatto, poi vengo dal tennis quindi il paddle è bello, è veloce. Poi hai visto, pochi giorni fa c’è stata la finale di Wimbledon dove ha perso Federer con due match point: porca miseria che sfiga!

Non lo dire a me, una domenica di sofferenza è stata.

Mamma mia veramente.

Grazie mille Senhit, magari ci risentiremo più avanti quando uscirà il tuo nuovo singolo.

Si volentierissimo, quando vuoi. Grazie a te Isabella.

In bocca al lupo per tutto!

Crepi!

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