Sabato 25 giugno 2022 noi di Inside Music siamo stati al concerto di Ultimo, in occasione della prima delle due tappe partenopee in programma allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli . L’organizzatore dell’evento, Vivo Concerti, che ci ha ospitati in tribuna d’onore “Posillipo“, si è rivelato fin da subito rapido ed efficiente nella risoluzione delle difficoltà che eventi di tale portata ordinariamente recano con sé, nonché attento e reattivo alle esigenze degli utenti.
Lo staff – hostess e stewards opportunamente collocati in notevole quantità su tutta l’area adiacente al Maradona – ha saputo aiutarmi con gentilezza e premura nell’individuazione dei botteghini per ritirare il mio accredito, accertandosi, al mio ritorno, che tutto si fosse svolto in maniera lineare e indirizzandomi nei pressi dell’ingresso destinato al mio settore.
Anche una volta superati i cancelli e l’ulteriore verifica del biglietto ai tornelli, all’interno dell’ex San Paolo, non si viene mai lasciati in balia di se stessi: una schiera di disponibilissimi stewards, dalle affabili maniere, dà indicazioni ai fans del Peter Pan romano affinché raggiungano senza intoppi l’accesso alla zona di competenza indicata sul ticket.
Raggiunta la tribuna Posillipo, delle altrettanto cordiali hostess mi hanno accompagnata fino al posto assegnatomi, premurandosi che la mia esperienza si trasformasse nella migliore possibile.
Una macchina così ben oliata si è vista davvero poche volte in occasioni di eventi con un bagno di folla record da tutto esaurito.
Complimenti a Vivo Concerti per l’impeccabile pianificazione!

Lo show di Ultimo allo Stadio Maradona di Napoli – 25/06/2022
Complice la magia di una città unica al mondo, come ribadisce più volte dal palco anche Niccolò Moriconi (in arte Ultimo), e la suggestività di una struttura come quella dello stadio Maradona, la prima tappa di Napoli ha stregato le oltre 50.000 anime presenti a Fuorigrotta.
Il ventiseienne romano, che nel pomeriggio dello stesso giorno era stato a Scampia per improvvisare un concerto, ha affermato: “So cosa vuol dire sentir parlare solo dei lati negativi della propria zona, ho pensato di venire qui a cantare e spero che queste immagini possano contribuire a raccontare che noi siamo molto altro. Dalla parte vostra, sempre“.
Il concerto interrompe l’attesa di un mite e festoso pubblico eterogeneo. Grandi, piccoli, famiglie e promessi sposi, su cui gli effetti del caldo e dell’umidità sembrano non sortire effetto. Si intonano cori, ci si incontra, ci si conosce. Quello di Ultimo al Maradona è un pubblico che vuole soltanto essere lì: a godere di ogni singolo attimo. Si mostra tranquillo, gioioso ma non meno intrepido nell’invocare Niccolò con ritornelli di canzoni e inni partenopei.
Un pubblico consapevole del privilegio che rappresenta ritrovarsi lì, tutti insieme, nell’attesa del proprio beniamino.

Alle 21:25 uno sfolgorio di luci si mescola omogeneamente a una intro strumentale. Sui maxi-schermi si susseguono frame di stelle e di pianeti che, subito dopo, lasciano spazio alle immagini di un’alba che si leva sul nostro pianeta:
lo show comincia ufficialmente sulle note di Buongiorno vita.
Il palco appare buio e disadorno, su di esso figurano soltanto le sagome dei musicisti e delle coriste, fino a metà canzone: momento in cui l’ambiente si rischiara con sfavillanti luci color ocra e Ultimo fa il proprio ingresso in scena.
Il palco è una cavea con un gradone sopraelevato, sul quale sono posizionati la band e le vocalist, al fine di renderli sempre protagonisti in tutti i momenti dello spettacolo. Due passerelle equidistanti e parallele conducono al palco, un semicerchio che sorge al centro del parterre. A completare la scenografia tre maxi schermi che attribuiscono dinamicità alla parte video e un light design di grande rilievo.
Una minuscola pecca è stata rappresentata dall’amplificazione: il suono che raggiungeva le tribune del Maradona, in alcuni casi, risultava “duro e metallico”, tuttavia mai privo delle sue sfumature energiche e romantiche.

