“Non c’è un cazzo da ridere” è il nuovo album dei TheRivati, e di certo non le mandano a dire. Dopo 3 anni dall’uscita di “Black from Italy”, la band campana torna con un nuovo lavoro che affronta in modo deciso tematiche di strettissima attualità e lo fa con l’usuale sfrontatezza ed irriverenza che li ha sempre contraddistinti
Riferimenti a fatti di cronaca, terrorismo, immigrazione sono solo alcune delle problematiche affrontate in questo “concept” album fatto di 6 tracce (più “Stai tutta sudata”, l’ultima del disco, che si esula dai discorsi precedenti) collegati da intermezzi ricchi di spunti cinematografici, un vezzo da sempre caro alla band.
L’intera tracklist è, quindi, un frame, una diapositiva che immortala problemi sia della sfera collettiva che di quella personale della realtà che viviamo.
L’album si apre con “Intro nervoso” che riprende una scena del film “No grazie, il caffè mi rende nervoso” film del 1982 in cui si assiste ad un epico scambio di battute tra Michele Giuffrida, interpretato da Lello Arena, e James Senese, nei panni di sé stesso, e che fa da apertura a “Music business”, una filippica nei confronti di tutti gli addetti ai lavori della musica che vivono o tentano di vivere sulle spalle dei musicisti.
“Ma a te te piace ’a musica o ‘o fummo?”
La tracklist continua con “Nun sto buono”, una fotografia di varie situazioni problematiche del mondo cha fanno da preludio, poi, a quella che è descritta da molti come la malattia del secolo, la depressione:
“Ancora nun me sento buono,
me so’ scetato dinto ‘a ‘sta situazione,
ddoje gocce sulo e me passa ‘a paura,
nun saccio niente comme a ‘nu criaturo”.
“Così parlò (interludio)”, 54 secondi che prendono spunto da un altro capolavoro della cinematografia partenopea, “Così parlò Bellavista”, nella celebre scena in cui si parla dell’abbonamento da Natascia, contraltare dell’uso di stupefacenti, nello specifico la sostanza di cui parla la quinta traccia dell’album “Cocaina”, una caleidoscopica serie di punti di vista secondo gli occhi del consumatore.
“Trent’anni”, dicono i TheRivati, è una canzone che parla di consapevolezza, anche nostalgica, che si assume alla soglia del trentesimo anno di vita, di cambio di cambio di abitudini, cambiamento e futuro incerto.
La settima e l’ottava traccia possono essere considerate nell’insieme il racconto della tragica notte al “Bataclan”, raccontata dal punto di vista di un italiano che apprende la notizia dalla tv, con “Eyewitness (interludio)” a fare da chiosa a questa tematica con un audio originale di una testimonianza di un superstite.
“’O sce’” è la “matura” presa di coscienza nei confronti di un periodo difficile: la soluzione sono gli amici e un “viaggio”.
Chiudono l’album “Rapsofollia”, una composizione classica del maestro Cosimo Abbate che riprende alcuni temi del disco, e “Stai tutta sudata”, traccia un po’ estranea al concept del disco, ma che rispecchia l’anima live del gruppo.
Il disco, completamente autoprodotto, (che è accompagnato anche da un’opera filmica parallela, divisa in 6 episodi, pubblicata sul canale youtube dei TheRivati, sotto la regia dei IRed) ci propone un’immagine più matura del gruppo campano, per le tematiche trattate, ma il sound resta quello d’inconfondibile matrice soul-funk-r’n’b-blues che da sempre caratterizza la neapolitan power band.
Uscito solo ieri a causa della censura, l’album è già balzato ai primi posti tra gli album più scaricati, e in varie classifiche di genere di Spotify, che dire?
Paolo, Cassio, Tony, Saverio, Salvatore, in bocca al lupo!
I prossimi live:
23/03 – NAPOLI – Keste Abbash
29/03 – BENEVENTO – MORGANA Music Club
06/04 – SALERNO – DSSZ
13/04 – CASERTA – Club 33 Giri
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