“Non ci sono prove – spiega il giudice della contea di Carver, in Minnesota – per determinare chi procurò all’artista gli antidolorifici oppiacei sotto forma di Percocet falso che hanno stroncato la vita del musicista”. E così nel giorno in cui ricorre il secondo anniversario della morte del Folletto di Minneapolis, il caso è stato archiviato senza un vero colpevole.
Il 21 aprile del 2016 Prince fu trovato in fin di vita in un ascensore all’interno del complesso di Paisley Park, sua residenza a Chanhassen, alle porte di Minneapolis. I soccorsi arrivarono con un’ambulanza qualche minuto dopo, ma i tentativi di rianimazione fallirono: i medici confermarono la morte del cantante alle 10,07. L’autopsia confermò che la causa del decesso fu un’overdose accidentale di Fentanyl, un oppiaceo sintetico cinquanta volte più potente dell’eroina. Prince aveva 57 anni. Da anni soffriva di dolori all’anca, che cercava di alleviare con i farmaci.
Dal danno alla beffa, dopo la chiusura del caso senza un colpevole, la polizia ha deciso di diffondere anche dei video che fanno parte del fascicolo delle indagini, che sono stati girati il giorno prima e il giorno stesso della scomparsa di Prince. Oltre ai materiali video, sono state rese pubbliche anche delle immagini, inclusa quella che ritrae il corpo di Prince, senza vita, davanti alla porta dell’ascensore della sua abitazione, dove l’artista è stato rinvenuto.

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