Intervista a Eugenio Ripepi, tornato all’impegno sociale dopo una parentesi spensierata punk-rock

di Leslie Fadlon

E’ disponibile in digitale “UN PASSATO DA UOMO” (distribuzione ADA Music Italy, https://ada.lnk.to/unpassato), il nuovo brano del poliedrico artista EUGENIO RIPEPI. “UN PASSATO DA UOMO” è un ritorno all’impegno sociale del cantautore dopo la parentesi spensierata punk-rock del suo ultimo brano “Paura di vivere”. Il brano racconta la struggente storia di un ragazzo di 13 anni costretto a vivere per strada, ai margini della società. Si sente diverso dagli altri coetanei e condivide le difficoltà, la solitudine e la sofferenza di chi non ha una casa e deve lottare per la sopravvivenza ogni giorno. Nonostante le tematiche affrontate, la canzone inizia lentamente, poi grazie a un crescendo emotivo musicale, culmina in un finale allegro e potente con accenti punk rock. Questi ultimi rappresentano la svolta positiva nella vita del protagonista, che trova finalmente un po’di speranza e di felicità grazie all’adozione da parte della famiglia che lo ha accolto.

Ne abbiamo parlato con Eugenio in quest’intervista, buona lettura!

Ciao Eugenio, benvenuto. Come nasce il tuo nuovo singolo, “UN PASSATO DA UOMO”?

Nasce dallo sguardo sulla realtà che ci circonda e che troppe volte per comodità facciamo finta di non vedere. Tante persone vivono in povertà. Tanti sono bambini. Ci svegliamo ogni mattina con la fortuna di avere acqua calda con cui lavarci, con la possibilità di non dover armarci di secchi per cercare un pozzo lontano, di poter bere senza stare male, e queste cose sono solo un piccolissimo aspetto della nostra quotidianità, che diamo per scontato. Il pensiero di un bambino che vive per strada è qualcosa che dovrebbe muoverci. E invece siamo seduti, come diceva Rimbaud, “Les Assis”.

Come si fa ad unire arte ed impegno sociale senza sembrare forzati?

Ci sono molte correnti di pensiero. A me piace pensare che se si scrive per ispirazione nulla appare forzato, e che se l’arte non ha una direzione, anche quella dell’impegno, è vuota. E non è arte. Magari è intrattenimento. Comunque un’altra cosa. Senza un’ispirazione, un motivo, tutto appare forzato: un verso, una strofa, un melodia, un racconto, un romanzo, un’intervista.

Al brano, accanto a te, troviamo Simone Mazzone (chitarra), Mauro Vero (chitarra), Lorenzo Lajolo (basso), Folkert Beukers (batteria). Come è nato il pezzo, a livello di costruzione e melodie?

Io scrivo sempre le melodie dei miei brani, oltre al testo. Siamo partiti da quell’arpeggio di chitarra elettrica che suono all’inizio del pezzo. I musicisti che hai citato, e ti ringrazio per averlo fatto, sono miei cari amici, e l’aspetto più appassionante e divertente della costruzione di questi singoli, che comporranno un album in uscita il prossimo autunno, è proprio costruire insieme gli arrangiamenti e trovare una sintesi alle idee di ognuno, tutte plausibili, tutte interessanti. Simone Mazzone ha una formazione di musica da camera con cui è spesso in tournée, e si divide tra animo classico e animo rock. Ci conosciamo da vent’anni. Anche con Mauro Vero ci conosciamo da una vita, è uno dei chitarristi liguri più quotati, famoso ben oltre la regione in cui risiedo. Queste due chitarre, ritmiche e soliste insieme, sono uno splendido svolgimento di idee inespresse sulla mia. La sezione ritmica spinge tanto. Lorenzo Lajolo, anche lui amico caro da vent’anni, sempre con belle idee armoniche rotolanti, sempre di buonumore come me, riesce anche ad adattarsi bene alle proposte della batteria. E con lui di batteristi ne abbiamo visti tanti in questi anni. E Folkert Beukers è stata la nostra fortuna, incontrare questo ragazzo veneto trasferito in Liguria per amore, che ha suonato con Adam Bomb negli Stati Uniti e in giro per il mondo, e che ha fatto svoltare il gruppo, regalandoci la vera anima punk che cercavo da tempo. Tutto sempre con tanta allegria, prova dopo prova.

E per il videoclip a cosa vi siete ispirati? Inoltre, il video è stato presentato durante un evento particolare, ce lo racconti?

Nel videoclip ho voluto fortemente non comparire, lasciare spazio all’epopea di questo ragazzino, interpretato magistralmente dall’attore Maicol Cepollini, e da Aya Madoium, la ragazza che lo aiuta e lo salva recuperandolo dalla strada. Il video è diretto da Sandro Bozzolo, che è un regista straordinario, molto impegnato, anche all’estero. È stato presentato al Cinema Centrale di Imperia insieme a Frontiera 2053, film di cui Bozzolo ha curato la regia, in cui ho fatto il coach acting, tirando fuori dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Pieve di Teco e Pontedassio le emozioni che hanno saputo sapientemente gestire davanti alla macchina da presa.

Eugenio, come nasce la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica nasce da bambino, quando suonavo sulla pianola Bontempi a orecchio. Non so scrivere le note, ma sono sempre stato attratto dalla forma espressiva musicale, e quando ho imparato da autodidatta a suonare le basi della chitarra è venuto automatico accompagnare i testi che già scrivevo. Diciamo che senza la chitarra di mia cugina nella casa al mare da adolescente, l’ultimo periodo in cui ho avuto molto tempo a disposizione e la possibilità di imparare qualcosa per passione, molte cose non sarebbero successe.

Sei anche attore e scrittore; qual è la cosa di cui vai più fiero di aver creato, finora?

È una domanda troppo difficile. Non ci sono lavori che prediligo rispetto ad altri, ma ogni lavoro ha qualcosa che mi rende orgoglioso del risultato. Come attore in genere recito testi di altri, e, solo più raramente, cose mie. Come scrittore e come cantautore ho la possibilità di portare fuori il mio mondo: quindi lo ritengo più importante, se mi chiedi di fare una sorta di classifica. Fare l’attore però mi diverte moltissimo in ogni caso.

Hai un sogno nel cassetto?

Sì, ma mi hanno ciulato la scrivania. Una citazione del grandissimo Flavio Oreglio. Scherzi a parte, mi piacerebbe avere più tempo. Questo è il mio sogno.

I tuoi artisti del cuore?

I miei artisti del cuore sono quasi tutti cantautori o gruppi, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, i Green Day, i Queen, Roberto Vecchioni, gli U2, i REM. Sono tanti, troppi da elencare. Ci sono anche tanti attori, americani e italiani della vecchia guardia. Faccio più fatica a trovare carismatici i contemporanei.

Infine, quali sono i tuoi prossimi progetti?

A parte le regie e le tournée teatrali che sto preparando, siamo impegnati con i musicisti che hai citato nella preparazione del nuovo album, che uscirà in autunno. Questo è il progetto a cui tengo di più.

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