“Sei nell’anima”: film tributo a Gianna Nannini

di InsideMusic

Dal 2 Maggio è disponibile su Netflix “Sei nell’anima”, il biopic dedicato a Gianna Nannini, interpretata dall’attrice Letizia Toni: un film che rende il giusto omaggio alla cantautrice senese, mettendo in risalto i passaggi fondamentali della sua straordinaria carriera.

Ma cosa ha reso la Nannini una delle nostre icone “rock”? E quali sono i suoi brani più significativi? Scopriamolo insieme.

Gli esordi e l’incontro con Mara Maionchi

Gianna Nannini è nata a Siena il 14 Giugno 1954. Il padre Danilo, figura di rilievo dell’industria dolciaria italiana, desiderava per sua figlia un futuro stabile nella fabbrica di famiglia. “Papà era disperato, non voleva che facessi la cantante o roba simile. Ma io volevo fare musica. E volevo farla a modo mio”.

Inizia a comporre i suoi primi testi e bussa alla porta di varie case discografiche tra Roma e Milano: è nel 1974 che incontra Mara Maionchi (interpretata nel film da Andrea Delogu), produttrice della “Numero Uno”, la casa discografica fondata da Mogol 5 anni prima.

È proprio Mara ad intuire per prima le potenzialità di quella voce graffiante e di quei testi così audaci: “E’ venuta da me, si è seduta al pianoforte, ha iniziato a suonare una canzone che ho definito orrenda… ma c’era qualcosa in quel suo modo di comunicare, così disperato, così sentito, che mi piaceva e mi attraeva”. Nasce così un sodalizio molto importante, che porterà la Nannini al grande successo nel 1979, con il contestatissimo album “California”.

“California”, la copertina dello scandalo e i primi successi

“Dopo i primi due dischi in cui cantavo per me, Mara mi disse <<Smettila di piangerti addosso!>>. Lì è scattato qualcosa. Con “California” finalmente cantavo a tutti e non mi vergognavo di dire certe cose…”, ha spiegato Gianna.

Sulla copertina compare la Statua della Libertà che tiene in mano un vibratore a stelle e strisce: molti gridano allo scandalo. La metafora è forte soprattutto in “America”, un inno alla masturbazione sia maschile che femminile, un pezzo veramente “rock”, che rompe ogni schema e consegna al pubblico la Nannini più autentica. L’album spopola soprattutto in Germania ed apre a Gianna le porte del mercato europeo.

“Fotoromanza”, “Profumo” e la definitiva consacrazione

Il 1984 rappresenta l’anno della consacrazione: esce il suo 6° disco, “Puzzle”, in cui compare “Fotoromanza”. Il brano, con cui la Nannini vince il Festivalbar, ironizza sui cliché delle storie d’amore che in quegli anni imperversavano in molte canzoni ma anche nel frasario dei fotoromanzi. Il neologismo del titolo fonde proprio le frasi da “fotoromanzo” con una melodia di più ampio respiro tipica di una romanza. Celebre il verso “Questo amore è una camera a gas”. Musicalmente il pezzo, considerato tra i più belli degli anni ’80, presenta delle sonorità elettroniche e hard rock che ben rappresentano lo stile inconfondibile della Nannini.

Due anni dopo arriva l’album “Profumo”, al cui interno troviamo la title-track e “Bello e impossibile”: due brani che permettono a Gianna di conquistare 2 dischi di platino in Italia, uno in Svizzera e un disco d’oro in Germania. Nel famoso videoclip di “Bello e impossibile” la Nannini, alla guida di un enorme camion, arriva in una officina dove ci sono operaie donne, di cui una dal fisico dirompente,che lavorano insieme ad alcuni uomini: ogni stereotipo è ribaltato. La Nannini abbatte l’ideale della “donna-oggetto”, invertendo il punto di vista.

“Un’estate italiana” e gli anni 90

Nel 1989 compone insieme ad Edoardo Bennato “Un’estate italiana”, canzone ufficiale dei Mondiali di calcio di Italia ‘90. Il brano, conosciuto anche come “Notti magiche”, è stato presentato per la prima volta il 9 Dicembre 1989 al Palazzo dello Sport di Roma, durante il sorteggio dei gironi per la fase finale. Un brano iconico che ha segnato lo sfortunato cammino della Nazionale italiana al mondiale del 1990, che poi ha trovato una seconda vita durante l’Europeo di calcio del 2021, accompagnando l’Italia al trionfo finale.

Il 1995, invece, è l’anno dell’album “Dispetto” ma soprattutto di “Meravigliosa creatura”, brano trasmesso in tutte le radio 1 minuto dopo la mezzanotte del 1°Gennaio. La maturazione dell’artista è evidente: un brano che riprende alcune sonorità rock dei primi successi ma in cui Gianna si rivolge ad una figura ideale dalla bellezza eterea, un amore platonico e quasi irraggiungibile. Dello stesso brano è stata realizzata una versione “ballad” nel 2004, inserita nella raccolta “Perle”.

Il nuovo millennio e “Sei nell’anima”

Chiudiamo il nostro viaggio con il brano che ha dato il titolo anche al film: “Sei nell’anima” è il primo singolo estratto dal fortunatissimo album “Grazie”, pubblicato nel 2006 ed eletto miglior disco dell’anno. “Sei nell’anima e lì ti lascio per sempre / sospeso e immobile, fermo immagine / un segno che non passa mai”: versi meravigliosi che descrivono l’intesa tra due persone, intrecciate l’una all’altra da un legame profondo, irrinunciabile e vitale.

di Luca Nebbiai

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