15 canzoni che hanno fatto la storia di Sanremo

di InsideMusic

Da “Nel blu, dipinto di blu (Volare)” di Domenico Modugno a “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini, da “Gianna” di Rino Gaetano fino a “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese: alla vigilia della 74° edizione del Festival di Sanremo, ripercorriamo la storia della kermesse con i brani più iconici del secolo scorso.

1.     NEL BLU, DIPINTO DI BLU – Domenico Modugno (1958)

Con un arrangiamento inedito per l’epoca questo pezzo rappresenta il punto di rottura tra la canzone tradizionale e un nuovo modo di fare musica. posto a Sanremo, all’Eurovision Song Contest e “Song of the year” ai Grammy Awards. Un successo planetario.

2.     NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE – Caterina Caselli (1966)

Questo brano fu inizialmente affidato ad Adriano Celentano che però si rifiutò di portarlo a Sanremo. La carica “beat” e il famoso “casco d’oro” di una giovanissima Caterina Caselli riscuotono un grande successo, portando sul palco dell’Ariston il “grido generazionale” degli adolescenti dell’epoca, incarnato alla perfezione dal verso “ognuno ha il diritto di vivere come può”. 2° posto anche per questo pezzo immortale.

3.     CIAO AMORE, CIAO – Luigi Tenco (1967)

La “canzone d’autore” irrompe al Festival con questo brano meraviglioso di Luigi Tenco. L’eliminazione dalla gara e lo scarso riscontro del pubblico “sanremese” inducono al suicidio il cantautore genovese che nella notte del 27 gennaio si toglie la vita poche ore dopo la sua esibizione. Dal 1974 è stato istituito il Premio Tenco, attraverso il quale, ogni anno, si assegnano dei riconoscimenti agli artisti che hanno dato un apporto significativo alla canzone d’autore italiana.

4.     UN’AVVENTURA – Lucio Battisti (1969)

Il duo Mogol – Battisti si appresta a conquistare l’Italia. Il preludio a tutto questo avviene con “Un’avventura”, una ballad dalle venature R’n’b che già permette di intravedere l’enorme musicalità di Lucio. Prima ed unica partecipazione a Sanremo per Battisti, che si piazza addirittura al 9° posto ottenendo però un clamoroso successo di vendite con questo brano che ormai è un evergreen della musica italiana.

5.     CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE – Adriano Celentano e Claudia Mori (1970)

Adriano con un brano che arriva dopo i moti del ’68 che scatena non poche polemiche, nonostante la vittoria finale: molti accusarono il “molleggiato” di cantare contro i lavoratori che avevano scioperato per chiedere un adeguamento delle loro condizioni di vita. Celentano, figlio di migranti e proletari, sottolineò invece che la provocazione era rivolta proprio ai datori di lavoro.

6.     4/3/1943 – Lucio Dalla (1971)

Il testo, scritto dall’autrice Paola Pallottino, è la storia di una giovane ragazza che ha avuto un figlio da un militare “alleato” durante la 2° Guerra Mondiale. Titolo originale: “Gesubambino”. Scatta la censura RAI che sostituisce il titolo con la data di nascita di Lucio Dalla e costringe a cambiare anche i versi “e ancora adesso che bestemmio e bevo vino / per i ladri e le puttane sono Gesù bambino” con un più rassicurante “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo Gesù bambino”.

7.     GIANNA – Rino Gaetano (1978)

A Sanremo sbarca la più lucida ironia: Rino Gaetano in frac, papillon bianco, cilindro nero, scarpe da ginnastica e ukulele. Un’esibizione passata alla storia sulle note di “Gianna”, una canzone apparentemente nonsense dietro la quale si nasconde una critica alla politica italiana del tempo fatta di illusioni, promesse, scandali, denaro e materialismo. 3° posto per Rino che da quel momento entra definitivamente nel cuore della maggior parte degli italiani.

