Baglioni: “E’ stato definito un Festival Sovranista o Autarchico per la presenza quasi esclusiva di ospiti italiani, ma non sarà un festival politico”
Al via alle 12,30 la prima delle sette dirette del mattino della settimana più canora dell’anno, dalla sala conferenze del Teatro Ariston di Sanremo.
Ad aprire il dibattito è stato il sindaco di Sanremo, città ospite per il sessantanovesimo anno della rassegna musicale italiana, che ha sottolineato il successo atteso ma inaspettato di presenze in loco; si è raggiunto il sold out di alberghi e case vacanze in città già prima dell’inizio della kermesse, risultato raggiunto soltanto a metà settimana gli scorsi anni. Un ringraziamento speciale lo ha riservato al mercato dei fiori che rifornisce il teatro, che potremmo vedere già dalle 20 di stasera sul classico red carpet della vigilia.
Ha preso poi la parola il Direttore della rete – Rai 1 – Teresa De Santis, che ha ripreso il discorso record, ma in questo caso di incassi, rimarcando che la raccolta fondi da parte di aziende e partner abbia di gran lunga superato quella delle precedenti edizioni. Un punto focale della digressione della De Santis è in merito al presunto conflitto d’interessi tra Claudio Baglioni direttore artistico e artista in attività, per il suo inevitabile legame con case discografiche e le aziende di booking, sostenendo:
“Ne parlo concettualmente non tecnicamente. La nostra non è una industria musicale così sviluppata, la contiguità è necessaria. Per il poco sviluppo dell’editoria è quasi necessario il ricorso alle filiere amicali per avere i prodotti migliori. Quando si fa un contratto ad un artista vivente ed operante come Baglioni, è chiaro che egli stesso ha rapporti con etichette e management, ma sta alla sua coscienza operare con qualità, requisito già garantito dallo stesso nella scorsa edizione.”
Claudio Fasulo ricorda come il Festival di Sanremo sia il più grande show prodotto da un’azienda televisiva pubblica in Europa. Ventisette ore di musica, quaranta ore di TV, duecento sessantatrè artisti fra cantanti e performer e cinquantacinque musicisti nell’orchestra. La giuria d’onore quest’anno sarà capitanata da Mauro Pagani, già direttore del festival, e voterà venerdì e sabato sera e composta da Ferzan Ozpeteck, Camila Raznovic, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Jo Bastianich. .
La parola a questo punto passa ai diretti interessati, si inizia con il “Dirottatore” Artistico Baglioni che apre con il motto con cui si sta presentando nelle varie ospitate televisive in questi giorni:
“ Errare è umano, perseverare è artistico”.
Si è definito come il servitore del festival, e garante della più piccola forma dell’arte musicale: la canzone.
«Sarà un Festival molto simile a quello anno scorso – spiega Baglioni – più che nazional popolare, sarà popolar nazionale perchè ritengo che l’internazionalità sia nel fatto che molti degli artisti italiani sono grandi artisti anche all’estero». E Baglioni promette: «Non sarà un Festival politico. Quest’anno duetterò con gli ospiti sulle loro canzoni o canteremo brani di un repertorio terzo. Inoltre apriremo tre serate con mie canzoni – aggiunge – accarezzando il concetto di kolossal, di teatro totale sul palco dell’Ariston, un pò come è accaduto nei miei concerti: avremo coreografie mutuate dallo show, firmate da Giuliano Peparini, e parte della squadra di ballerini che mi ha seguito nel tour».
Virginia Raffaele alla sua prima volta è emozionatissima:
«Spero di essere all’altezza, l’anno scorso ho fatto 10 minuti quest’anno 25 ore. Per me è un regalo. Imitazioni? Non metterò nessuna maschera, quest’anno Claudio ha voluto proprio me».
Claudio Bisio non è da meno ad emozione:
«Sono due mesi che proviamo, mi sento come un’atleta pronto per una gara».«Prometto di essere me stesso. La mia storia la conoscete, ho recitato testi di Pennac, De André, Michele Serra. Se mi avete chiamato è per essere me stesso, con garbo. La mia ultima esperienza in tv, il Saturday Night live, era fatta con il linguaggio degli stand up comedians, anche di turpiloquio, che qui ovviamente non ci può essere» E sulla politica scherza: «Non parlerò di migranti né dei nuovi esami di maturità, ma neppure della Juve e dei rigori non dati».

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