“Spara bambina” è il singolo d’esordio della rapper emergente Veronica Del Vecchio, in arte VDV, per la neonata etichetta AltaVibe Music.
“Spara Bambina” affronta temi profondi come l’odio e la guerra contrapposti eppure indissolubilmente legati all’amore e alla pace, cercando risposte a questi conflitti universali.
Il brano si apre con un ritornello provocatorio, che incita una bambina a sparare con un fucile sulla spalla, mentre prima della guerra, prima dell’amore, c’era una farfalla come simbolo di libertà. Questo riferimento ci trasporta in un’ambientazione da videogioco in cui a soccombere, schiacciata dalle risposte che non ha trovato nel mondo esterno, è la bellezza dell’innocenza.
L’insegnamento che possiamo trarre è che le risposte non si trovano nei luoghi, nelle persone o nelle parole altrui, ma sono sempre state dentro di lei/noi.
Con la sua musica, VDV, esplora a fondo l’animo umano attraverso una chiave di lettura infallibile, che è quella della storia, come ci racconta nell’intervista, cercando di restituire un significato profondo e autentico ad un’epoca dominata dalla superficialità.
Dal testo traspare anche la passione di VDV per la letteratura e lo studio della filosofia che, anch’essi, contribuiscono a rendere la canzone non solo un atto di denuncia verso la società ma un viaggio alla ricerca dell’autenticità guidato, nientemeno, che dalla Beatrice di Dante.
INTERVISTA
Ciao Veronica,
il tuo singolo d’esordio si intitola “Spara bambina”, un titolo che colpisce sia dal punto di vista figurativo che da quello tristemente reale…
Sono un’appassionata di storia, e la storia è, purtroppo, anche guerra.
Ho scelto questo titolo perché la figura della bambina rappresenta l’innocenza, mentre l’arma è totalmente l’opposto dell’ingenuità; mi piace questa contrapposizione dell’immagine che è un ossimoro.
La canzone racconta di una bambina che non conosce ancora il mondo esternamente e cerca delle risposte, ma le risposte stanno dentro ognuno di noi e finché dentro noi regnerà il caos, non potrà mai esistere l’amore ma ci sarà sempre la guerra.
Questo è il concetto che volevo esprimere.
Nel testo dici che “L’amore è correlato alla guerra”, due cose che nell’immaginario collettivo sono agli antipodi; puoi spiegarci meglio?
Secondo me, in realtà, l’amore e la guerra sono due facce della stessa medaglia. Quello che era amore, molto spesso successivamente si tramuta in guerra; infatti entrambi possono essere “lampo”, come dico nel testo.
Tutto ciò che nasce dall’amore può tramutarsi in odio: so che è un concetto un po’ particolare.
Tornando alla passione per la storia, ad esempio, l’amore che si prova per la patria spesso si evolve in guerra.
La frase “l’odio è al calibro di tutti” mi ha fatto pensare ai giudizi che, spesso, vengono sparati tramite social. È anche questa una chiave di lettura?
Assolutamente sì! Scrivendo questa frase ho pensato soprattutto alla persuasione delle masse, perché l’odio è l’arma migliore per creare distanza tra le persone, come avviene, per esempio, con l’odio razziale: basta sentire i telegiornali per capire quanto si possa influenzare il pensiero additando qualcuno.
Hitler aveva letto un libro che si intitolava “Psicologia delle folle” che, sostanzialmente, diceva che l’odio è la miglior arma per manipolare la popolazione.
Nel brano ci sono diversi riferimenti, da Platone passando per la Divina Commedia di Dante. Quali sono i tuoi riferimenti musicali e letterari?
Sono una fanatica di Dante, ho provato a leggere anche un po’ Platone, ma non avendo fatto studi filosofici faccio un po’ fatica, quindi ci metto un pochino di più.
Mi piace tantissimo conoscere il mondo: adesso sto leggendo Erasmo da Rotterdam.
Sicuramente leggo molto, dalla saggistica ai romanzi classici, ma non ho una tipologia di lettura che prevale sull’altra.
In questa canzone mi sono molto ispirata alla Divina Commedia: ho immaginato che noi siamo in un inferno e purtroppo, una Beatrice immaginaria, non esiste oggi, ma ci vorrebbe… o almeno ci vorrebbe il Paradiso!
Lo scopo era quello di far di capire che, oltre la musica, oltre il divertimento in sé, è importante anche dare un peso al testo che si scrive.
Oggigiorno, le canzoni che ascolto, hanno, quasi tutte, un testo abbastanza superficiale, che rispecchia il mondo che stiamo vivendo.
Volevo affrontare un testo un pochino più conscious, chiamiamolo così, in modo tale da far riflettere le persone senza annoiarle, perché è importante anche sapere trasmettere un concetto in una chiave più leggera.
Questo primo singolo apre ad un progetto discografico che hai già in lavorazione?
Sì, sto lavorando su diversi pezzi con il mio produttore Lorenzo Cazzaniga, che ringrazierò sempre.
Abbiamo già un paio di singoli in carreggiata ma, ti posso spoilerare che a marzo dovrebbe uscire il secondo singolo!

Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)