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“Canzoni Rubate” di Federico Poggipollini – Recensione

by Leslie Fadlon
canzoni rubate

“Canzoni Rubate” è il nuovo disco Federico Poggipollini. E più che un album questo lavoro è un progetto di ricerca e di grande amore nei confronti della musica, pensato e realizzato da Federico Poggipollini attraverso 17 brani. Tra questi 9 cover, 1 inedito e 7 brani strumentali originali.

Le “Canzoni Rubate” scelte da Poggipollini risalgono, in particolar modo, al decennio tra fine anni ’70 e fine anni ’80 e lo fanno con un occhio di riguardo verso la scena progressive.

La loro selezione è stata lunga, improntata sulla ricercatezza degli arrangiamenti e sulla vicinanza dei testi con i giorni nostri; le composizioni risultanti sono ricche ed energiche, vista la cura e l’attenzione posta nel maneggiare i brani originali.

Poggipollini ha scelto di dedicare una parte del disco anche ai ricordi: ne sono esempio “Varietà” di Gianni Morandi (brano scritto da Mogol e Mario Lavezzi ascoltato da Capitan Fede, cantato dallo stesso Lavezzi, durante il tour promozionale di “Bella Signora” in cui accompagnava Gianni Morandi), “Il Chiodo” degli Skiantos (voluto omaggio a Feak Antoni), o “Città in Fiamme” dei Tribal Noise in cui Federico suonava il basso.

Bologna resta cruciale diventando poi attuale con il featuring di CIMINI in “Monna Lisa”, di Ivan Graziani. L’album, in 5 brani, vede affianco a Federico Poggipollini la produzione artistica di Micheal Urbano (Ligabue e Smash Mouse) in cui ha anche suonato la batteria dal suo studio a San Francisco; tutti i brani sono stati registrati, mixati e masterizzati al Pristudio di Bologna.

“Canzoni Rubate”

Il disco di apre con “Elissa”, breve strumentale che dà il vero avvio ai giochi. Segue “Varietà”, brano cantato assieme all’autore Gianni Morandi, che ci porta subito in un vortice di emozioni, tra chitarre acustiche e basso che fanno da tappeto sonoro per un riff immersivo, in stile Bowie.

La terza traccia si intitola “Delay” e il gioco è già nel titolo e nell’assonanza delle parole “Di lei”. Si parla quindi d’amore nei confini di un pezzo classic rock con dinamiche in stile vintage e ripetizioni sia musicali che sentimentali.

“MsEtte” ha lo scopo di far da collante tra il brano precedente e quello successivo, ovvero “Trappole”, dove Capitan Fede suona un brano di Eugenio Finardi affiancato dallo stesso autore: “Una canzone dal ritmo incalzante. Tra la new wave e il punk anni 80. Il basso ipnotico con la batteria che suona nervosa e libera nei fill. Trappole il testo in una frase: la trappola in cui il cervello cade a causa di automatismi”. Ci viene voglia di pogare. “Lockdown” ha un titolo corrispondente alla parola più odiata di questo biennio, purtroppo non breve come tale strumentale.

Arriva poi “Monna Lisa” feat. CIMINI, brano del mitico Ivan Graziani reinterpretato attraverso un rhythm and blues psichedelico con un testo quasi fumettistico. “È l’aurora” di Oscar Prudente e Ivano Fossati si dota di grandi momenti strumentali, nei quali un incedere reggae sfoca nel progressive, mentre la scrittura pop va ad arricchire melodicamente il brano. Incontriamo poi gli Skiantos sulle note de “Il chiodo”, un pezzo voce e chitarra completamente reinterpretato per far affiorare il testo dissacrante.

“Bobcat” racconta il deserto di Bologna durante il lockdown, e a seguire c’è la splendida “Città in fiamme” dei Tribal Noise del 1986, attraverso cui sentiamo il risultato di un possibile incrocio tra i Joy Division e i Cult. “Rise’’ è una splendida strumentale cui si lega la traccia successiva, “Vincent Price”, brano prodotto dai Formula 3, che parla del terrore in cui erano ambientati i film dove recitò il protagonista.

Sax e chitarre dialogano e lo rendono un brano glam rock; “Hondo” ha un nome simil giapponese ed è una chitarra travolgente mentre “Malamore” porta Poggipollini a cantare Enzo Cerella, il cui brano tratta il tema di un amore non del tutto appagato. Risale agli anni ’80 ed è una canzone in levare, dove le chitarre acustiche ed elettriche si intrecciano creando continuo movimento ipnotico.

Per chiudere questo meraviglioso viaggio musicale, Federico Poggipollini sceglie “Impossible Dream” di Andy Williams, l’unico brano in inglese del disco. Una mosca bianca musicale, diversa da tutte le altre tracce, grazie al suo stile anni ’60.

Ma che si lega al resto del disco grazie all’assolo finale, firmato dalla chitarra del talentuoso autore di queste ‘’Canzoni Rubate’’, ovvero Federico Poggipollini. Un artista che ha saputo creare un capolavoro di sensazioni musicali in grado di farci viaggiare – mentalmente, purtroppo – a livello spaziale e temporale.

TRACKLIST

  1. Elissa
  2. Varietà (feat. Gianni Morandi)
  3. Delay
  4. Ms.Ette
  5. Trappole (feat. Eugenio Finardi)
  6. Lockdown
  7. Monna Lisa (feat. CIMINI)
  8. E’ l’aurora
  9. Il Chiodo
  10. Bobcat
  11. Città in fiamme
  12. Rise
  13. Vincent Price
  14. Hondo
  15. Malamore
  16. Neifile
  17. Impossible Dream

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