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Sanremo 2023: Top & Flop della serata cover

by Dalila Giglio
Searata cover Sanremo

E anche quest’anno, la serata delle cover -da molti la più attesa fra le 5 serate del Festival di Sanremo– non ha deluso le aspettative: lunghissima, spettacolare, emozionante e intrisa di una nostalgia dal sapore dolce.

Sono stati più di 56, gli artisti che si sono succeduti sul palco dell’Ariston e che hanno dato una vita a una “sfida nella sfida”, al termine della quale è stata stilata una “Top Five” dei migliori, con tutti gli altri a pari merito al sesto posto, tanto per non scontentare nessuno.

La kermesse è filata liscia senza intoppi, riservando alcuni momenti particolarmente piacevoli e altri decisamente meno graditi, di cui, magari, si sarebbe potuto fare anche a meno.

Andiamo a vederli insieme.

I momenti migliori

La presenza di Chiara Francini

Anche chi non la conosceva, avrà avuto modo di apprezzarne la freschezza, la spigliatezza, l’ironia e la marcata cadenza toscana, il tutto accompagnato da sensualità ed eleganza. Sicuramente una scelta azzeccata da parte di Amadeus; peccato solo per il monologo sulla mancata maternità a notte fonda, certamente toccante come quelli andati in onda nel corso delle serate precedenti, ma forse un po’ fuori contesto, perlomeno per chi, come me, è convinto che il palco di Sanremo non sia il luogo più adatto per affrontare certe tematiche (alcune delle quali assai personali), seppure nella sua veste di programma più seguito in Italia.

Il Premio Città di Sanremo a Peppino di Capri

Che ci piaccia o no, Peppino di Capri e la sua “Champagne” sono un pezzo della storia musicale della nostra Italia e, come ha docilmente asserito lui stesso, era giusto tributargli un premio, anche se un po’ troppo in là nel tempo. Va bene guardare al futuro, ma senza scordare il passato, anche quando si parla di musica.

Il ricordo degli italiani e delle vittime delle Foibe

Visto che il programma andava in onda il giorno istituito in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-dalmata, era doveroso celebrarlo dedicandogli uno spazio all’interno della serata; il ricordo da parte di Amadeus, che è sceso tra il pubblico a leggere alcune righe, è stato sobrio e appropriato.

Il duetto di Giorgia & Elisa e quello dei Modà & Le Vibrazioni

Tre canzoni indimenticabili, perlomeno per i cosiddetti Millenials, cantate magistralmente nel primo caso e molto bene nel secondo, che hanno regalato agli spettatori dell’Ariston e a quelli a casa, due momenti ad alta intensità emotiva. Detta altrimenti, ci sono “arrivati” dritti al cuore, che poi è quello che dovrebbero fare le canzoni.

I momenti peggiori

La Top Five finale

De gustibus non disputandum est e il popolo e le giurie a Sanremo regnano sovrane; però, senza nulla togliere alla conclamata bravura di Mengoni -che si porterà a casa la vittoria e, forse, anche qualche altro riconoscimento- avrebbero meritato la vittoria della serata Giorgia ed Elisa, che sono scivolate addirittura al quarto posto. Peccato anche per i già citati Modà con Le Vibrazioni, ma anche per Leo Gassman & Bennato, accompagnati dal Quartetto Flegreo, che hanno offerto al pubblico un bel momento musicale, gli Articolo 31 con Fedez, che ci hanno fatto di colpo rimpiombare negli anni ’90, e Shari con Salmo, che hanno insospettabilmente interpretato in maniera convincente un pezzo di Zucchero. Classifica un po’ ingiusta, insomma.

L’esibizione di Gianluca Grignani & Arisa

Difficile trovare le parole corrette per definire questa performance, obiettivamente stonata sotto ogni punto di vista e fuori contesto. A Gianluca Grignani si vuol bene e gli si perdona tutto, e poi “Destinazione Paradiso” è pezzo scolpito nella memoria collettiva. Difficile, però, non considerare l’esibizione uno dei momenti peggiori della serata.

La canzoncina di Amadeus e Chiara Francini

Cantata anche benino, volendo, e con l’intento di essere comica, la canzoncina attraverso la quale i due conduttori raccontano come è nata la loro co-conduzione finisce con l’essere imbarazzante e, soprattutto, superflua. Una di quelle cose che potrebbero essere eliminate e che andrebbero a snellire l’infinita gara dei cantanti.

La provocazione di Rosa Chemical

“Il troppo stroppia”: sappiamo ormai tutto di Rosa Chemical, dei suoi gusti e delle sue abitudini sessuali, della sua fluidità eccetera eccetera. La scelta di “America” era già di per sé piuttosto chiara, non si vedeva proprio la necessità di mostrare alla telecamera un vibratore urlando “Evviva il sesso”! Non aggiungeva nulla alla performance, neppure in termini di shock, ma evidentemente lui non la pensava così. Ne riparleremo più in là con l’età.

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