Pubblicato a inizio ottobre 2021, è disponibile in tutti gli store digitali “DanzaFerma” (MArteLabel/Artist First), il secondo lavoro in studio del cantautore Gianluca Secco. Un disco di gran valore, potente nelle intenzioni e nelle capacità, vigoroso e assurdamente fantasioso.
Nelle sue undici tracce assistiamo all’espressione del talento di Gianluca Secco, la rivelazione del Premio Tenco 2016, vincitore del Premio Tenco-NuovoImaie per la Miglior Interpretazione. Secco, grazie alla sua teatralità e al suo peculiare stile, è stato definito una delle “più interessanti promesse del cantautorato italiano”, oltre ad esser statp il vincitore della 14° edizione del concorso “L’Artista che non c’era”, organizzato dalla rivista L’Isola che non c’era.
“DanzaFerma” è stato interamente registrato presso il Verde Studio di Roma ed è frutto della collaborazione con il pianista e compositore Antonio Arcieri. Attraverso questo lavoro, Gianluca Secco demolisce il confine del “genere musicale” e celebra l’esigenza di esprimersi attraverso differenti e personalissimi modi musicali.
Un canto piena e virile accompagna canzoni che brillano di sfumature Rock, Blues, Punk o Reggae ma anche di unione pianoforte e voce. A far da protagonista sono testi, liriche e varie interpretazioni canore che si legano ad arrangiamenti costruiti ad hoc, ricercando l’ambientazione musicale più adatta al contenuto. E questo lavoro ha portato a “DanzaFerma “, suonato e registrato “alla vecchia maniera”. Un album nel quale Gianluca Secco e Antonio Arcieri hanno voluto preservare e incidere il sound spontaneo, naturale, caldo e ricco di sfumature ricercato durante le sessioni di prova e di registrazione.
“Danzaferma”
“Danzaferma” si apre con la tempestosa e disperata “Sangue”, che disegna lo scenario di una tribù indigena costretta a dichiarare guerra all’invasore. Segue, come seconda traccia, la title track “Danza Ferma”, dal sound sensuale e soul, che scivola morbido e glorioso. A cadere, “Di Schianto”, è la terza canzone del disco, fatta di un piano soave e di una voce che fa pensare a cantautori come Luigi Tenco; cambiamo ritmo e lo innalziamo sulle note di “Muta”, che vede come protagonista la ‘’femmina’’ e la sua sofferenza nel poter esser considerata ‘’cagna o madre’’. È introspettiva e devota “Senza Velo”, un brano che incede sui tasti di un pianoforte parlando di guerra e di paura; “La Révolution” ci porta invece su un sound reggae, che si mescola al blues, portando a un dipinto interessante e variegato. Racconta immagini di vita “Ottobre” e lo fa con una forza descrittiva unica, prima dell’incessante – cit – “Pasto Nudo”, dal ritmo entusiasmante e severo. Un carillon immaginario apre la strada alla bellissima “Aria”, cui segue “DiSchianto”, dal sapore di oscurità e di storie notturne. Giungiamo così all’ultima traccia, l’undicesima: Maestro si apre con un suonare di piano fragoroso, per poi raccontare la storia e la crisi di un uomo che, semplicemente, vive.
Ed è proprio di questo che parla “Danzaferma”, di vita. Vita vissuta nella sua bellezza e nelle sue difficoltà, vita ostile e vita pacifica, vita assurda e vita prevedibile. Una “Danzaferma” che solo Gianluca Secco poteva descriverci con una teatralità ed un carisma tanto inestimabile.

Rock’n’roll lover. Afterhours Lover. Good lyrics lover.