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Intervista a Blindur, che canta di una felicità non condizionata

by Leslie Fadlon
blindur

3000remiX” è il nuovo EP di BLINDUR, contenente 7 versioni inedite, rimasterizzate e remixate del brano “3000X”, estratto dall’album “A”, secondo lavoro discografico del progetto guidato dal cantautore e produttore Massimo De Vita.Il disco “A”, pubblicato nel 2019, è stato accolto con entusiasmo dalla critica, che lo ha recensito sulle principali testate, e portato a lungo in tour, consolidando l’apprezzamento del pubblico per il coinvolgente assetto live della formazione, che vanta oltre 350 concerti in Italia e all’estero con aperture che vanno da Damien Rice a Jonathan Wilson, passando per Niccolò Fabi, Cristina Donà, Tre allegri ragazzi morti e numerosi altri. Blindur, ora, fa rivivere la canzone “3000X” lavorando in sinergia con numerosi dj e producer della scena nazionale e internazionale: da Marco Messina dei 99 Posse a Speaker Cenzou, con riletture che vanno dalle sonorità reggae a quelle psichedeliche, tutte confluite in una sperimentazione che ha fatto nascere 7 nuove canzoni da una stessa identica anima. Dall’EP è stato estratto il videoclip della versione del brano nel remix a cura di Marco Messina. Ne abbiamo parlato con Massimo De Vita in quest’intervista, buona lettura!

L’intervista a Blindur

Ciao Massimo e benvenuto! Ci racconteresti la genesi di “3000remiX”, il tuo nuovissimo EP?

3000remiX è un Ep nato con molta naturalezza e spontaneità; mi piacciono le sfide e le contaminazioni e, praticamente già solo nell’idea, 3000remiX ha proprio queste due caratteristiche come fondamenta: stravolgere un brano che avevo già portato ad un punto in cui ero molto soddisfatto e stravolgerlo in modo strambo con nuovi artisti. Praticamente il top!

Perché scegliere proprio questo brano?

3000X è una canzone molto importante per me, lo era già quando era solo un provinaccio, lo è stato ancora di più quando ha raggiunto la sua prima veste ufficiale ed è esplosa portandola live. Ha un testo enigmatico, onirico, un’attitudine quasi mantra, c’è il rock, la musica africana e un sacco di altre cose che sento appartenenti al mio DNA; questi semi sono fioriti durante il tour di “A”, perché la canzone è diventata una lunga trance strumentale, piena di citazioni, da Pino Daniele ai Led Zeppelin. In definitiva mi sembrava un reato che non si accendesse una luce speciale su questa canzone che non era stata scelta come singolo a suo tempo e a cui non sarebbe bastato un semplice video.

‘’Felicità è il nome del coltello che tortura l’umanità’’ è una strofa molto incisiva: esiste un rimedio, secondo te?

Più che la felicità in quanto idea, il problema per me è legato al modello di felicità proposto oggi: un’ossessiva, folle, gara a chi è il più bravo, il più bello, il più ricco, più alla moda, più potente, con i numeri più grandi. È evidente che questo modello così competitivo e spietato, isola le persone mettendole tutte l’una contro l’altra, alla ricerca di una felicità basata sul possesso e sull’inevitabile riconoscimento da parte degli altri: praticamente una condanna a vita alla frustrazione, all’insoddisfazione, all’infelicità se non si arriva primi. Soluzioni ne esistono miliardi, almeno una specifica per ogni persona, ma nella canzone provo a far appello a quelle voci più primitive, più istintive, senza filtri e quindi senza condizionamenti sovrastrutturali, che possono sicuramente guidarci, ognuno nel suo speciale percorso, verso un tipo di saggezza più essenziale, più accessibile, più collettiva, più vera.

Nell’Ep ci sono vari ospiti: come sono nati i vari remix?

