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Marco Fiore dei Réclame ci racconta “Cena di famiglia” – Intervista

by Alessia Andreon
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Sotto l’albero di Natale c’è “Cena di famiglia” il nuovo singolo dei RÉCLAME, band composta da Marco Fiore (voce e testi) e dai fratelli Edoardo Roia (batteria), Gabriele Roia (basso), già bassista nella band di Gazzelle, e Riccardo Roia (tastiere), già tastierista di Fulminacci.

“Cena di Famiglia” ci fa pensare alle feste, il momento, per eccellenza, in cui le famiglie si riuniscono intorno alla tavola imbandita.  Quale migliore occasione per cercare di capire che intenzioni hanno, per il futuro, figli e nipoti?

Ecco che allora iniziano delle discussioni infinite, che proseguono magari davanti al caminetto o in cucina, coinvolgendo più generazioni e mettendole a confronto su temi come il progresso negli studi o la ricerca del posto di lavoro.

Inevitabilmente, le opinioni dei più adulti sono in contrasto con quelle dei più giovani, che combattono con l’ansia di un futuro bruciato proprio da quelle stesse generazioni che ora li opprimono con le classiche domande come “che cosa vuoi fare da grande?”, senza preoccuparsi di cosa è realmente possibile diventare da grandi, alle soglie del 2023.

Abbiamo parlato di famiglie e di quanto sia difficile, ma non impossibile, inseguire i propri sogni, con Marco Fiore.

Ciao Marco e ben venuto su Inside Music, parliamo del nuovo singolo uscito venerdì 23 e azzeccatissimo per il periodo. Intanto ti chiederei di raccontarci come vi è venuta l’idea di parlare di una “CENA DI FAMIGLIA”…

L’idea ci è venuta dopo aver visto il film Festen – Festa in famiglia, di Thomas Vinterberg, che parte da una riunione di famiglia per descrivere dei rapporti umani, i meccanismi sottili che si sviluppano in una famiglia, talvolta anche d’odio; dei chiacchiericci casalinghi che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo provato.

Abbiamo quindi voluto attingere da questo film per scrivere “Cena di famiglia”, che parla del conflitto generazionale tra il protagonista e i membri della sua famiglia più adulti, che tentano di insegnargli a vivere con un tono paternalistico, senza entrare davvero in contatto con le problematiche che invece riguardano il protagonista del brano e, in generale, delle nuove generazioni.

Con questa canzone sollevate anche un problema generazionale e di generazioni a confronto, con diversi modelli di vita.  Cosa sognavate di diventare voi da grandi ed è ancora possibile nel 2022 diventare ciò che si vuole?

Si, sia io che i miei compagni di avventura abbiamo sempre desiderato fare i musicisti, quindi penso sia possibile fare nella vita ciò che sognavi sin da bambino.

Anzi penso che, se hai una certa propensione, o anche una vocazione, che sia artistica o meno, credo che si debba cercare di esprimerla.

Fare il musicista non è un mestiere facile da scegliere. Quando tu e tuoi compagni di avventura avete detto a casa che volevate fare i musicisti quali sono state le reazioni?

No, fortunatamente nel nostro caso ci è andata molto bene, perché le nostre famiglie ci hanno sempre sostenuto, ma penso anche che ciò che rende poetici e affascinanti i rapporti familiari siano proprio quelle dinamiche che si innescano, talvolta incomprensibilmente, che sono magari eccessi d’amore.

Nel brano, infatti, dico: “il vostro odio è un’altra forma dell’amore”, perché in effetti ci sono dei consigli che vengono elargiti con amore, con senso di protezione, ma che dai figli vengono interpretati in maniera diversa.  C’è sempre una dualità o contraddittorietà tra le parti che rende questi rapporti ancor più interessanti da esplorare e raccontare.

A proposito di famiglie, i tuoi compagni di avventura sono tre fratelli… Com’ è rapportarsi con loro?

Siamo una grande famiglia, dico sempre che sono il quarto; per me è molto bello lavorare con loro.

Tra l’altro, tutti quanti venite da altre esperienze musicali, ho notato che prestate molta attenzione ai testi, come richiede un buon cantautorato ma musicalmente tendete al nord Europa. Quali sono le peculiarità della musica dei Réclame?

È difficile per me condensare il nostro progetto in poche parole, ma posso dirti che siamo molto affezionati, io in particolar modo, alla cura dei testi, che per me ricoprono ancora un ruolo fondamentale all’interno della canzone.

La forma d’arte di una canzone spesso non è musica. Un musicista non è necessariamente un bravo song writer e viceversa, perché le parole per me sono la cosa più importante.

Da un punto di vista musicale ci accomuna un certo tipo di ascolti, molto vari, ma fondamentalmente ci piace una linea sonora che coinvolge sia la parte dei sintetizzatori che la parte acustica ed elettrica. Ci piace unire questi due aspetti.

Dato che Babbo Natale ha portato il nuovo singolo, cosa vi aspetta per il 2023?

Speriamo tante nuove date e poi registreremo il nuovo disco; quindi, “Cena di famiglia” è un assaggio di quello che sarà il prossimo lavoro in studio.

Nel nuovo anno speriamo di poterlo cantare, finalmente, dal vivo!

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