  • VITA SPERICOLATA – Vasco Rossi (1983)

Uno dei nostri cantautori più rock è protagonista assoluto dell’edizione del 1983: Vasco lascia il palco mentre il brano è ancora in esecuzione, svelando al pubblico che tutti gli artisti sono in playback. Una provocazione in piena sintonia con il testo del pezzo, diventato poi uno dei suoi cavalli di battaglia. Penultima posizione nella classifica finale ma riscontro del pubblico incredibile: l’album “Bollicine”, pubblicato successivamente alla kermesse, sarà il più venduto dell’anno con oltre 1.000.000 di copie.

  • TERRA PROMESSA – Eros Ramazzotti (1984)

Giovedì 8 Febbraio Eros tornerà sul palco dell’Ariston per festeggiare il 40° anniversario di “Terra promessa”, brano con cui si è aggiudicato la vittoria nella sezione “Nuove proposte” nel 1984: un vero e proprio trampolino di lancio verso il grande successo. Il cantautore “nato ai bordi di periferia” è uno degli artisti italiani più amati al mondo e può vantare oltre 70 milioni di dischi venduti.

  1. DONNE – Zucchero (1985)

Un trentenne Zucchero con la sua 3° partecipazione al Festival. Con “Donne” porta sul palco un omaggio al mondo femminile: donne “sorelle” tra loro nonostante le differenze, “pianeti dispersi” per tutti gli uomini, ma anche “contro corrente” con una propria individualità. Il pezzo non è ben digerito dalla critica sanremese e si classifica in penultima posizione ma segnerà la consacrazione del bluesman emiliano, tra i nostri artisti più celebri a livello internazionale.

  1. QUANDO NASCE UN AMORE – Anna Oxa (1988)

Brano meraviglioso di una delle voci più belle della nostra musica: “Quando nasce un amore” parla delle sensazioni di un sentimento appena sbocciato e della profonda felicità successiva all’innamoramento. La canzone segna anche un passaggio fondamentale nella carriera della Oxa, con dei toni e delle interpretazioni meno aggressive rispetto ai primi successi. 7° posizione nella classifica generale.

  1. SPALLE AL MURO – Renato Zero (1991)

Struggente e memorabile interpretazione di Renato Zero che da voce alle difficoltà degli uomini di “terza età”, denunciando la scarsa considerazione dei giovani verso gli anziani. Il cantautore romano, dato per vincente alla vigilia, si deve accontentare del 2° posto alle spalle di Riccardo Cocciante con “Se stiamo insieme”.

  1. GLI UOMINI NON CAMBIANO – Mia Martini (1992)

L’indimenticabile Mia Martini, dopo le eccezionali interpretazioni del 1982 e del 1989, ci dona un’altra esibizione leggendaria. “Gli uomini non cambiano” racconta in parte la vita di Mimì: l’amarezza di una donna tradita e maltrattata ma anche le prime delusioni nel rapporto con suo padre, che l’ha sempre considerata una “figlia sgangherata”. Un brano di grande intensità con cui si aggiudicherà il 2° posto in classifica alle spalle di “Portami a ballare”di Luca Barbarossa.

  1. LA TERRA DEI CACHI – Elio e le Storie Tese (1996)

Il rock demenziale della band capitanata da Stefano “Elio” Belisario stravolge la kermesse sanremese e guadagna un rocambolesco 2° posto. “La terra dei cachi” è un ritratto dissacrante e spietato del nostro paese, in perenne equilibrio tra spensieratezza e drammi sociali: scandali edilizi, criminalità organizzata, sangue infetto negli ospedali, mancata verità sulle stragi e violenza negli stadi. Il tutto condito da un sapiente mix di generi musicali e da un travestimento ispirato ai Rockets nella prima serata del Festival. Geniali.

  1. …E DIMMI CHE NON VUOI MORIRE – Patty Pravo (1997)

Chiudiamo il nostro viaggio con un brano scritto da Vasco Rossi per Patty Pravo che, pur non conquistando il podio, diventa uno dei singoli di maggiore successo dell’artista veneta. Solo 8° posto in classifica generale ma 2 riconoscimenti: “miglior musica” e “Premio della Critica”. Una vera e propria pietra miliare della nostra musica.

di Luca Nebbiai

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