Siamo arrivati alla tanto attesa quarta serata della 72^ edizione del Festival di Sanremo 2022 , dedicata alle cover anni ’60, ’70, ’80, ’90.
Protagonisti indiscussi Gianni Morandi e Jovanotti che interpretando sé stessi non hanno sbagliato e infatti si sono aggiudicati la serata!
Ma vediamo chi ci ha convinto di più nell’interpretazione delle canzoni proposte…
Vi rimando anche ai “TOP&FLOP” della mia collega Paola Pagni.
Ecco le mie, personalissime, pagelle:
- Noemi – You make me feel like a natural woman (di Aretha Frankylin)
VOTO: 8
Noemi rompe il ghiaccio ed è una magnifica interprete: brano non certo facile da cantare, declinato con il solito graffio. Bella e brava.
- Giovanni Truppi – Nella mia ora di libertà (di Fabrizio De André) con Vinicio Capossela e Mauro Pagani
VOTO: 8 +
Originali, in tutto e per tutto, a cominciare dal leggendario pianoforte di Truppi che appare all’Ariston. La meraviglia dell’incontro tra due poeti, anzi tre!
- Yuman – My way (di Frank Sinatra) con Rita Marcotulli
VOTO: 7
Yuman sceglie un brano decisamente nelle sue corde e dimostra di essere un bravo interprete di una canzone straconosciuta e proprio per questo più difficile ma la vera protagonista è Rita Marcotulli, con quel tocco inconfondibilmente jazz che però non è sufficiente per dare lo slancio giusto alla canzone.
- Le vibrazioni – Live and let die (di Paul McCartney) con Sofia and The Giants e il M° Vessicchio
VOTO: 7
Fare la cover di un brano di McCartney già coverizzato dai Guns N’ Roses poteva rivelarsi un terreno scivoloso, invece Sarcina e compagni si son rivelati più a loro agio che con la canzone in gara. Lo schiaffo che Sofia gli ha dato se lo meritava per non aver portato qualcosa di più rock anche nelle altre serate. Il più atteso sul palco era il M° Vessicchio, accolto con una ovazione da stadio!
- Sangiovanni – A muso duro (di Pierangelo Bertoli) con Fiorella Mannoia
VOTO: 6 a Sangiovanni, 9 a Fiorella Mannoia
Sangiovanni sceglie una canzone di Bertoli che apparentemente è lontana anni luce dalla sua generazione ed invece è sempre attualissima ma non convince pienamente; meno male che la Mannoia sa come risollevare le sorti di un brano che rischiava di essere buttato lì un po’ a caso.
- Emma – Baby one more time (di Britney Spears) con Francesca Michelin
VOTO: 7
Emma e la Michelin ci ricordano che nel nostro paese non c’è solo Sanremo ma anche la torre di Pisa. Volevano portare sul palco dell’ Ariston un messaggio di libertà per le donne ma come si può dimenticare il video di questa canzone? L’esibizione si conclude con un “It’s Britney, bitch”…. Appunto!
- Gianni Morandi – Medley con Mousse T e (a sorpresa) Jovanotti
VOTO: 100 (direbbe Iva Zanicchi)
Metti sul palco due protagonisti indiscussi della scena musicale italiana dei decenni di riferimento per questa serata, fagli cantare qualche canzone del loro repertorio e il successo è assicurato. Il pubblico canta e balla sia all’Ariston che a casa. Questi due artisti in combo stanno facendo proprio un bel Festival!
- Elisa – What a feeling (di Irene Cara)
VOTO: 8
Elisa canta di nuovo in inglese ed è più a suo agio, inutile negarlo. Per interpretare la colonna sonora di un film cult come Flashdance non poteva mancare una ballerina con gli scaldamuscoli e Elena D’ Amario è stata davvero ipnotica. Belle e brave anche loro.
Il videomessaggio finale di Giorgio Moroder che si complimenta con Elisa mi è parso un tantino fuori luogo.
Sono lontani i tempi in cui durante la gara il presentatore non rivolgeva neanche la parola all’artista ma, da qui ai messaggi alla “C’è posta per te”, ce ne passa…
- Achille Lauro – Sei bellissima con Loredana Bertè
VOTO: 9
Achille Lauro si inchina (letteralmente), davanti alla trasgressione fatta persona che è Loredana Bertè e diventa un docile scolaretto che ha tanto da imparare dal mostro sacro, con i capelli blu, che ha di fianco.
- Matteo Romano – Your songs (di Elton John) con Malika Ayane
VOTO: 7
A proposito di scolaretti, Matteo Romano, con il suo viso pulito da diciottenne d’altri tempi è stato bravo accanto alla maestra Malika Ayane. Il risultato è un duetto equilibrato ed elegante.
