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Sanremo 2025: la top 3 delle canzoni con i testi più belli

by Dalila Giglio
Sanremo 2025

“Perché Sanremo è Sanremo”: e meno male, verrebbe da dire, leggendo i testi delle 29 canzoni in gara al Festival.

Meno male che c’è molto -o forse dovremmo dire principalmente- altro, a rendere lo show accattivante e a farne lo spettacolo televisivo più atteso, seguito e chiacchierato dell’anno, poiché, se il suo seguito dipendesse esclusivamente dai brani in gara, non sarei certa di un trionfale successo in termini di audience, almeno per quanto riguarda quest’edizione.

Lo avrete letto un po’ ovunque, che i testi dei brani in gara alla 75° edizione del Festival di Sanremo non brillano per originalità tematica e valore linguistico culturale -fatte salve le dovute eccezioni-, e che paiono caratterizzati da un certo “piattume” stilistico, forse in quanto scritti prevalentemente dalle stesse (le solite) mani.

Un’impressione che anche noi abbiamo avuto scorrendo, con attenzione, le parole delle (tante, troppe) canzoni, che si fanno semmai notare per una certa “povertà” lessicale e sintattica, oltre che contenutistica; ovvio che si tratti di una visione solo parziale, non essendo possibile giudicare obiettivamente le canzoni, fatte anche di melodie, senza prima ascoltarle. Tuttavia, la sensazione dominante è quella che si tratti di brani destinati a non imprimersi indissolubilmente nella nostra memoria, e men che mai nella storia del Festival.

Fatte queste debite e doverose premesse, rimane la circostanza che, tra i brani proposti, ve ne siano comunque alcuni capaci di distinguersi dalla mischia, almeno dal punto di vista testuale. Si tratta di tre pezzi che meritano un plauso sia per la volontà di trasmettere un messaggio, sia per lo sforzo di costruire una canzone che si possa apprezzare leggendola, ancor prima che ascoltandola.

Quando sarai piccola – Simone Cristicchi

Una lettera, intensa e toccante, di un figlio adulto alla madre anziana. L’artista più meritevole di vittoria, stando al testo: gli è già stato assegnato il Premio Lunezia, ma noi speriamo che non si tratti dell’unico premio che si porterà a casa.

Volevo essere un duro – Lucio Corsi

Merita di farsi conoscere dal grande pubblico: un cantautore particolare e impattante, che porta sul palco dell’Ariston un pezzo coraggioso, specchio di una personalità fuori dagli schemi.

L’albero delle noci – Brunori Sas

Un debutto “maturo” arrivato al momento giusto; una delle poche canzoni non dedicate all’amore fra due persone ma a tutto ciò che la nascita di un figlio porta con sé. Stilisticamente interessante, con qualche strofa che si fa notare.

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