Home Approfondimenti Riff e Chef, il legame tra musica e cucina raccontato da Chef Giovannone

Riff e Chef, il legame tra musica e cucina raccontato da Chef Giovannone

by Luca.Ferri
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Esiste una cosa in cucina che si chiama compatibilità vincente. Non tutti i cuochi riescono a farla propria perché fondamentalmente essa si acquisisce solo con un pizzico di sfrontatezza ed un poco di pazzia. Può sembrare un ossimoro ma la compatibilità vincente in cucina si ottiene uscendo fuori dagli schemi. Non si può suonare lo stesso spartito per tutta la vita, occorre trovare la nota alta anche da un’altra parte. Quella che suona lo stesso anche se proposta in un altro modo, quella corda che vibra giusta anche se non riesci a sentirla bene. Compatibilità vincente.

Un giovane ragazzo inglese a 18 anni imbraccia il suo basso e scrive un’opera magna della musica rock e probabilmente nelle stesse ore a 3000 km di distanza in una cucina milanese, un giovane cuoco alle prime armi figlio di mestieranti locandieri, inventa la cucina neoclassica dando un nuovo senso alla ristorazione mondiale. Compatibilità vincente.

La compatibilità vincente diventa una cosa improbabile ed impossibile a quel punto, perché i due ragazzi dovranno uscire di casa con l’oro in mano e cercare qualcuno che sappia apprezzarlo. Dovranno scalare montagne di agiate insicurezze e scetticismi prima d’innestare nel mondo il loro genio, Non sarà facile ma entrambi ce l’hanno, loro si. Gualtiero Marchesi e Steve Harris sono due padri assoluti della compatibilità vincente, gli uomini tra i più alti di una disciplina assoluta che è l’arte istantanea. L’arte istantanea è quella che si consuma al momento stesso in cui la si produce, come la musica la si ascolta quando la si suona ed il cibo lo si mangia poco dopo cotto. Due elementi di facile e rapido consumo ma così esposti al gusto soggettivo da esser anche fragili e di facile distruzione.

In fondo, la cosa più semplice da fare è provarci. Non puoi avere il risultato garantito ne tantomeno la certezza della sconfitta ma nella cucina come nella musica occorre mettere sul tavolo tutto quello che si ha dentro e dargli una forma per potersi sentir dire chi o cosa siamo. Fondamentalmente ci devi credere, già perché solamente se sai dare alla tua idea il giusto slancio puoi portarla avanti. Devi esporti, buttarti ma soprattutto andare davanti allo specchio al mattino e avere come risposta alla domanda “chi sono?” un’unica frase “sei tu e diamine se ci stai provando”.

Capirete che uno spazio nel mondo non è difficile da trovare se hai dentro di te il genio di provare e la forza di ottenere e costruire, tanto più nella cucina come nella musica, non esiste piatto più gustoso di una voce fuori dal coro che ti attraversa dentro e ti porta con la testa in una dimensione lontana dal mondo e dal piattume moderno. Rimane tuttavia complicato se non quasi impossibile trasmettere il messaggio a chi ci sta intorno per convincere tutti che ce la possiamo fare e che il frutto della nostra immaginazione può essere più di una sola idea ma una rivoluzione culturale nello spartito di un’arte istantanea frutto della compatibilità vincente.

Chef Giovannone

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