Le tre parti dello show
Il live è strutturato in tre parti: la prima, iniziata con le note di Buongiorno vita, è continuata con Dove il mare finisce, Quei ragazzi, Cascare nei tuoi occhi, Il ballo delle incertezze, Poesia senza veli, Vieni nel mio cuore (l’ultima uscita, cronologicamente parlando, dell’artista romano, nonché brano-inno di questo tour).
E poi, ancora, Niente, Piccola stella e Ipocondria – momento durante il quale la regia passa nelle mani di Ultimo, che adesso si aggira sul palco con una piccola telecamera, filmando il pubblico e i musicisti (il tutto proiettato in tempo reale sui maxi-schermi).
Conclude il primo blocco del live, per l’appunto: Sul finale. Le note finali del brano sfociano in una squisita estremità strumentale della quale ci fanno dono le due chitarre.
La seconda parte del live è una vera e propria chicca: lo show viene tramutato in una acustic session davvero magnifica. Niccolò, con tanto di bicchiere di vino rosso, si sposta insieme alla parte acustica della band (percussioni, piano elettrico, chitarre, violoncello, violino e tromba) in corrispondenza del right stage.
Questo frangente suggestivo e ammaliante valorizza la precisione e l’estensione della voce di Ultimo, che in occasione del lungo madley ha trovato la sua congeniale dimensione: Non sapere mai dove si va, Supereroi, Il bambino che contava le stelle, Quella casa che avevamo in mente, L’unica forza che ho, Stasera e Peter Pan.
Ma la sessione acustica ha messo in risalto anche la grande professionalità dei musicisti che accompagnano il cantautore in questo tour negli stadi:
Joel Ainoo – tastiere;
Davide Albrici – trombone;
Manuel Boni – chitarra,;
Alessandro Bottacchiari -tromba;
Jacopo Carlini – pianoforte;
Chiara Di Benedetto – violoncello;
Anais Drago – violino;
Mylious Johnson – batteria;
Raffaele “Rufio” Littorio – chitarra;
Virginia Mai e Evelyn Mormile – cori;
Silvia Ottanà – basso elettrico.
Per concludere il magico momento, Ultimo viene lasciato da solo sul right stage. L’occhio di bue ne tratteggia la sagoma, mentre una gigantesca luna proiettata dai maxi-schermi illumina Fuorigrotta: è un momento a cui il cantautore tiene particolarmente. La sequenza di brani si interrompe e Niccolò comincia a dialogare direttamente con il suo pubblico:
“Avevo voglia di parlare di una cosa che mi sta a cuore e la parola che mi viene in mente è ‘passione’. Non voglio insegnare nulla a nessuno perché non ho l’età per farlo e tutto voglio essere tranne che un maestro. Però posso parlare della mia esperienza che magari può servire a qualcuno. Penso che nella vita ciò che è davvero importante è quanto ognuno vive dentro le proprie passioni. Io non penso che una passione debba essere inseguita soltanto per un risultato, vivere con una passione è molto più importante. Per me è stata la musica per altri può essere qualsiasi altra cosa. Quello che vorrei dirvi nel mio piccolo è che il pianoforte, questo bellissimo strumento, mi ha salvato la vita e ora tornerò, come quando ho iniziato nella mia cameretta, a suonare le mie canzoni, tra l’altro alcune di queste le ho scritte veramente quando avevo 15 anni. E sapete che c’è? La voglia che ho di toccare quei tasti è rimasta la stessa che aveva quel ragazzino e che bella è diventata la mia cameretta, ora siete voi”.
Tra un brano e l’altro della scaletta, Ultimo si concede una piccola parentesi per omaggiare Domenico Modugno: con trasporto e mal celata commozione stupisce il pubblico napoletano con una straordinaria interpretazione di Tu si ‘na cosa grande.
La terza e ultima parte del concerto è la più emozionante. Ultimo si sposta sul left stage e si siede difronte a quel pianoforte che gli ha salvato la vita: è tempo di godere del suo repertorio più intimo, raccontato solo attraverso piano e voce. La stella più fragile dell’universo, Giusy, Farfalla Bianca, Amati Sempre, Quel filo che ci unisce, Tutto questo sei tu e 22 settembre.
Dopo una breve assenza, Ultimo fa il suo ritorno in scena e, sedendosi al pianoforte, congeda il pubblico intonando Sogni appesi. Un brano certamente non casuale, probabilmente il più significativo e simbolico per l’artista: sui maxi-schermi si susseguono sequenze veloci di foto e video che ripercorrono la storia umana e artistica del cantante romano.
Grazie per l’incalcolabile mole di emozioni, Niccolò.
Fai buon viaggio (e torna a Napoli con qualsiasi pretesto!)

La Scaletta
La prima delle due date previste per la città di Napoli è stata un live show di oltre 2 ore, che include 32 brani sui quali è stato eseguito un lavoro di arrangiamento puntuale e straordinario.
Buongiorno vita
Dove il mare finisce
Quei ragazzi
Cascare nei tuoi occhi
Il ballo delle incertezze
Poesia senza veli
Vieni nel mio cuore
Niente
Piccola stella
Ipocondria
Sul finale
MEDLEY Non sapere mai dove si va / Supereroi / Il bambino che contava le stelle / Quella casa che avevamo in mente / L’unica forza che ho / Stasera / Peter Pan
Colpa delle favole
Rondini al guinzaglio
Fateme cantà
Tu si na cosa grande (cover Domenico Modugno)
I tuoi particolari
Pianeti
Ti dedico il silenzio
La stella più fragile dell’Universo
Giusy
Farfalla bianca
Quel filo che ci unisce / Tutto questo sei tu
22 settembre
Sogni appesi

Di sera vado ai concerti. Di notte scrivo i live report.