- Irama – La mia storia tra le dita (di Gianluca Grignani) con Gianluca Grignani
VOTO: 6 alla pazienza di Irama
Portare sul palco dell’Ariston Grignani, si sa, poteva essere un incognita e infatti si è preso la scena che tanto gli mancava, girovagando nel teatro con il povero Irama costretto a rincorrerlo, letteralmente.
- Ditonellapiaga e Rettore – Nessuno mi può giudicare (di Caterina Caselli)
VOTO: 7
Sempre e comunque controcorrente anche nella scelta della cover. Donatella un po’ meno grintosa rispetto alle altre serate, forse non credeva a pieno nella scelta fatta? Chissà! Nel complesso una buona esecuzione.
- Iva Zanicchi – Canzone (di Don Backy e Detto Mariano nella versione di Milva)
VOTO: 7
La canzone scelta dalla Zanicchi è un bell’omaggio a Milva che appare come ologramma nel maxischermo. Il duetto virtuale dura il tanto giusto. Poi “l’aquila di Ligonchio” vola con la sua potente ugola….anche troppo!
- Ana Mena – Medley con Rocco Hunt
VOTO: mah
Essere una coppia d’oro per i tormentoni estivi non riesce a far di loro due cantanti…. Rocco salva il salvabile ma Ana Mena non canta, sussurra.
- La Rappresentante di Lista – Be my baby (di The Ronettes) con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra
VOTO: 8
Un collettivo pazzesco che fonde stili e sonorità diverse. L’ effetto anni ’60 è pienamente riuscito e non tradito con quel guizzo in più. Bravissimi.
- Massimo Ranieri – Anna verrà (di Pino Daniele) con Nek
VOTO: 6
“Anna verrà” diventa un classicone e neanche l’intervento di Nek serve a dare una sterzata, anzi sembra proprio che i due artisti vadano ognuno per i fatti propri. Bell’arrangiamento, con la fisarmonica che trasporta il ricordo di Pino Daniele fino in Argentina.
- Michele Bravi – Io vorrei, non vorrei ma se vuoi (di Lucio Battisti)
VOTO: 7
Un inizio con musichetta degna di un film horror . Esecuzione triste, decisamente troppo triste. Il messaggio è in linea con “L’inverno dei fiori” e consacra Michele Bravi come il cantante più profondo e malinconico del Festival.
- Mahmood e Blanco – Il cielo in una stanza (di Gino Paoli)
VOTO: 10
Questi due ragazzi meritano veramente tutto il successo che stanno avendo, lo dice anche Mina. Dolci, delicati e fedeli alla canzone originale senza cadere nel banale. WOW!!!
- Rkomi – Medley Vasco Rossi con Calibro 35
VOTO: 6 Rkomi – 10 ai Calibro 35
I Calibro 35 sono una garanzia di qualità e riescono a trasportare altrove anche il repertorio di Vasco. Rkomi riesce a non cadere nel facile tranello dell’imitazione. Si salva.
- Aka7even – Cambiare (di Alex Baroni) con Arisa
VOTO: 5
Non è un’insufficienza irrimediabile ma aver sbagliato il ritornello non è perdonabile. Nel complesso l’esibizione è buona ma Alex Baroni meritava di più.
- Highsnob e Hu – Mi sono innamorato di Te (di Luigi Tenco) con Mr Rain
VOTO: 9
Tenco avrebbe apprezzato questa cover di uno dei suoi brani più belli. Decisamente oltre le aspettative e degna di nota l’orchestrazione.
- Dargen D’Amico – La bambola (di Patty Pravo)
VOTO: mah
Ma perchè??? Dargen D’amico perisce sotto il fuoco delle sue stesse “barre”, cercando di fare un remix rap di una canzone che solo la Patty nazionale può cantare.
- Giusy Ferreri – Io vivrò senza te (di Lucio Battisti) con Andy dei Bluvertigo
VOTO: 3
Se è vero che non si muore per amore, noi preferivamo vivere senza di lei questo festival… Andy aiutaci tu!!
- Fabrizio Moro – Uomini soli (dei Pooh)
VOTO: 6
Un omaggio ai Pooh cantato alla Fabrizio Moro con qualche incursione elettronica. Moro è rimasto, tutto sommato, abbastanza fedele all’originale. Senza infamia e senza lode.
- Tananai – A far l’amore comincia tu (di Raffaella Carrà) con Rose Chemical
VOTO: 3
Le “barre” su un omaggio a Raffaelle Carrà se le poteva tranquillamente risparmiare. Si tratta di una canzone talmente conosciuta e amata da tutti che attualizzarla è un lavoro inutile e, a tratti, penoso.

Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)