Un’iscrizione in carboncino, rinvenuta su una lastra marmorea, potrebbe ritardare l’eruzione del Vesuvio che ha distrutto Pompei.
Prima di andare avanti però, vi consiglio di aprire Youtube e mandare in riproduzione “Live At Pompei”, film-documentario-concerto diretto da Adrian Maben, uscito nella versione per le sale cinematografiche nel 1974 e incentrato sulla musica del gruppo rock inglese dei Pink Floyd.
Già con l’intro sembra di entrare in un vortice temporale.
Il merito di questa scoperta potrebbe essere affibbiata alla mano di un operaio che durante i lavori scrisse sulle pareti di una stanza in corso di ristrutturazione “XVI. K NOV”.
L’iscrizione che sta per 16 giorni prima delle calende di novembre” e che secondo i calcoli corrisponde al 17 ottobre del 79 d.C., ha un’importanza incredibile come afferma il direttore generale Massimo Osanna: “È un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri”.
L’iscrizione a carboncino, in particolare, è la traccia tangibile di un momento di vita quotidiana e supporta la teoria che la data dell’eruzione fosse a ottobre e non ad agosto, posticipando quindi l’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed Ercolano.
E trattandosi di un materiale così fragile ed evanescente e che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è altamente probabile che si tratti dell’ottobre del 79 dopo Cristo, una settimana prima della grande catastrofe che sarebbe, secondo questa nuova ipotesi, avvenuta il 24 ottobre.
La casa in corso di ristrutturazione al momento dell’eruzione può spiegare come mai, accanto a stanze con pareti e soffitti affrescati, vi fossero alcuni ambienti con pareti semplicemente intonacate e addirittura privi di pavimento, come l’atrio e il corridoio di ingresso, e chissà con quante nuove scoperte da fare.
Pompei continua a stupire.
Il ministro Bonisoli soffermandosi sulla straordinarietà del ritrovamento afferma: “Può darsi che un amanuense si sia sbagliato e abbia fatto una trascrizione non fedele. Oggi un pochino, con molta umiltà, ma forse stiamo riscrivendo i libri di storia perché stiamo datando l’eruzione nella seconda metà di ottobre”.
Intanto “live at Pompei” continua a scorrere in sottofondo, e mi viene da pensare che dietro questa storia ci sono molti misteri da risolvere, e che forse Plinio il Giovane fosse più rocker di quanto si credesse.

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