È disponibile negli store e su tutte le piattaforme digitali “Church Superdelay”, il nuovo singolo dei Death Mantra for Lazarus, pubblicato da Vina Records e distribuito da Believe, che anticipa l’album Dmfl in uscita il 28 aprile.
Death Mantra for Lazarus è una band pescarese che dopo una lunga pausa si riunisce nel 2019 e, nonostante la pandemia e le chiusure, porta a termine la lavorazione di un nuovo album in uscita a fine aprile.
I componenti provengono da precedenti esperienze come Santo Niente, Milf e Zippo. La band esordisce nel 2010 con l’album Mu che vede la collaborazione di Umberto Palazzo, leader dei Santo Niente.
Poco dopo produce il singolo “Beatrice” e in quell’occasione inaugura la collaborazione con Millo, street artist di fama mondiale, che realizza anche l’artwork del nuovo lavoro.
IL SINGOLO
“Church Superdelay”, singolo che precede l’uscita dell’album, nasce dalle ceneri di un brano scritto quasi esclusivamente con sintetizzatori e diventa l’ammiraglia del disco. Un inizio pieno di speranza e atmosfere positive lascia spazio a metà brano ad un epilogo malinconico ed epico.
IL VIDEOCLIP
“Church Superdelay” si accompagna da un videoclip, in uscita nelle prossime settimane, realizzato e pensato da Elide Blind, nota videomaker e fotografa bolognese.
Nella clip un album di famiglia prende vita in una successione di immagini e scenari in cui i protagonisti delle fotografie comunicano tra loro, interagiscono e riconoscono loro stessi nell’inquadratura successiva, consapevoli di essere la proiezione – animata – di un ricordo.
I bambini sfondano la quarta parete, rivolgono il loro timido sguardo a noi spettatori, sorridono e si avvicinano alla camera. Le stagioni si susseguono in uno spaccato di vita dai toni nostalgici ma allo stesso tempo luminosi e fraterni.
Il materiale d’archivio, girato in pellicola tra gli anni ’50 e ’60, è montato ed elaborato digitalmente, ottenendo una corrosione dell’immagine tale da donare un’aura nuova, colorata e senza tempo, al dialogo tra analogico e digitale.
Elide Blind, realizza immagini a metà tra estrema prossimità fisica e astrazione della forma.
Ostinatamente legata a una dimensione ottica e artigianale, la Blind manipola la materia digitale in modo analogico, riducendo al minimo le operazioni di post produzione e imprimendo la resa dell’effetto finale già in fase di ripresa.
Per creare il suo immaginario utilizza dispositivi consumer (smartphone, MiniDV con nastro magnetico), videocamere professionali e strumenti auto costruiti come le camere con foro stenopeico che, attraverso lunghe esposizioni e sviluppi su carte fotosensibili scadute, generano difetti visuali, aumentati intenzionalmente dall’artista al punto da diventare essi stessi parte dell’immagine.
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)