Ci sono cose che aleggiano nella storia della musica come leggende metropolitane. In particolare nella scena rock fiorentina degli anni 80 , si vocifera abbia preso vita, forgiata dalla mente new wave di un gruppo che stava cambiando per sempre il panorama musicale italiano, una fantasmagorica Mephistofesta, nata come un festeggiamento carnevalizio.
Non ci sono video né audio di quella festa, solo testimonianze tramandate da chi, per fortuna o per caso, era li presente, proprio come nelle migliori tradizioni omeriche.
Si narra che addirittura il cantante si fece portare sul palco dentro una bara.
Era il carnevale del 1982, e la band che diede vista a questa serata onirica e visionaria non potevano che essere i Litfiba.
Perchè questa premessa? Perchè dopo 39 anni, una delle tracce suonate quella sera, E. F. S. 44 Ethnological Forgery Series, poi pubblicata nel primo EP del gruppo, ha dato vita ad un progetto più ampio, nato proprio da chi quella sera era protagonista.
Gianni Maroccolo ed Antonio Aiazzi, come travolti da un flusso atavico, hanno dato sfogo ad un alchimia mai sopita, da sempre palpabile nelle loro collaborazioni: partendo da E.F.S.44, rendendola quasi una traccia sperimentale, ha preso vita un ipnotico Mephisto Ballad, album impossibile da etichettare, di genere unico.
Una storia in cui si intrecciano una trascinante onda musicale e tenebrose parti recitate da Giancarlo Cauteruccio, liberamente ispirate al Faust di Goethe.
Ne abbiamo parlato proprio con Gianni ed Antonio, in un confronto che ci ha totalmente rapiti e che sicuramente farà lo stesso con voi.
Intervitsa a Gianni Maroccolo ed Antonio Aiazzi
Il video di Mephisto Ballad, da non perdere, potete vederlo QUI

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)