Gulliver (Giò Sada): “Attraverso il mio nuovo disco, “Terranova”, ricerco me stesso” – INTERVISTA

di Alessia Bisini

Esce oggi “Terranova“, il nuovo album di Gulliver (Giò Sada), realizzato con Kallax Records / Faro Records e distribuito da Artist First.

Si tratta di un progetto discografico che rappresenta un nuovo inizio per il cantautore pugliese che, attraverso questo album e questo nuovo progetto, vuole riportare la musica all’esperienza dell’ascolto svincolandola dal legame con l’immagine, l’esteriorità, dal rapporto col pubblico attraverso il “personaggio” e non il contenuto. L’obiettivo è ritornare a una dimensione più autentica, come esperienza di condivisione. 

Inside Music ha scambiato quattro chiacchere con Giò, in occasione dell’uscita del disco. Scoprite di più continuando a leggere la nostra intervista!

Ciao Giò! Come nasce il progetto Gulliver? 

Il progetto Gulliver nasce da una mia esigenza naturale, dopo essermi reso conto che il desiderio di renderlo realtà stava spingendo in me da troppo tempo. Nasce tutto da un giro di chitarra, da cui poi è nata la canzone “Terranova” (contenuta nel disco e che da il titolo al nuovo album ndr.) che è stata la madre di questo lavoro. Gulliver non è il mio alter ego, bensì una band. Con questo nome sono riuscito a riassumere tutto ciò che mi è successo in questi ultimi tre anni. Gulliver, infatti, è il protagonista dell’opera dello scrittore irlandese Jonathan Swift e nel libro in questione arriva in una terra a lui sconosciuta attraverso un’esperienza che non aveva previsto, ovvero il naufrago, dovendo conseguentemente mettersi in guarda da tutto ciò che lo circonda e avventurandosi in questo imprevisto. Mi rivedo in questa figura letteraria perchè è quello che è metaforicamente successo anche a me in questi anni. Si è verificata una tempesta improvvisa che mi ha messo nella condizione di dover affrontare tanti aspetti molto personali della mia vita. Il punto di origine di questo disco è un diagolo interiore, incominciato tre anni fa con un processo di scrittura attraverso il quale sono nate molte canzoni e non tutte sono state inserite in “Terranova”. Sono canzoni che riassumono cosa significhi sentirsi Gulliver e un elogio al naufragio, non nella sua parte tragica, bensì nel bello che ne consegue. Mi piace affrontare l’ignoto, perchè sono una persona schematica che cerca di prevedere tutto. Se da un lato mi sconvolge, dall’altro lato mi spinge a mettermi in gioco e cambiare“.

Oggi è uscito il tuo nuovo disco: “Terranova“. Raccontaci la sua gestazione, le sue tematiche centrali e le sue influenze primarie.

Le influenze di questo disco vanno dal cantautorato italiano alle colonne sonore, che amo profondamente. Le tematiche trattate in questo disco invece sono la ricerca di sé, della vera espressione di sé in particolare, poichè a volte viene falsata. Tendiamo a falsare la percezione che abbiamo di noi stessi: spesso mi sono messo dei paletti, pensando di poter fare solo certe cose e altre no. Mi sono reso conto di come fossero solo delle imposizioni che io sceglievo di voler avere, ma il più delle volte non è così. Ascoltando il disco, si scopre che tra tutti i pezzi contenuti in “Terranova” c’è un filo conduttore: l’accettazione piena di sé stessi e il non essere disposisti ad essere la versione migliore di te per gli altri. Bisogna essere la versione migliore di noi stessi PER noi stessi. Un’altra tematica molto importante affrontata nel disco è la bellezza delle relazioni umane, mettendo da parte quella sensazione di voler fuggire per raggiungere una libertà ideale: essere liberi non significa fuggire da chi si ama o dalle proprie responsabilità, ma è tanto altro. Ogni canzone è come una figlia per me, perchè è frutto dei pensieri che riempiono le mie giornate e della voglia di fornire nuove chiavi di lettura e di pensiero, parlando ovviamente per macrosistemi. Attraverso le mie parole e la mia musica voglio anche dare sperenza, invitando a trovare nuovi modi per unirci, perchè ce ne sono fin troppi pensati per dividerci al giorno d’oggi“.

Si tratta di un album catartico quindi. Pensi di essere riuscito ad accettarti maggiormente dopo averlo pensato, scritto e composto?

Per me è sempre complicato il rapporto con me stesso. Ci sono dei momenti in cui ti piaci tantissimo, ti guardi allo specchio e stai bene con te stesso. Poi ci sono altre giornate in cui ti senti veramente a terra. Spero con tutto il cuore che la nostra generazione non diventi un vuoto di memoria e questo lo ribadisco nel disco “Terranova”. Ci lasciamo prendere dalla rassegnazione, poichè pensiamo di non avere il potere necessario per capovolgere in meglio la situazione odierna e di liberare un sentimento di consapevolezza e convidisione e quell’energia immensa che per me è più forte di ogni cosa. Ho fatto anche tanti incontri illuminanti in questi ultimi anni e per fortuna ho avuto modo di constatare che siamo ancora capaci di fare delle belle discussioni e di trovare gli stimoli giusti per smuovere la coscienza delle persone. In questi anni ho iniziato a soffrire anche di attacchi di panico e di perdere non so nemmeno io cosa concretamente, ma attraverso la musica ho avuto la forza di dire “Basta” e di rinascere. Questo percorso è la strada giusta da seguire”.

Hai vinto X Factor nel 2015, hai qualche rimpianto rispetto a questa esperienza?

Nessuno! Ogni passo che ho fatto in questi cinque anni per arrivare a questo punto del mio percorso personale e professionale, lo rifarei. Se non avessi mai incontrato Gigi, il mio attuale manager e caro amico, non avrei mai pensato e non avrei mai voluto prendere parte ad un talent show. La nostra idea iniziale era stata quella di provare e vedere cosa sarebbe successo, ma mi sono ritrovato senza accorgermene in una tempesta. La tempesta in quesitone mi ha dato una scossa considerevole. Se prima ero costantemente nella mia nicchia, nella quale pensavo di avere pieno controllo, tutto è venuto meno. Mi sono chiesto perchè cantassi, perchè facessi questo mestiere e mi sono rimesso in discussione, anche per quanto riguarda le mie priorità. Oltre ad aver incontrario alcune persone molto importanti che fanno parte della mia attuale direzione artisica, sono riuscito a ritrovare la voglia di cantare e di scrivere. Ho scelto di intraprendere un percorso diverso e di cambiare la mia dimensione artistica. Mi sono scrollato dalle spalle la voglia di dire a tutti i costi. Ho già un mezzo potentissimo per parlarne: la mia voce, la mia musica. Con quello voglio comunicare. Spesso si creano tante polemiche inutili usando le parole sbagliate.

E di polemiche al giorno d’oggi ce ne sono fin troppe, indipendentemente da ciò di cui si parla. I social network tendono molto ad alimentare questo aspetto, sembra esserci quasi un’ossessione per la polemica.

Credo sia anche il motivo per il quale tanta gente capace e talentuosa, non si mette realmente in gioco. Ci sono persone che riescono a gestire molto bene l’essere costantemente al centro dell’attenzione, io al contrario sono molto fragile”.

Sarai in tour in giro per l’Italia questa primavera?

Assolutamente sì, spero il prima possibile. Probabilmente venerdì 28 presenteremo in diretta streaming alcuni pezzi del disco, anche per sentirci tutti più vicini al nostro pubblico.

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