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Il Cantastorie recidivo Silvestri sul palco del Festival Abbabula

by Alessia Andreon
Fabi Gazzè Silvestri Circo Massimo Andrea Melaranci 04

In una inedita veste intima, il Cantastorie Recidivo Daniele Silvestri si è esibito ieri sera ad Alghero, nella corte de Lo Quarter, sul palco del Festival Abbabula.

In questo tour estivo, Silvestri si è presentato con una formazione inedita in trio, accompagnato da due formidabili musicisti, amici e compagni di viaggio: Marco Santoro (cori, fagotto e tromba) e la new entry Davide Savarese (percussioni e cori).

Il cantautore romano ha raccontato di come le storie siano fondamentali nella formazione di ciascuno di noi; fin dall’ infanzia, infatti, le storie che ci vengono raccontate sotto forma di favole, ci insegnano la distinzione tra giusto e sbagliato, ma anche la responsabilità che queste scelte impilicano.

Su queste basi è stata impostata una scaletta che attinge dai dieci album pubblicati in trent’anni di carriera.

Il concerto

Si parte con un brano del 2011, contenuto in S.C.O.TC.H.: Le navi, che ci porta subito a riflettere su speranze e storie, di chi parte alla ricerca di un futuro migliore, naufragate insieme alle barche che dovevano portarli lontano dalla disperazione.

Il concerto prosegue con L’uomo intero, del 1994, toccante ricordo del padre Alberto Silvestri, e citazione riferita, non a caso, a quella voglia di raccontare storie che è, evidentemente, dote ereditaria.

Si passa a due brani tratti dall’album del 2007, intitolato Daniele Silvestri: Mi persi e Il suo nome, che trovano una loro dimensione ideale nell’esecuzione in trio.

Il percorso prosegue con Senza far rumore, che conclude il cerchio di chicche poco eseguite e apre a un cambio di passo.
Ecco che arrivano, quindi, brani come Ma che discorsi e Strade di Francia, seguiti da La classifica e Le cose in comune, sicuramente più trascinanti e conosciuti dal numeroso pubblico che ha riempito Lo Quarter per il Festival Abbabula.

Durante la serie di trenta concerti all’ Auditorium Parco della Musica, tenuti nei primi mesi del 2024, il cantautore romano aveva chiesto ai suoi “Testardi” di suggerirgli qualche canzone che avrebbero voluto sentire e alcuni brani della attuale scaletta sono, sicuramente, state rispolverate in quel periodo, come per esempio Sogno B.

Si sa che i testi di Silvestri non sono mai leggeri come potrebbero apparire, come Monetine, che inaugura i brani dedicati alle splendide contraddizioni dell’Italia, insieme a Questo paese.

Il viaggio prosegue con La mia casa, che ci riappacifica con il mondo e,soprattutto, con quelle criticità del bel Paese, evidenziate dai due brani precedenti.

Poi è la volta di una canzone che è stata così a lungo cantata della grande Mina, da farla percepire allo stesso autore Silvestri, quasi come in corpo estraneo nel suo repertorio, e la cover di Disamistade di Fabrizio de André.

Daniele Silvestri non è certo uno che mantiene il distacco dal suo pubblico e, La bambina è il girasole, è il frutto dell’interazione tra il cantautore e le storie che gli sono state raccontate, in un’esperimento che dimostra anche il rapporto di confidenza che si è instaurato negli anni con i fans.

A sorpresa sale sul palco di Alghero il collega e amico Wrongonyou per While the children play, che ci riporta alla tragica attualità delle guerre.

In queste due canzoni c’è tutta la contrapposizione di due mondi che coesistono: una bimba che coltiva un girasole nato tra le mattonelle del balcone, nel terrore di essere sgridata dalla mamma per non averlo estirpato come aveva chiesto e, dall’altra, i bambini che, nelle zone di guerra, giocano con le bombe, perché anche quelle sono diventate parte della loro normalità.

Si va verso la fine del concerto con una canzone d’amore: Occhi da orientale; segue Il mio nemico, che racconta i fatti successi ormai 20 anni fa durante il G8 di Genova, eseguita, non a caso, in prossimità dell’ anniversario.

È quasi il momento di congedarsi e non poteva mancare l’omaggio a Renato Vicini, scomparso lo scorso anno, che ha ispirato A bocca chiusa. Il brano è anche tema del film campione d’incassi di Paola Cortellesi, C’è ancora domani.

Nel bis, Daniele Silvestri ha invitato il numeroso pubblico del Festival Abbabula ad avvicinarsi sottopalco, per cantare insieme Salirò, La paranza e l’intramontabile classico silvestriano, Cohiba.

Scaletta

  • Le navi
  • L’uomo intero
  • Mi persi
  • Il suo nome
  • Senza far rumore
  • Ma che discorsi
  • Strade di Francia
  • La classifica
  • Le cose che in comune
  • Sogno B
  • Monetine
  • Questo paese
  • Le mia casa
  • Banalità
  • Il secondo da sinistra
  • Disamistade
  • La verità
  • Pensieri a metà
  • La bambina è il girasole
  • While the children play ( con Wrongonyou)
  • Occhi da orientale
  • Il mio nemico
  • A bocca chiusa
  • Salirò
  • La paranza
  • Cohiba
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