Brother From Another Mother: JJ & ZZ si raccontano – INTERVISTA

di Alessia Andreon

Il duo bolognese JAYJHONA & ZZ torna sulla scena rap italiana con un nuovo progetto B.F.A.M – Brother From Another Mother.

B.F.A.M è stato l’occasione, come ci raccontano nell’intervista che segue, per sperimenta e ridefinire i confini del loro sound, andando alla ricerca di una wave ricercata e innovativa, all’intero del panorama rap.

Dopo svariati progetti solisti e di gruppo con il collettivo “Triflusso”, side project della realtà bolognese OTM di cui fa parte anche il rapper Caleb, JAYJHONA & ZZ hanno deciso, da un annetto a questa parte, di unire le forze nel loro primo joint album Titanomakhia.

Il disco che ha ricevuto un’ottima risposta da parte del pubblico, vede la partecipazione di importanti esponenti della scena rap underground italiana come Murubutu, SPH e Fulo, membro insieme a Delli del duo marchigiano Kmaiuscola– che troviamo insieme al rapper svizzero Mattak anche nel secondo disco Trinity del trio “Triflusso” uscito nel 2020.

Il progetto del primo disco si è intrecciato con la scrittura di B.F.A.M e JAYJHONA & ZZ, hannoportato avanti i due album quasi parallelamente, dando precedenza a Titanomakhia.

B.F.A.M. con il suo sound fresco e ammiccante, trasporta l’ascoltatore direttamente in spiaggia, al tramonto, con un cocktail in mano e la voglia di divertirsi.

La direzione artistica e musicale del progetto è stata affidata a due dei producer più promettenti del momento: FatoW e TalcBeats.

Brother From Another Mother mescola parole scelte con cura e tecnicismi raffinati, con contenuti critici sul panorama musicale che ci circonda.

Ciao JAYJHONA & ZZ, 
Il vostro sodalizio, iniziato con Titanomakhia, prosegue con BROTHER FROM ANOTHER MOTHER. Vi va di raccontarci di più di questo progetto?

Partiamo dicendo: era estate 2023 e stavamo chiudendo Titanomakhia, nel frattempo, già durante l’inverno, avevamo iniziato ad interessarci a qualcosa che si differenziasse dal nostro solito sound cupo e pesante, come la wave di Jay Worthy, Larry June e simili per intenderci. 

Un giorno, per caso, sentiamo per telefono Fato W e, parlando di musica, ci dice che anche lui stava lavorando su quella wave che cercavamo, e che aveva selezionato circa una ventina di campioni da utilizzare.

Nel giro di qualche giorno ci manda una decina di beat e, in modo naturale, abbiamo subito iniziato a scriverci sopra. Tutte le tracce sono state scritte durante quell’estate, molto velocemente; eravamo particolarmente ispirati. 

Nonostante ciò, abbiamo continuato a lavorare su Titanomakhia perché ci tenevamo a chiuderlo per tempo, quindi abbiamo rimandato BFAM a quest’estate.

Durante questa primavera, poi, abbiamo deciso di coinvolgere Talc perché sentivamo la necessità di avere il suo tocco e la sua visione all’interno del progetto. 

Il resto è venuto da sé.

Il titolo dell’album fa trasparire che vi sentite fratelli: è questa affinità all’interno della crew ad avervi fatto pensare a un progetto tutto vostro? 

Ci conosciamo da metà della nostra vita, possiamo dire che questo sia stato il modo per rinsaldare un rapporto di amicizia duraturo e consolidato da tempo.

Inoltre volevamo distaccarci dal tipico concept criptico che siamo consueti utilizzare, quindi abbiamo optato per qualcosa di più semplice e diretto.

Il Rap che proponete è patinato, con atmosfere lounge… Cosa c’è di nuovo nel vostro modo di fare rap?

Diciamo che per questo progetto ci siamo leggermente svincolati dalla solita ossessione tecnica della scrittura che abbiamo avuto in Titanomakhia o nei progetti precedenti, proprio per avere un impatto più leggero e diretto sull’ascoltare, mantenendo comunque un certo standard.

Più di tutto, i beat che abbiamo scelto, volevamo che conferissero quell’atmosfera rilassata e serena, che facesse viaggiare col pensiero e, perché no, richiamare una situazione di chilling in vacanza.

Il mondo dell’Hip Hop è fatto anche di tante collaborazioni. Chi vi piacerebbe ospitare in un vostro pezzo?

Abbiamo amici con i quali abbiamo stretto un bel rapporto da diverso tempo come SPH, Poche Spanne, Squito, ecc.

Loro sono sempre i primi nomi che ci vengono in mente.

Altri artisti coi quali ci piacerebbe collaborare ma che non fanno parte della nostra “cerchia” possono essere Rollz Rois, Jack The Smoker o Louis Dee, giusto per fare qualche esempio.

Ovviamente, ci sono anche artisti del panorama americano che ci interesserebbero ma, per il momento, li consideriamo abbastanza difficili da raggiungere. 

In ogni caso vedremo cosa ci porterà il tempo.

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