“Concerti di Un’altra estate Tour” è la serie di date che Diodato ha scelto di regalare ai propri fan in questa strana e assurda estate 2020. Un regalo sì, perché in quasi due ore e mezza di live il cantante tarantino ha saputo donare ai presenti una gioia di vivere – e di cantare tutti insieme – che in questi mesi ci è davvero mancata. E che rivedere, e riascoltare, dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma in questo fine luglio, ci ha fatti davvero emozionare. Ve lo raccontiamo con il live report di Leslie Fadlon e le foto di Giusy Chiumenti.
Diodato in concerto a Roma – il live report
Sono le 21.20 circa quando Antonio Diodato sale sul palco, accompagnato da una super band che, tra gli altri, conta il violinista degli Afterhours Rodrigo D’Erasmo. La prima canzone parla del senso di comunità ed è tratta dal suo ultimo album, “Che vita meravigliosa”; è ‘Alveari’, che incede come il battito di un muscolo cardiaco, narrando la voglia di lasciarsi andare verso un’essenziale invisibile. A seguire c’è la canzone che dà il nome a questo tour: ‘Un’altra Estate’: note ricche di speranza, nate durante un lockdown surreale e angoscioso, durante il quale potevamo solo sognare di arrivarci all’estate. Con Diodato cantiamo “e poi chi ci credeva più?” e la voglia di farsi portare via, verso un mare più luminoso. Nella band ci sono tutti gli elementi, dal sax ad una grande sezione ritmica e ciò porta ad aprire in maniera corposa e deliziosa anche “La lascio a voi questa domenica”, dedicata alla caratteristica superficialità di molti di noi, abituati a pensare solo a quel poco che ci gira intorno e non a fatti gravi, perché riguardano qualcun altro a noi troppo lontano; passiamo poi alla fine di un amore con un brano commovente come ‘Fino a farci scomparire’. “E ora lo vedi/con il tempo tutto sembra avere un senso” sono strofe che lacerano se si pensa a una relazione distrutta, portandosi via tutte quelle straordinarie emozioni che, ad un certo punto, si trasformano in invisibili ricordi. Il mondo sembra lo stesso, ma noi siamo cambiati per sempre. Cambiamo tema quando Diodato ringrazia la band che lo accompagna e spiega che anche in un periodo così, in cui si preferisce il downsizing anche delle band per motivi di vario genere, lui ha deciso invece di allargare la formazione, per condividere con loro la sua felicità: ‘Di questa felicità’ è il brano perfetto per descrivere una gioia del genere. Subito dopo passiamo ad un brano del 2014, tratto da “E forse sono pazzo”; si tratta di ‘Ubriaco’, che regala un turbinio sonoro melodioso e sensuale. ‘Solo’ canta invece di un sentimento ormai molto diffuso, che a volte ci fa chiudere ancora di più in noi stessi, allontanando ancora di più gli altri. Nella solitudine del confinamento cui siamo stati obbligati nei mesi passati, Antonio ricorda anche di aver pensato a una persona cui aveva dedicato un brano, ‘Il commerciante’, e alla solitudine di chi, con una crisi del genere, ha perso tutto. Il vincitore di Sanremo 2020 dà poi avvio ad un momento affascinante e strumentale che introduce ”Mi si scioglie la bocca’, cui segue la canzone che gli portò la prima vittoria sul Palco dell’Ariston nel 2014: ‘Babilonia’. Le emozioni sbocciano, fioriscono, in questo concerto così ricco di vita. Diodato condivide la sua emozione con il pubblico e con la band, e non mancano i ringraziamenti, copiosi, nei confronti di chi lo sta accompagnando in questo viaggio. C’è Greta Zuccoli, ad esempio, che Antonio ha scoperto per il passaggio in radio della sua cover di ”Grazie dei fiori”. E della quale e con la quale porta sul palco, oltre alla scaletta, la cover di ‘Out of Time’ e il nuovo singolo della cantante, ‘Golden cracks’. E c’è, dal’altro lato Rodrigo D’Erasmo, che di Diodato è amico e anche Direttore d’Orchestra quando si tratta del Festival di Sanremo. Una bella intro di sax ci porta in seguito verso le note dell’intrigante ‘ Guai’, cui segue, dopo un grande applauso ai componenti della band, ‘Ma che vuoi’. Si balla e ci si scatena, prima di tornare ad un brano romantico e malinconico come ‘Quello che mi manca di te’, che Diodato ha confessato di aver scritto per la ex Levante. ‘Essere semplice’ ispira e accarezza, prima di toccarci il cuore a vicenda con ‘Fai rumore’, il brano che ha dato molte soddisfazioni al cantautore pugliese, che racconta l’emozione di averlo ascoltato cantare dai balconi di tutta Italia durante le prime, tristissime, settimane di lockdown.
Ma del lockdown ci sono anche ricordi simpatici, tipo quelli legati agli amici prima dispiaciuti e poi indiviosi della solitudine – senza compagna – vissuta da Diodato da marzo a maggio: ‘Non ti amo più’ è perfettamente riferibile alle centinaia di coppie costrette a convivere – sul serio – negli ultimi mesi e a pagarne le conseguenze. Prima di una breve pausa, arriva il momento di ‘Ciao ci vediamo’, brano ritmato, tratto ancora una volta dal disco ”Che vita meravigliosa”.
Nell’encore, sul palco salgono i Flowing Chords, progetto corale diretto da Margherita Fiore: con loro, Diodato regala ai presenti una straordinaria performance di ‘Amore che vieni amore che vai’, prima di lasciar loro il palco.
Al centro, poi, torna la voce del protagonista di questo live, con la sua chitarra: è il momento di ‘Cosa siamo diventati’ e le sue riflessioni su un amore finito, che si legano poi alla necessità di svegliarsi dal torpore che caratterizza i versi di ‘Adesso’, canzone che ci esorta a vivere il presente. E per chiudere, non può mancare ‘Che vita meravigliosa’, emblema della ricostruzione, oggi più che mai necessaria.
La scaletta del concerto di Diodato
Alveari
Un’altra estate
La lascio a voi questa domenica
Fino a farci scomparire
Di questa felicità
Ubriaco
Solo
Il commerciante
Mi si scioglie la bocca
Babilonia
Out of time
Golden Cracks
Guai
Ma che vuoi
Quello che mi manca di te
Essere semplice
Fai rumore
Non ti amo più
Ciao ci vediamo
Amore che vieni amore che vai (Con i Flowing Chords)
Cosa siamo diventati
Adesso
Che vita meravigliosa

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