“Motivation” è il nuovo singolo del DJ e produttore Cristian Marchi feat. Reverend Haus.
Cristian Marchi è uno degli artisti più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale, grazie al suo sound inconfondibile in cui ritmo e melodia si fondono creando un’esperienza d’ascolto unica.
La sua nuova produzione “Motivation”, come suggerisce lo stesso titolo, si adatta perfettamente a dare la carica in una giornata no o particolarmente impegnativa, così come in palestra.
Il Dj, con questo brano, torna a infiammare i dancefloor con groove, bassi potenti e la voce energica di Reverend Haus. La traccia nasce dalla collaborazione con Luis Rodriguez, Paolo Sandrini e la voce unica di Reverend Haus ed è stata prodotta tra Los Angeles e l’Italia.
Con una carriera ormai trentennale, Cristian Marchi è un’icona della dance e tra i suoi brani più iconici ricordiamo “Love Sex American Express” che riflette l’ essenza del suo progetto artistico.
La passione di Cristian Marchi per la musica da club e una fortissima connessione con il pubblico lo rendono uno dei DJ più acclamati anche a livello internazionale.
Abbiamo fatto con lui una piacevole chiacchierata tra passato e futuro della musica dance, guardando anche al successo che stanno ottenendo artisti affermatisi negli stessi anni di Marchi, come Gabry Ponte e Gigi D’Agostino.
INTERVISTA
Ciao Cristian,
“Motivation” è un brano che si adatta benissimo a dare energia e buonumore all’ascoltatore. Cosa ti ispira a trovare sempre dei beat così coinvolgenti?
In questo momento avevo la necessità di fare il follow up di un brano, uscito ormai un anno fa, che sta andando ancora molto forte e che si intitola “Fast Cars & Superstars”, molto in trend anche sui social e sulla base della quale sono stati realizzati tantissimi Tik tok.
Respirando gli umori della gente che frequenta i Club, ho deciso di mantenermi sullo stesso sound, sul genere motivazionale, per dare la carica e l’energia a chi deve affrontare una giornata in cui, magari, le cose non vanno tanto bene…
Hai iniziato ad esibirti alla console che non avevi neanche quindici anni, come ti sei avvicinato a questo genere?
La prima attrazione l’ho avuta per il giradischi, da lì ho iniziato a capire che mi piaceva manipolare la musica e “toccarla”, anche attraverso un supporto fisico come, appunto, il vinile.
Dopodiché, ho iniziato a creare musica e ad inserire anche altri strumenti, come il campionatore, che negli anni ‘90, quando ho iniziato, era uno strumento che in pochi usavano; solo chi faceva produzione lo valutava come mezzo da avere assolutamente in studio.
A 15 anni, la prima radio nella quale ho lavorato mi ha dato la possibilità di esibirmi ed è la stessa che mi ha fatto da trampolino di lancio nei locali, perché mi contattavano in diretta per potermi esibire.
Da lì in poi è stato un susseguirsi di eventi, che hanno contribuito alla mia formazione: ho iniziato come aiuto del DJ resident in un locale dove facevo musica da pre-serata: da James Brown al primo album dei Jamiroquai “Emergency on Planet Earth”. Dopo ho incominciato a suonare anche la domenica pomeriggio, prevalentemente musica dance, e a spaziare con i generi, e questa cosa mi ha portato a maturare una visione della musica molto più ampia rispetto a tanti altri artisti, che tendono a non uscire di fuori dalla loro nicchia.
Di giorno continuavo a lavorare in radio e ad avere a che fare con i cantautori della musica italiana e internazionale, e tutto questo mi ha portato ad avere un gusto musicale molto variegato.
Nel 2007 ho fatto il primo disco, che mi ha cambiato la vita: “We are perfect”; da lì sono arrivate tutte gli altri tra cui “Love Sex American Express” e così ho creato il mio sound distintivo, che mi ha permesso di costruire il mio futuro su determinati parametri e di essere riconoscibile in un mondo in cui tutti tendono a uniformarsi per seguire gli algoritmi che governano il nostro mondo.
Tra l’altro “Fast Cars & Superstars” sta andando molto bene in Asia e spero che sia la stessa cosa anche per “Motivation”.
Come è cambiata la musica disco in questi vent’anni?
Si sa che la musica è come la moda, è ciclica, prima o poi tutto torna.
Se, quando io ho iniziato, la musica house era l’assoluta protagonista insieme alla musica dance, intesa come musica elettronica, ad oggi non è più così.
Oggi prevale la scena urban e, in Italia, la stanno facendo da padroni la trap e il reggaeton, che sono molto seguiti.
Gli artisti di questi generi hanno milioni di follow e, siccome credo fortemente nell’influenza sociale, se hanno così tanto seguito, in qualche modo contaminano anche gli ascolti.
Mentre prima c’era più difficoltà ad accedere alle informazioni, oggi c’è un eccesso di informazione: esce continuamente musica, ogni minuto viene pubblicato un disco nuovo, quindi l’offerta è veramente tanta e le distrazioni sono aumentate. Questo ha prodotto un allontanamento dagli equilibri sonori che hanno sempre primeggiato.
Hai remixato “Con il Nastro Rosa” (cover di Lucio Battisti). Quando si va a toccare un brano così conosciuto e amato, non si ha un po’ di timore?
Esattamente, per questo con “Con il nastro Rosa”, così come per gli altri brani che remixo, agisco sempre con il massimo rispetto ed educazione…so quanto sia importante mantenere lo stesso feeling che ha dato l’artista originale e, dato che mi capita di sentire delle cose fuori luogo e anche denigranti per chi le ha fatte, non voglio assolutamente stravolgere con il mio intervento ma attualizzare.
Tempo fa ho mixato “Baker Street” di Gerry Rafferty, che è un disco iconico, cercando di mantenere il più possibile le sue vibes, però mettendogli il mio suono; stessa cosa ho fatto con “Your Loving Arms” di Billie Ray Martin, dando quello che secondo me mancava a quel disco: una pulizia a livello estetico, migliorando l’intonazione delle voci e facendo degli arrangiamenti diversi, molto più coinvolgenti.
A breve, pubblicherò il mio remix, che saranno due remix, di “I like Chopin” di Gazebo, che fin ora non aveva mai autorizzato dei remix del suo disco. Nel mio caso, gliene ho proposti due e lui li ha autorizzati entrambi.
Sono felice di avere incontrato la sua visione, rendendo un brano degli anni 80, moderno, come nel caso di “Con il nastro rosa” Battisti, mantenendo il feeling che avevano gli originali.
Chi mi ascolta nei miei Dj set, si rende conto che io faccio dei set totalmente personalizzati, dal primo all’ultimo disco che suono, sono tutti miei remix o remix non ufficiali di brani che sono in trend o di grandi successi e di cose che mi piacciono: odio fare i dischi con lo stampino!
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Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)