Si è tenuta ieri sera – venerdì 26 ottobre – presso la Casa della Musica la tappa napoletana dello “Sputnik tour” di Luca Carboni: il cantautore bolognese ha presentato in toto il tredicesimo album in studio “Sputnik”, pubblicato lo scorso 8 giugno per Sony, e riproposto i suoi più grandi successi. L’evento è stato organizzato da Veragency e F&P Group.
Il concerto inizia puntuale alle 21, la sala più capiente della Casa della Musica non registra il tutto esaurito, ma il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni: un pubblico molto eterogeneo, segno che il sound di Carboni accomuna diverse generazioni. L’incipit è affidato a “Segni del tempo”, traccia d’apertura del nono album in studio “…le band si sciolgono”. “Ciao Napoli! Come state?”, Luca saluta così i suoi fan prima di intraprendere questo viaggio con cui ripercorre la sua ultratrentennale carriera, tra brani del nuovo disco e cavalli di battaglia. Tra i pezzi di “Sputnik” spicca sicuramente l’ultimo singolo estratto “Io non voglio”, scritto in collaborazione con Calcutta e Dario Faini: la gente approva e ne conosce già a memoria il ritornello.
Come ci si poteva aspettare, la setlist offre tanto spazio anche ad un album come “Pop-up”, con il quale il cantautore è tornato in auge, anche grazie alla potenza radiofonica di alcuni singoli, tra cui “Bologna è una regola”, omaggio doveroso alla città che cinquantasei anni fa gli diede i natali. Si prosegue con un medley in acustico: Carboni, accompagnato dal chitarrista Vincenzo Pastano e dal tastierista Fulvio Ferrari Biguzzi, esegue una delle sue poesie in musica – “Farfallina” – sostenuto a gran voce da tutta la platea. Il momento più toccante del live si protrae con l’emozionante interpretazione di “Silvia lo sai”, un vero e proprio capolavoro che affronta un tema purtroppo sempre più attuale come quello della droga.
Può sperimentare nuove sonorità e rinnovare la sua cifra stilistica, ma in fondo è sempre lui – “Luca lo stesso” – come sottolinea nel singolo trainante di “Pop-Up” con il quale ha dato il via ad una sorta di nuova giovinezza. Prima del classico bis, il cantautore presenta i suoi compagni di viaggio – Antonello Giorgi (batteria), Ignazio Orlando (basso), Mauro Patelli e i già citati Vincenzo Pastano (chitarre) e Fulvio Ferrari Biguzzi (tastiere e synth) – mentre la scaletta ci regala un altro successone: i fan abbandonano i loro posti numerati per avvicinarsi alla transenna e scatenarsi sulle note della più rockeggiante “Ci vuole un fisico bestiale”.
A questo punto Luca e la sua band abbandonano la scena salvo poi riprendere le loro postazioni per il gran finale. Un boato accoglie l’intro di “Mare mare”, tormentone dell’estate 1992, nonché vincitore di quell’edizione dell’ormai defunto Festivalbar. Da un’estate all’altra, ecco che arriva l’attesissimo momento della hit “Una grande festa”, cantata a squarciagola da tutti i presenti: mai titolo fu più azzeccato per descrivere questa serata di oltre due ore di musica pop e rock.
Luca Carboni è sempre stato uno al passo coi tempi, nella scrittura così come nelle scelte dei sound, ma oltre ad essere un avanguardista si è dimostrato anche un grande intrattenitore: il cantautore bolognese mastica il palcoscenico da così tanti anni che ormai può considerarsi quasi la sua seconda casa.
Di seguito la setlist del live:
Segni del tempo
Amore digitale
Il tempo dell’amore
I film d’amore
Io non voglio
L’amore che cos’è?
2
La nostra strada
L’alba
Bologna è una regola
Sputnik
Ogni cosa che tu guardi
Il mio cuore fa ciock
Farfallina
Gli autobus di notte
Stellina (dei cantautori)
Silvia lo sai
Luca lo stesso
Prima di partire
Inno nazionale
Dieci minuti
Ci vuole un fisico bestiale
Mare mare
Una grande festa
Fragole buone buone
Vieni a vivere con me

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