“OCCHI NERI” è il nuovo singolo della cantautrice sarda Dalîlah, già disponibile in streaming da fine dicembre 2024.
Dalîlah ha iniziato a scrivere e cantare dopo aver vissuto per qualche tempo in Irlanda e Australia. Nel 2021 ha partecipato ad Amici sfidando Nicole ed è subito stata notata e apprezzata, ottenendo supporto da Spotify e altre piattaforme musicali.
La sua musica mescola elettronica, influenze vintage e latine, con testi cantautorali che raccontano storie di esperienze universali ed emozioni.
Il brano “Occhi neri” è il suo terzo singolo ed affronta il tema del narcisismo nei rapporti in chiave di rinascita e di forza che può arrivare dopo essersi liberati da una relazione tossica.
La cantautrice ha deciso di affrontare un suo ricordo, ripercorrendo le fasi che l’hanno segnata, con sonorità calde e spagnoleggianti, a tratti ballabili, che uniscono una lirica riflessiva ad atmosfere sensuali.
Come ci racconta nell’intervista che segue, il suo modo di scrivere è fortemente evocativo e nasce dall’esigenza di elaborare, attraverso la musica, le esperienze vissute.
INTERVISTA
Ciao Dalîlah,
il tuo nuovo singolo parla di manipolazione e dell’incapacità di riconoscerla, ma anche del percorso di consapevolezza e forza che ne deriva. Com’è nata questa canzone?
La maggior parte dei miei brani nasce dalla necessità di dover far uscire fuori qualcosa che, magari, non so bene neanche io che cosa sia.
Ho iniziato a buttar giù i miei flussi di coscienza, tirando fuori delle cose che mi venivano da dentro spontaneamente, un po’ in freestyle e, dopo che ho riletto tutto, ho capito che cosa avevo bisogno di far uscire.
“Il rimorso è una condanna per chi vive nel ricordo”. C’è stato qualcosa in particolare che ti ha spinto a parlarne?
Purtroppo, spesso, viviamo nel passato invece che concentrarci sul presente.
Mettendo a fuoco il testo è come se mi fossi catapultata direttamente in quella sensazione che provavo anni fa, in una relazione del genere.
Sono state delle sensazioni molto nitide, come se le avessi vissute ieri e, quindi, mi hanno trasportato in una condizione in cui mi ero già trovata.
Il sound spagnoleggiante rende il brano caldo e ballabile, in apparente contrasto con il testo. Spiegaci meglio come hai accostato queste due sfaccettature e perché….
Ho trovato questa chiave per riuscire a raccontare cose più profonde, accompagnandole a sonorità più leggere, che permettono all’ ascoltatore di godersi il brano e, inconsciamente, di riflettere sulle parole.
Il mondo musicale italiano anni fa si concentrava maggiormente sul testo, infatti mi sono sempre rapportata al cantautorato, quindi, per me i testi sono essenziali.
Ho trovato questa chiave per scrivere di cose personali ma, sempre, con sound molto orecchiabile e fresco.
È un modo per far fermare chi vuole solamente ascoltare una canzone carina al primo testo e, chi invece vuole approfondire, può scendere più nel profondo, nel sottotesto.
Sono sonorità che mi appartengono e che ascolto; mi piace sperimentare, cercare cose nuove e non essere mai banale.
Il videoclip che accompagna il singolo ti vede protagonista in un teatro vuoto, sotto un gioco di luci. Cosa volevi simboleggiare?
Nel mio immaginario il teatro vuoto voleva simboleggiare una me, sola e forte.
Nel video mi esibisco, ballo e ho un atteggiamento sicuro, nonostante non ci sia nessuno intorno a me…
Malgrado mi abbiano ferito, io continuo a camminare a testa alta!
Nel tuo percorso artistico ci sono delle apparizioni a XFactor e Amici 2021. Ci ritenterai?
Ogni volta che dico “mai più” poi la legge dell’attrazione mi fa fare l’esatto opposto, quindi, non lo so; mi metto dei piccoli obiettivi a breve termine e, piano piano, vado avanti.
Se ricapiterà quest’anno o successivamente qualche occasione, perché no, perché no. Chi vivrà vedrà!
Vorrei che questo singolo facesse parte di un progetto più ampio: anche “Spike Lee” che è uscito prima di “Occhi neri” e “Calici”, sono brani collegati e con un modo di scrivere più maturo e mi piacerebbe metterli insieme in un ipotetico album.
Questo progetto è molto sardo; sfatiamo il mito che rimanere in Sardegna sia penalizzante?
Se vuoi, puoi!
Con un’ora di aereo sei a Milano o a Roma e poi, comunque, puoi lavorare qua a mandare i tuoi progetti.
Secondo me, ogni tanto, si tende a essere un po’ pigri e neanche ci si prova, quindi, assolutamente sfato questo mito!
Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)