Il cantautore Mediterraneo, al secolo Alessandro Casali, ha recentemente pubblicato il suo nuovo album “Donne e Motori”, un’opera che celebra la nostalgia per una vita autentica e rurale, lontana dal ritmo frenetico delle metropoli.
Il disco, co-prodotto da Michelangelo, esplora le emozioni di una generazione cresciuta tra gli anni ’90 e i ricordi degli anni ’60, periodo in cui il contatto umano era il cuore delle relazioni.
In questa intervista esclusiva, Mediterraneo ci racconta il processo creativo dietro l’album e il profondo legame con le sue radici culturali.
Il titolo “Donne e Motori” richiama un immaginario nostalgico e autentico. Come sei arrivato a questa scelta e cosa rappresenta per te questo binomio?
La scelta è stata dettata dalle canzoni; dopo averle scritte e registrate, mi sono reso conto che avevano tutte in comune proprio quello spirito nostalgico e rurale, da fuga in Vespa con la ragazza abbracciata a te, quasi come un’Italia dei paesini più che delle grandi città. Quindi, dare un titolo all’album che racchiudesse questo tratto comune mi è sembrato naturale. “Donne e Motori” è funzionale al racconto che volevo fare con questo album: raccontare un modo di vivere semplice e ricco di emozioni autentiche.
In “Donne e Motori” i generi musicali si mescolano con naturalezza, dal jazz al funk, passando per la tradizione italiana. Come affronti il processo creativo per armonizzare influenze così diverse?
Lo sforzo per me sarebbe non mischiare generi, perché è così che scrivo: prendo dalle mie varie influenze musicali ciò che più mi piace e lo mescolo per farne un colore tutto mio. È chiaramente un album in cui ho sperimentato molto; mi sono lasciato totale libertà nello scrivere e nel comporre, e credo che si senta. Non è un album omogeneo nelle sonorità, ma è omogeneo in quanto totalmente genuino e frutto del mio lavoro.
In brani come “Italia” emerge un profondo legame con le tue radici culturali. Quanto è importante per te la tradizione italiana nel tuo lavoro e come cerchi di reinterpretarla in chiave contemporanea?
È importante perché ricca, estremamente ricca. L’Italia può essere piccola geograficamente ma non culturalmente, per cui è una fonte pressoché infinita di stili e influenze da cui lasciarsi ispirare. È una terra di grandi poeti e di grandi musicisti e arrangiatori; questa, secondo me, è la chiave più interessante: unire alla bellezza della musicalità anche la profondità della poesia.
Hai spesso parlato di emozioni vissute “faccia a faccia”, lontane dal digitale. Come credi che questo approccio influenzi il modo in cui il pubblico percepisce la tua musica?
Spero di trovare nel pubblico chi, come me, ha bisogno di quel tipo di emozioni, ricerca quel tipo di musica. So che sono in tanti a non poterne più di un mondo eccessivamente digitalizzato, che rischia di diventare freddo. Io sicuramente nella musica cerco proprio quelle emozioni reali capaci di strapparmi dall’apatia e di riportarmi in un mondo profondo, autentico e vivo.
Alcuni brani dell’album, come “Cremona”, sembrano profondamente personali. Quanto di ciò che racconti nasce da esperienze reali e quanto invece è pura narrazione?
Direi che quasi tutte le mie canzoni sono realtà romanzate. C’è sempre un po’ di vero e c’è sempre un po’ di racconto; è un buon modo per me per dire cose personali ma senza scadere nella canzone da diario dei segreti.
I tuoi testi raccontano un’Italia che sembra sospesa tra passato e presente. C’è un periodo storico o un’immagine in particolare che ha ispirato la scrittura di questo disco?
Direi sicuramente gli anni ’70. Mi sembra che da quel decennio siano uscite delle cose meravigliose. Ho una moto del ‘74 che mi sono restaurato con calma e che uso regolarmente, una macchina fotografica che scatta ancora foto stupende, la chitarra con cui ho registrato su quasi tutti i pezzi dell’album è una Eko del ‘71. E la musica, poi: è proprio del 1970 l’album “Emozioni” di Battisti; che dire, gran decennio da cui trarre ispirazione.
La fuga è un tema ricorrente nel disco e la troviamo anche in un brano come “Cisa”, che nell’album non c’è . Per te, il concetto di fuga è un modo per evadere dal quotidiano o un viaggio verso qualcosa di più autentico?
Cisa purtroppo non è uscita insieme all’album ma uscirà prossimamente. La fuga è sia una fuga fisica per uscire da una situazione che non va, sia una fuga mentale, un tentativo, forse vano, di correre più veloci di quelle emozioni che non capiamo del tutto e per questo ci spaventano.
Con “Donne e Motori”, Mediterraneo ci invita a riscoprire un’Italia autentica, fatta di emozioni genuine e legami profondi, attraverso un viaggio musicale che fonde passato e presente in un abbraccio sonoro unico.
Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)