Home Interviste Quando il rock è in pausa: intervista a Igor Cardeti, tour manager e fonico di Nada(e non solo)

Quando il rock è in pausa: intervista a Igor Cardeti, tour manager e fonico di Nada(e non solo)

by Leslie Fadlon

Igor Cardeti è uno dei tanti professionisti dello spettacolo che rendono possibili, grazie al loro lavoro, la realizzazione dei nostri amati concerti. Nel suo percorso, l’amore per la musica lo ha fatto diventare chitarrista, poi fonico e poi anche tour manager. La sua competenza e flessibilità lo hanno portato sui palchi più variegati, sempre al fianco di artisti con cui vige un rapporto di stima reciproca. Abbiamo deciso di intervistare Igor Cardeti perché, in questo momento critico per tutti i settori, la sua è una voce importante. I concerti sono fermi – e non sappiamo nemmeno per quanto – e il suo lavoro di fonico e tour manager di artisti come Nada e Massimo Volume – dice – gli “manca da morire”. In questa intervista, Leslie Fadlon continua a farvi leggere – dopo avervi raccontato i punti di vista di Max Martulli e Davide Lasala – cosa sta succedendo nell’ambiente dei professionisti del rock nostrano. Buona lettura!

igor cardeti
foto di Valentina Cipriani

Ciao Igor, sei tour manager e fonico di grandi band e musicisti italiani, dai Massimo Volume a Nada. Ma come nasce la tua passione per la musica?

Ciao Leslie. La mia passione nasce col punk a metà anni ’90, rabbia e politica, e come tanti ragazzi in quel periodo ho messo su una band con un po’ di amici. All’inizio cantavo, poi mi sono dedicato alla chitarra e un po’ alla batteria in alcune band locali.
Prendere in mano uno strumento poi ti dà una coscienza diversa della musica, cambia il modo di ascoltarla e “sentirla”. Quindi da lì in poi ogni disco che ascoltavo era una continua scoperta ed evoluzione, fin quando ho deciso di andare ancora più a fondo cercando di capire cosa facessero “gli uomini dei bottoni”.

E quando questa passione è diventata un lavoro?

Quando una delle band in cui suonavo ha cominciato ad avere richieste di concerti in buona parte della penisola e ci davano qualche soldo. Lì ho capito che quello che era solo un gioco poteva diventare qualcosa di più. Ho suonato la chitarra con Paolo Benvegnù dal 2008 al 2011 ma già da prima avevo iniziato a fare anche il fonico. Quindi una volta appesa la chitarra al chiodo mi sono ritrovato in tour con Il Pan del Diavolo dietro il mixer. Dopo un paio di anni siamo rimasti senza tour manager e i ragazzi hanno chiesto a me di farlo, quindi ho dovuto imparare anche quel mestiere.
Negli ultimi 10 anni sono sempre stato in giro con diverse produzioni in ruoli diversi, gli ultimi due anni con Colapesce, ..A Toys Orchestra, Massimo Volume e Nada.

igor cardeti e paolo benvegnù
foto di Fabio Stefanini

Il covid 19 ci ha costretto a chiudere i battenti di tante attività, in primis i locali. Sono stati annullati i concerti e lo Stato ha cercato di dare un supporto economico a tante categorie, benché sembra che quella dei professionisti dello spettacolo sia stata dimenticata. Che ne pensi di questa situazione?

È una cosa difficile da affrontare ed è ovvio che i concerti siano stati la prima cosa a saltare e saranno l’ultima a ripartire.
Sono tante le categorie colpite in modo durissimo, la nostra è una di quelle più disastrate perché già prima non era una favola, adesso staremo fermi davvero tanto, non credo che i live possano ripartire prima dell’autunno (anche se spero tanto di sbagliarmi).
Lo Stato secondo me sta cercando di fare ciò che riesce, ma immagino che non sia facile riuscire ad accontentare tutti. Per far stare serena la nostra categoria dovrebbe darci 1500 € al mese fino a quando non riparte la macchina, ma credo sia impossibile ovviamente!

Su facebook stai partecipando ai confronti e alle iniziative del gruppo ‘’ Emergenza Continua: per la tutela dei Professionist@ dello spettacolo’’. Com’è lo stato della situazione?

È una cosa partita subito dopo il primo stop dei concerti con alcuni colleghi e amici a Bologna per capire cosa stesse succedendo e come sopravvivere. Altre realtà in altre città sono emerse ed abbiamo iniziato a fare riunioni virtuali a livello nazionale. È una rete fatta da tutti i professionisti dello spettacolo: ci sono fonici, light designer, musicisti, attori, sarti, tour manager, rigger e tutti gli altri. Abbiamo capito che questo può essere il momento buono per far quadrato ed esigere di essere “visti” dallo Stato, oltre alle misure economiche di emergenza, per essere inquadrati a norma di legge come qualunque altro lavoratore che ha diritto a malattia, ferie, ecc…

Avresti delle proposte per la ripresa e per questa pausa forzata? E ne hai lette altre di valide?

No, e non ho neanche idea di come potremo ripartire. Spero solo di non dover aspettare ancora troppo. In questa pausa forzata l’unica cosa che dovremmo fare tutti è cercare di sentirsi meno soli possibile, usare finalmente questi cavolo di minuti illimitati e gb dei nostri contratti telefonici per sentire e “vedere” gli amici.

Quali sono le tue speranze per il post – emergenza?

Partendo dal presupposto che il post – emergenza esisterà solo quando ci sarà un vaccino, spero che la gente si riversi in strada, nei locali e a qualsiasi evento con tutta la voglia repressa in questo periodo. Spero che si capisca quanto gli eventi culturali siano importanti nella vita di tutti e quanto sia importante parteciparvi e farli continuare a vivere e proliferare. Ma soprattutto spero che tutti abbiano capito quanto la collettività sia molto più importante del nostro orticello. Per citare un artista a me caro “sono vivo e felice solo se lo sono anche gli altri”.

igor cardeti

Tornando a te, Igor, come stai passando queste settimane?

Io per fortuna vivo con la mia compagna e mia figlia di quasi 5 anni, diciamo che è dura stare a sedere a rompersi le scatole! Ho trovato il tempo di leggere un po’ di libri nuovi accatastati sulla libreria e faccio pranzi e cene in compagnia di amici (nostri e di nostra figlia) via tablet.

Ci consiglieresti un disco, un libro e un film?

È un po’ come chiedermi quali sono i miei preferiti, variano a seconda dell’umore e del periodo che sto attraversando. Ti dico quindi quelli che resistono sempre alle variazioni che la vita ci impone:

Disco: “In rainbows” Radiohead
Libro: “In ogni caso nessun rimorso” – Pino Cacucci
Film: “Fight club” – David Fincher

Per concludere con un po’ di sana malinconia, ti andrebbe di raccontarci uno dei tuoi più bei ricordi in tour?

Questa è una domanda difficile perché faccio tour da una vita e di ricordi belli ne ho tantissimi. Diciamo che oggi sono tutti belli e non vedo l’ora di costruirne di nuovi, perché prima o poi si dovrà necessariamente ripartire, e spero di esserci quando succederà!

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