A distanza di 9 anni dal loro ultimo album d’inediti, il gruppo sardo è tornato con un nuovo disco, uscito oggi, intitolato “Antìstasis”, che i Tazenda presenteranno live questa sera all’ex carcere di San Sebastiano di Sassari (l’evento sarà visibile in streaming sui canali social della band).
Del nuovo lavoro discografico – il 20° tra live, raccolte e studio-, composto da 11 brani inediti cantati in sardo-logudorese e in italiano, i tre membri della band hanno diffusamente parlato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri.
Ai partecipanti all’incontro che si è tenuto su Zoom, Gino Marielli, Gigi Camedda e Nicola Nite hanno raccontato di come “Antìstasis” sia un album profondamente legato al momento storico che stiamo vivendo e di quanto, l’essersi chiusi in sala prove a dicembre per preparare gli spettacoli, li abbia aiutati a “resistere” e a meglio sopportare questa situazione tanto faticosa per tutti.
Ed è proprio sul concetto di resistenza, da intendersi “in senso filosofico”, ovvero quale capacità di decidere autonomamente come resistere, mettendo in conto l’assenza di alternative di fronte alla quale spesso ci pone la vita, che il trio vuole richiamare l’attenzione del pubblico: resistenza, infatti, è la traduzione del termine greco “Antìstasis”.
L’intento è sempre quello di “fare musica divertendosi”, mescolando “tradizione e rock” e mantenendo il legame con la loro terra d’origine, affermano i Tazenda i quali, rispondendo alla domanda di una giornalista, dichiarano, inoltre, che l’elemento centrale del disco è dato dalla musica stessa, nella quale confluiscono i vissuti individuali di ciascuno di loro.
Scendendo più nei dettagli, relativamente all’album, i Tazenda spiegano come il titolo del primo singolo estratto, “La ricerca del tempo perduto” sia una citazione del libro di Proust “Alla ricerca del tempo perduto” e di quanto il disco sia eterogeneo, poiché spazia “dal pop alla discomusic” fino ad arrivare al pop-opera del singolo “Oro e cristallo”, il brano che definiscono “più trasgressivo.
Il trio parla anche del processo creativo che sta alla base delle loro composizioni spiegando che, il più delle volte, le canzoni nascono da una melodia, nonché dell’origine del nome “Tazenda”, estrapolato da un libro e consistente nella “spagnolizzazione” dell’inglese “star’s end”.
Interrogati sulla dipartita di Andrea Parodi, affermano di avere molto sofferto per la scomparsa del cantante, definendola un “duro colpo”; Nicola Nite, che ne ha preso il posto successivamente a Beppe Dettori, afferma, a tale proposito, di “non averne voluto raccogliere l’eredità” ma di essersi sempre posto, nei confronti del suo predecessore, con un atteggiamento di “profondo rispetto umano e artistico”.
C’è tempo anche per un accenno a Sanremo, che li ha fatti conoscere al grande pubblico, al popolo sardo, che li segue sempre con molto calore anche all’estero, e alla collaborazione con Pierangelo Bertoli.
“Nonostante tutto, è ancora bello essere musicisti ed avere la fortuna di pubblicare un lavoro frutto di anni di idee, esperimenti e scelte artistiche”.
Appassionata di musica, giornalismo, scrittura e danza, ama vivere nella sua riservata Torino, ma adora il Sud Italia, nel quale affondano le sue origini.