È uscito l’11 Settembre sulle maggiori piattaforme Il nuovo nemico, EP di esordio di Otto, progetto musicale guidato dal cantautore, tastierista e arrangiatore Lorenzo Campese già parte di progetti come Isole Minori Settime e Greta & The Wheels. L’album, pubblicato con Apogeo Records/New Generation, si avvale della sapiente produzione di Gianni “Blob” Roma e Matteo Cantaluppi, produttori che attraverso gli album di Bugo, Ex Otago e Thegiornalisti hanno contribuito a definire una nuova stagione della musica italiana ispirata a sonorità che richiamano il pop anni ’80.
È proprio agli Ex Otago che si pensa ascoltano i primi minuti dell’EP. Dietro un vetro sembra uscito da Marassi. Ma a parte la veste sonora quello che contraddistingue il lavoro di Lorenzo Campese è la sua scrittura in cui si mescolano continui riferimenti all’attualità ed alla vita di tutti i giorni. L’ironia è la cifra stilistica che permea tutto il suo disco.

L’EP è composto da quattro brani inediti con la produzione artistica di Stefano Bruno e Simone Morabito dei Riva che non a caso col suo ultimo lavoro si era posizionato su un territorio molto vicino all’EP di Otto. Grande protagonista, leggendo tra le righe, dei brani è la città di Napoli specialmente in Ginseng in cui il luogo comune del caffè viene smontato pezzo per pezzo e condito con i riferimenti a Cavani. Chi conosce Otto non a caso ricorda che il suo primo brano ad avere una buona rotazione, ma escluso dall’EP, è stato proprio il singolo Rigore per la Juve.
Sposami Maurizio è un brano che richiama il cantautorato anni ’70 in cui la provocazione di artisti come Rino Gaetano o Alberto Fortis riuscivano a scardinare i luoghi comuni della società che evidentemente da allora non è molto cambiata.
Il nuovo nemico è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’EP, un brano in cui si mescolano tutte le storture che ogni giorno la società ci vomita addosso. Trovano posto molte delle situazioni di cartapesta degli ultimi anni in Italia. È dunque questo un album che a dispetto della forma pop riesce a cantare delle parti più decadenti della società, perché i cantautori si impregnano delle delusioni più che delle gioie e qui le troviamo tutte.