Come sempre storie e aneddoti per Blindur si sprecano!!! ADM e Whodamanny sono due dj che spesso frequentano il nostro studio “le nuvole” a Napoli e loro sono stati un po’ quelli che hanno aperto le danze, proprio in nome dell’amicizia con tutta la band; con Marco Messina, membro di una delle band della vita per me, i 99 posse, l’idea di collaborare è nata durante le assemblee di “Intermittenti spettacolari”, un coordinamento di lavoratori dello spettacolo nel quale sono molto coinvolto da alcuni mesi per la rivendicazione dei diritti della mia categoria lavorativa, per la pianificazione di laboratori creativi e per la proposta di riforme per lo spettacolo; ancora per esempio il Mago e Indigo, tutte persone splendide incontrate in questi anni di tou. Speaker Cenzou, un altro gigante della musica napoletana, che incrociai tempo fa durante un evento di promozione radiofonica, fino ai ragazzi della Sanacore All Stars, tutti appassionatissimi di reggae, musicisti e producer che frequentano uno dei posti dove amiamo passare lunghe serate a base di rum e vinile. Tutto molto naturale insomma.

Il tuo ultimo disco, “A”, ti ha portato molto successo e un bellissimo tour. Quali sono i ricordi più belli che vi si legano?

Ogni tour è sempre pieno di momenti memorabili, al tour di “A” lego la nascita dell’attuale band ovviamente, un evento che ha cambiato moltissimo l’atmosfera e le dinamiche di Blindur. Ricordo come magiche le due serate in cui sono stato apertura di J Mascis dei Dinosaur J, roba che non ci si crede! Ma anche un bellissimo live a Torino per i ragazzi di Offtopic, a Milano da Germi, un concerto quasi improvvisato da manifattura tabacchi a firenze, fino a due eventi pazzeschi al Disorder festival di Eboli (dove duettai con Gyda Valtirsdottir degli islandesi Mum) e a la tempesta su marte a Roma. Ci tengo però anche a ricordare delle serate meravigliose in posti che purtroppo non sono sopravvissuti a questo disastro del Covid, l’arci oibò di Milano, Na Cosetta a Roma e altri importanti e fondamentali luogi della musica in Italia, senza i quali dovremmo sentirci tutti meno fortunati.

Nella tua carriera però hai suonato su oltre 350 palchi; c’è un’esperienza in particolare che vorresti ripetere?

Ce ne sono mille!!! Suonare con Damien Rice al People festival di Berlino, il palco del SXSW festival di Austin in Texas, L’Iceland airwaves festival di Rekjavik, ma anche l’apertura con relativo duetto con Cristina Donà alla Flog di Firenze o con Niccolò Fabi a Milano, i Tre Allegri Ragazzi Morti al Rivolta di Marghera, l’Alcatraz con gli Zen Circus o Con Calcutta a Tutto Molto Bello. Sto sicuramente dimenticando qualcosa ed escludendo quella miriade di piccoli club che amo infinitamente e dove spero di tornare appena sarà possibile.

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Com’è andato il tuo lockdown a livello artistico?

Ho fatto alcune divertenti dirette, nelle quali ho suonato cose diverse dal solito, sperimentando dal reading al riarrangiamento di una miriade di cover, ma ho anche scritto abbastanza per i miei standard (sono lentissimo di solito!!!), anche se mi è mancato da morire non poter continuare il tour che era in corso e dover rinunciare, per il momento, al tour negli USA che pianificavamo da un pezzo.

Anche nel 2020 sei fra i finalisti del Premio Bindi e di Musicultura: come ti senti a riguardo?

In realtà la gara è ancora tutta aperta, a settembre saremo sul palco del Premio Bindi, sono certo sarà un’esperienza fighissima, e al momento siamo in attesa di sapere come finirà la nostra seconda esperienza a Musicultura, ci auguriamo ovviamente di riuscire ad essere tra gli otto vincitori e portare la nostra “Invisibile agli occhi” sul palco dello Sferisterio di Macerata!!! Incrociamo tutte le dita che abbiamo!!!

Per chiudere, vorrei chiederti quali sono i tuoi prossimi progetti e se, con la tua formazione, stai progettando nuove date. Grazie!

Stiamo piano piano iniziando a lavorare in studio su nuove canzoni, è presto per dire che siamo a lavoro su un nuovo disco, ma l’intenzione è quella. Certamente torneremo live, alcune cose si stanno già aggiungendo al nostro calendario, anche se per una band veramente indipendente come noi, il lavoro è molto duro in questo momento. Ci sarebbero altre mille cose in cantiere, un lavoro totalmente strumentale, un reading al quale avevo iniziato a lavorare mesi e mesi fa, ma no spoiler, seguiteci che se ne vedranno delle belle!

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