Pochi gli ingredienti che servono a Ed Sheeran per creare la magia in uno stadio: voce, chitarra e passione
Con il concerto del 19 giugno allo Stadio San Siro di Milano Ed Sheeran ha concluso le tappe italiane del Divide Tour. I suoi fan italiani hanno avuto occasione di vedere lo show il 14 giugno nel capoluogo fiorentino durante il Firenze Rocks e il 16 giugno allo Stadio Olimpico di Roma.
A scaldare il pubblico di San Siro ci hanno pensato Zara Larsson e James Bay, che si sono esibiti rispettivamente alle 18:45 e alle 19:45.
Il concerto, organizzato da Live Nation, è iniziato allo scoccare delle 21 in punto ed è durato un paio d’ore.
Luci spente. Una telecamera inquadra Sheeran nel backstage mentre cammina verso il palco. Inizia il concerto.
Per creare la magia nello stadio non sono state necessarie scenografie, effetti speciali o band di sostegno. E’ bastata la sua voce accompagnata soltanto dalla sua chitarra acustica. È proprio questo il punto di forza del cantautore britannico: la semplicità, la tenerezza e la voglia di far ascoltare la sua musica ai fan.
Attraverso i brani ha ripercorso tutta la sua carriera. Ha iniziato a pieno ritmo con “Castle On The Hill” per proseguire con “Eraser” e “The A Team”. Dopo l’esibizione sulle note di “Bloodstream” è stato il turno di “I Don’t Care”, singolo estratto dal suo nuovo album “N.6 Collaboration Project”, in uscita il 12 luglio. Il brano nella versione originale vede la collaborazione di Justin Bieber.
Ha lasciato tutti a bocca aperta durante l’intensa esibizione di “Tenerife Sea”, il cui arrangiamento intimo e delicato ha lasciato spazio soltanto alla sua voce e alla chitarra, mentre tutto lo stadio, in silenzio, ascoltava.
E’ stato poi il turno di “Galway Girl” e un medley durante il quale ha cantato uno dei pezzi che lo ha reso più famoso, “Give Me Love”.
Ha mostrato tutta la sua tenerezza nei brani “Thinking Out Loud”, “Photograph” e “Perfect”, durante la quale ha cantato una strofa in italiano.
E’ uscito dal palco dopo aver cantato “Nancy Mulligan” e “Sing”. E’ tornato indossando una maglietta bianca dell’Italia per cantare le sue due ultime hit, “Shape of You” e “You Need Me, I Don’t Need You”, con le quali ha chiuso lo spettacolo.
Ed Sheeran ne ha fatta di strada: all’inizio della sua carriera suonava in dei piccoli pub davanti a meno di una decina di persone e oggi riempie gli stadi di tutto il mondo.
Ha raccontato che da bambino è stato vittima di bullismo a causa dei capelli rossi e della balbuzie, ma sottolinea che è stato proprio a causa della sua stranezza e del suo “essere diverso dagli altri” che è riuscito ad arrivare ad essere quello che è oggi.
Grazie a questo concerto ho potuto riflettere sul fatto che oggi siamo spesso troppo impegnati a voler apparire, a voler sempre mostrare e dimostrare qualcosa, quando la sua purezza e intensità hanno dimostrato che per essere una delle popstar più amate del mondo è necessaria solo la musica e tanta passione.
Ringrazio quindi Ed Sheeran per la serata piena di musica e di amore che ha fatto sognare non soltanto me, ma tutti i 57mila presenti a San Siro il 19 giugno.
A cura di Claudia Pasquini
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