Ad un anno dall’uscita dell’album Liquirizia, Federico Fabi torna con il singolo “Tutto Passa”.
Dopo la pubblicazione di “Io e me x sempre”, suo EP d’esordio, Federico Fabi conquista immediatamente il pubblico e l’attenzione degli addetti ai lavori superando il mezzo milione di ascolti online. Poi arrivano i live club romani e i palchi più importanti.
Tutto procede, inaspettatamente, molto bene e nel 2021 esce l’album ‘C’eravamo quasi’, che totalizza più di 250.000 ascolti ma il rapporto discografico con Asian Fake, che lo ha finora prodotto, finisce. Da quel momento, Federico, inizia il suo percorso da indipendente, ricominciando da zero: trova lavoro come direttore di una libreria e con i soldi che guadagna finanzia la produzione del mio ultimo album Liquirizia.
Come ci racconta nell’intervista che segue, “Tutto Passa” è un brano che ha tenuto nel cassetto per dargli maggiore risalto nella pubblicazione come singolo.
Il brano conferma la forte crescita che, negli ultimi tempi, ha avuto il cantautore romano, riuscendo a conciliare la poetica dolce e delicata, che lo ha sempre contraddistinto, con una particolare attenzione rivolta ai testi che, come ci spiega, vogliono essere un messaggio d’amore universale che è racchiuso nelle piccole cose della vita.
Ciao Federico,
la tua è la storia di un normalissimo ragazzo della periferia romana, che non pensava di fare il cantautore. Credi nel caso?
Sono molto fatalista, quindi si, ci credo.
La musica è stata come un fulmine a ciel sereno perché, in realtà, non sapevo neanche cantare bene, nel senso che non prendevo neanche una nota.
Un mio amico voleva fare il cantante e io lo accompagnavo sempre ai provini, poi la voce è migliorata e per vare coincidenze mi sono ritrovato a scrivere un album, che ho buttato giù in poco tempo, senza neanche saper bene come scrivere e che tempistiche avessi.
Mi sono sentito, nel mio piccolo, sempre molto fortunato per questa cosa, perché è come se la musica avesse scelto me e non il contrario…
È appena uscito il tuo nuovo singolo “Tutto passa”, che mantiene la stessa linea del tuo precedente album Liquirizia; come è nata?
È vero, “Tutto passa”, infatti, doveva essere in quell’album, insieme ad un’altra canzone che ho tolto, perché volevo darle un’attenzione differente.
Il titolo prende spunto da una frase che dice spesso mio padre, che di mestiere fa il filosofo e ha un’indole un po’ pessimista. Per me, invece, è una massima positiva di vita pensare che, col tempo, tutto passa.
Questa mano consolatoria l’ho voluta trascrivere in canzone e, anche qui, è intervenuto il caso: ho messo la mano sul pianoforte, che non so suonare, ed è venuto fuori un accordo molto particolare; ho chiesto a un mio amico che accordo fosse e da quell’accordo è nata la canzone; ecco perché ho deciso di estrapolarla dall’album e darle una maggiore importanza: sono molto affezionato a questo pezzo…
In quel periodo stavo con una ragazza molto forte ma anche tanto fragile, sotto certi punti di vista.
Ci sono persone che non riescono a reagire quando si scontrano con la brutalità di certe cose e, quindi, volevo incoraggiarla e dirle che anche se cadi, potresti farti male, ma, magari, poi starai meglio e ti sentirai più leggera. Se ti perdi nel buio, non è detto che per forza ti perda; forse troverai un’altra via d’uscita…
A proposito della frase “se ti perdi nel buio non ti vedrà nessuno e se ti lasci cadere ti sentirai leggera”, è capitato anche a te di cadere e poi rialzarti?
Questa frase è un mantra, soprattutto, nella mia vita.
Ogni volta che mi è capitato di cadere è stato per trovare una spinta più forte che mi ha dato lo slancio a proseguire e, per tornare alla domanda, credo che non siano lezioni che impari ma sono lezioni costanti, che integri ogni giorno con l’esperienza.
Come si è evoluto Federico da “Io e me x sempre” ad oggi?
Ci stavo pensando giusto qualche giorno fa: è sbalorditivo come dal 2017 al 2024 sia totalmente un’altra persona, non solo personalmente ma anche musicalmente…
Il tempo passa molto velocemente e non te ne accorgi neanche. Ho iniziato a cambiare non tanto tempo fa; fino a un certo punto, per usare una metafora, ero una spranga di ferro piegata che, in questi ultimi due anni, è stata raddrizzata.
Sto cercando di andare oltre a quel tipo di musica, quel tipo di estetica e di scrittura, che non mi appartengono più… A volte mi capita di cantare qualche canzone del primo album e, senza nessuna remora, posso affermare che ora metto molta più cura nei testi e il mio obiettivo più grande è ridurre le distanze per arrivare al pubblico.
Se prima scrivevo solo per me e per i miei affetti più cari, ho capito che è ancora meglio condividere messaggi importanti d’amore, quindi, anche la poetica, la scrittura e la dialettica devono essere diverse e arrivare all’altro.
Essere ermetici non è più la via giusta, ma non mi rispecchio neanche in chi cerca di essere popolare o frivolo.
Questo nuovo singolo anticipa un nuovo album al quale stai lavorando?
Stavo lavorando a qualcosa di più melenso e sanremese, poi mi sono reso conto che non ho più l’età per partecipare a Sanremo giovani…. È un singolo a cui tengo particolarmente e quindi non so se lo pubblicherò o lo terrò per me.
Posso scriverne altri, quello non mi viene mai difficile!
Ho la forza giusta per prendere la chitarra e mettermi a suonare; anche adesso, dopo la nostra chiacchierata credo che lo farò, dato che oggi è anche il mio giorno libero!
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)