Da ormai oltre 30 anni l’offerta televisiva ha cambiato, e sta cambiando ripetutamente, il genere d’intrattenimento. Questo mutamento va ascritto soprattutto al successo dilagante delle serie tv e della produzione internazionale
Per comprendere l’ascesa delle piattaforme streaming come Netflix, dobbiamo rifarci alle origini del sistema televisivo che ha permesso tale espressione. Tra le società che furono protagoniste della pay tv vi fu Hbo, fondata nel 1972. La sua formula vincente fu di farsi pagare per film recenti, in versione integrale, senza pubblicità. Negli anni Ottanta si era inserita nella produzione di serie televisive e circa dieci anni dopo la formula era decisamente maturata: livelli di qualità alti, lunga serialità, ricerca del successo di pubblico e critica, ascendenze narrative letterarie che risalgono perfino al genio e la fantasia di Dickens. Nasceva così lo “stile Hbo”, regalando al pubblico prodotti ineguagliabili come The Sopranos, Game of Thrones e Sex and the City su tutti.
La qualità delle serie internazionali e soprattutto il suo imponente marketing, hanno rapidamente interessato l’Italia. Il primo prodotto seriale che giunse nel nostro Paese è un prodotto alto, altissimo, che sconvolse l’offerta televisiva in maniera imponente. Stiamo parlando della celebre serie tv I segreti di Twin Peaks, firmato da un importante regista cinematografico, David Lynch. Le vicende di quell’inventato piccolo centro montano ai confini con il Canada, in cui il ritrovamento di una ragazza uccisa rompe gli equilibri della cittadina, rivelando una parte oscura e sommersa, furono trasmesse da Canale 5, perché di fatto nel 1991 la televisione a pagamento ancora non esiste. Ma le narrazioni di Twin Peaks ebbero un ruolo determinante nella formazione del pubblico.
Negli anni a seguire infatti, la tv italiana è stata “invasa” da diverse serie americane come X-Files e Lost, in cui il pubblico italiano prende coscienza con un nuovo macrogenere: horror, mistery, cronaca, violenza si mescolano in modo inedito ma assolutamente efficace. Come ho già detto, negli anni Novanta l’unico modo per mandare in onda tali serie era la tv generalista. Ma nel decennio successivo la tv a pagamento in pay-per-view rappresentata da Sky, si impose come la sede ideale per la visione di queste serie, tanto da avere l’esclusiva assoluta, almeno fino all’arrivo di Netflix. Sky ha iniziato a produrre serie tv nel 2008, quando la sua attività si è consolidata. La prima è stata Quo vadis, baby?, per poi essere seguita da Romanzo Criminale – La serie e Gomorra – La serie.
Nata in California nel 1997 occupandosi di noleggio film e videogiochi, nel 2008 Netflix ha iniziato ad utilizzare lo streaming. La sua formula, con un abbonamento ridotto e che permette al cliente di scegliere quello che il menù offre lui, ha permesso di di conquistare oltre 60 milioni di abbonati in 50 Paesi. Nel 2010, ad oggi la piattaforma più utilizzata, ha cominciato a espandersi fuori dagli Stati Uniti, arrivando in Italia nell’ottobre 2015, presentando un catalogo comprendente serie come House of Cards e Orange is the New Black. La prima serie prodotta in Italia è stata Suburra, tratta dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo Catado.
Insomma, non sappiamo il futuro cosa ci riserverà, quel che è certo è che le piattaforme streaming hanno portato un totale e definitivo rimescolamento dei confini tra televisione, cinema e video. E lo hanno fatto in una società liquida dove la parola scritta e il fascino di un libro sono subordinati dall’egemonia della cultura visuale, in cui l’immagine fissa e in movimento hanno la meglio.

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