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Intervista ad Angela Jardina, che ha appena pubblicato “Sacrilegious”

by Leslie Fadlon
Angela Jardina

E’ disponibile in digitale “SACRILEGIOUS”, il brano d’esordio della talentuosa cantautrice americana ANGELA JARDINA.

“Sacrilegious” è un brano dalle sonorità pop-soul con influenze R&B che esplora la complessità delle emozioni all’interno di una travagliata relazione d’amore. Il testo, scritto interamente dall’artista, intende esprimere la frustrazione e il dolore che emergono quando i segreti e la mancanza di trasparenza minano il legame tra due persone. Angela intrattiene un dialogo intimo e diretto con il partner, cercando di liberarsi dal peso delle ombre che gravano sulla relazione. Il brano, allo stesso tempo, non è solo un’espressione di vulnerabilità, ma anche una chiamata alla sincerità e all’onestà. La voce intensa di Angela riesce perfettamente a evocare e comunicare queste emozioni, grazie alla sua attitudine e al suo groove blues. Angela Jardina nasce nel 2001 a Bangkok da padre siciliano e madre thailandese e attualmente vive a Houston, in Texas (Stati Uniti). La dualità culturale ha arricchito la sua vita e la sua arte, permettendole di esplorare e fondere influenze e sensibilità musicali diverse. La sua infanzia è stata segnata dall’amore per l’Italia e per la musica italiana, ascoltando artisti come Lucio Dalla, Mina e Pino Daniele. La sua più grande fonte di ispirazione è Amy Winehouse, artista a cui si è sempre sentita molto affine musicalmente. Angela ama cantare Blues e R&B, dilettandosi nell’improvvisazione ed esibendosi localmente in una cover band dall’età di 16 anni.

Leggi la nostra intervista ad Angela Jardina!

Ciao Angela, come è stato pubblicare “Sacrilegious” e come nasce questo brano?

Ciao a tutti! È stato bellissimo e emozionante, sono orgogliosa di tutto quello che è stato fatto. Spero possa piacere altrettanto a chi lo ascolterà. La canzone nasce in seguito a un’esperienza personalissima, ossia la fine di una relazione che mi ha spezzato il cuore. Io ho scritto la canzone inizialmente in acustico, quindi il testo e gli accordi e grazie alla direzione artistica di Francesco Maria Gallo è diventata quello che è ora, il coronamento di mesi di modifiche e cambiamenti.

Sappiamo che ne hai scritto il testo; che tipo di processo è stato?

È stato un processo che ha richiesto molta onestà nello scrivere e anche l’ammissione a me stessa di molte mie vulnerabilità, colpe e difetti. C’è stata anche molta ricerca nello stile, per arrivare a trovare quello più adatto a quello che cercavo di trasmettere.

Alla produzione c’è la Wedo Label, mentre la musica è di Francesco Maria Gallo. Come sono avvenuti questi incontri così cruciali?

L’incontro con Francesco Maria Gallo è avvenuto in modo fortuito, ci siamo fin da subito trovati affini nel nostro amore per la musica. Tutto questo nella cornice di Bologna che è una città che amo molto. Il resto è purtroppo avvenuto virtualmente dato che io abito in Texas.

Quali sono le tue maggiori influenze a livello culturale e musicale?

Le mie più grandi influenze culturali derivano dai classici americani, andando dagli anni quaranta agli anni Settanta. Ha avuto impatto su di me qualsiasi lato di questa cultura: dai film western, al Jazz, alla commedia. Ho sempre amato l’intrattenimento americano e credo che il mio gusto venga direttamente da lì. Per quanto riguarda la musica, prendo ispirazione da artisti Blues da tutto il mondo: da Amy Winehouse a Pino Daniele.

Ha iniziato a cantare e a suonare da adolescente. Quali sono i sogni nel cassetto realizzati e quelli su cui stai lavorando?

È sempre stato un mio sogno esibirmi davanti alle persone, suonare uno strumento, scrivere e registrare la mia musica ed esserne autenticamente soddisfatta. La maggior parte di questi sogni si è realizzato in piccola scala, mi auguro semplicemente di continuare a scrivere la mia musica.

La canzone che avresti voluto scrivere?

Wow, ce ne sarebbero tantissime. Direi Tears dry on their own di Amy Winehouse.

Della musica attuale cosa ti piace e cosa non ti piace?

Quello che non mi piace è quanto siano iper prodotte alcune canzoni oppure quanto i testi siano vuoti e superficiali. Questo tipo di canzoni mi fanno sentire lontana dalla verità e dell’autenticità che è essenza dell’arte. Tutto il resto mi piace.

Il concerto più bello della tua vita?

Sono stata a un concerto jazz al Village Vanguard al Greenwich Village a New York ed è stata un’esperienza che posso decisamente definire quasi religiosa.

Infine, come possiamo seguirti e quali sono i tuoi prossimi progetti?

Potete seguirmi su Instagram, dove pubblico tutti gli aggiornamenti. Attualmente sto lavorando ad un album di 5 canzoni con un amico e dovrebbe uscire prima della fine dell’anno. Stay tuned

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