Bentornati al giovedì più indipendente del web, “Gioved-INDIE”, superospite di questa settimana è Gianluca Picariello, in arte Ghemon. Lo scorso settembre è uscito il suo quinto album in studio – “Mezzanotte” – abbiamo seguito la tappa napoletana del suo tour invernale e dopo aver pubblicato un’autobiografia si appresta a calcare i palchi dei maggiori festival estivi. Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui alla vigilia di questi nuovi appuntamenti dal vivo.
Ciao Gianluca, benvenuto nella nostra rubrica del giovedì più indipendente del web, Gioved-INDIE, domanda introduttiva generale: cos’è per te l’INDIE e cosa si mantiene ancora INDIPENDENTE?
La questione indie ha preso una piega di genere, per me però l’indipendenza è fare le cose a modo proprio, in un mercato che è diventato liquido come quello della musica in cui bisogna muoversi con velocità ed in maniera intelligente, continuo a portare avanti il mio discorso artistico senza escamotage che allungano il brodo inutilmente. Un sintomo di indipendenza potrebbe essere “Propaganda live”, il programma di Diego Bianchi, un format nuovo che non mi sembra dipendere da decisioni di rete e direzioni editoriali, ma rappresenta una forma indipendente di fare giornalismo nonostante la tv di stato. Essere indipendente ti porta certamente a compiere delle scelte, ma anche non esserlo. In entrambi i casi arrivi a scendere a compromessi, magari diversi, ma sempre compromessi.
Neanche il tempo per un po’ di meritato riposo dopo il lunghissimo tour invernale che sta per partire il “Criminale emozionale tour”. La dimensione del live è quella che preferisci?
Al momento sì, ma normalmente è una corsa testa a testa con la dimensione dello studio, entrambi sono situazioni creative per me, perché anche durante i concerti sperimento molto, anche se in questo caso devi tenere conto della reazione del pubblico a queste novità, e questa è una bella sfida. Al momento, però, è un passettino avanti rispetto allo stare in studio.
Poco dopo l’uscita del nuovo album “Mezzanotte” hai pubblicato il tuo primo libro “Io Sono – Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle”. Ci racconti un po’ come nasce questo progetto?
Il progetto nasce un po’ per caso, non che io non pensassi di poterlo fare prima o poi, mi trovavo ad una masterclass del “Corriere della sera” in cui raccontavo il mio approccio verso la scrittura ed in quell’occasione ho conosciuto il giornalista che poi avrebbe curato la stesura del mio libro. Mi hanno lasciato carta bianca, nessuna censura in fase di elaborazione ed è per questo che il libro mi rappresenta il 300%.
Lo scorso febbraio hai duettato sul palco dell’Ariston con Diodato e Roy Paci sulle note della loro “Adesso”, arricchendo il testo del brano con una tua strofa. Che esperienza è stata? Torneresti a Sanremo?
É stata una bella esperienza perchè sono riuscito a realizzare anche il sogno dei miei nonni, hanno finalmente capito che il mio è un vero e proprio mestiere. Tornerei volentieri sul palco dell’Ariston, anche perchè quest’anno non ho avuto la possibilità di vivere questa esperienza a trecentosessanta gradi che ha tantissimi pro ma anche i suoi contro, si tratta di una settimana molto concentrata ed intensa. Quest’anno ho affrontato questa kermesse con tranquillità, consapevole della mia esperienza dapprima in piccoli locali fino ad arrivare a palcoscenici più importanti. Ad ogni modo è stata certamente un’esperienza formativa, alla quale ho approcciato con umiltà.
La collaborazione con Antonio e Roy è stata più che azzeccata, ma c’è un artista con il quale vorresti duettare in particolar modo?
Sicuramente Giorgia, abbiamo una radice di fondo molto vicina, magari la inviterei alla serata duetti durante al Festival.
Il 2018 si sta rivelando l’anno della tua consacrazione, sei anche stato invitato da Manuel Agnelli nel suo programma televisivo “Ossigeno” in onda su Rai 3. Che impressione ti ha fatto questo format?
Direi bello, interessante e coraggioso, potrebbe essere un altro esempio di indipendenza, Manuel ha portato alla luce proprio ciò che voleva, senza cosiddetti annacquamenti dovuti alle logiche televisive ed editoriali. Oltre ad eseguire i miei pezzi, ho avuto la possibilità di raccontare anche faccende delicate, non capita tutti i giorni ottenere tanto spazio. Rai 3 sotto questo punto di vista è stata in grado di stupirmi, mi ha ricordato un format ironico in cui le stagioni autunno/inverno erano condotte da Guzzanti, mentre primavera/estate da Albanese. Mi auguro che questa sia stata una prova e che l’anno prossimo si possa ripetere, magari in prima serata.
Le tue origini musicali sono certamente legate alla musica rap/hip-hop, ma ultimamente sta facendosi largo la nuova scena trap. Qual è il tuo pensiero in merito a questa tipologia di musica?
Si tratta di una tipologia di musica che ha avuto origine in America e che solo da poco tempo è arrivata qui da noi, ci sono sicuramente alcune personalità interessanti, anche se c’è troppa omologazione, a volte faccio fatica a distinguere un esponente dall’altro. Al di là della questione stilistica, a venir fuori saranno le forti personalità. Ad ogni modo faccio il mio in bocca al lupo a tutti gli artisti di questa scena.
Non sei un semplice rapper, ma un cantautore e poeta contemporaneo, sempre alla ricerca costante di nuove sonorità. Quali sono gli artisti che maggiormente influenzano la tua scrittura?
A livello di scrittura attualmente nessuno, ad influenzarmi è il coraggio artistico di creare qualcosa di innovativo. Kendrick Lamar è sicuramente uno dei miei riferimenti musicali.
Al termine di questo tour cosa dobbiamo aspettarci, hai già del materiale pronto per registrare un nuovo disco? Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per il momento mi sto concentrando quasi esclusivamente sul “qui e adesso”. Sicuramente cerco di mettere tanta energia nel tour, stiamo modificando la scaletta per rendere questi live differenti rispetto a quelli invernali, magari inserendo altri pezzi. Non ti nascondo che sto anche pensando al nuovo lavoro, credo che non trascorreranno due o tre anni per la sua pubblicazione.
Ti saluto con un gioco: scegli un vostro collega indipendente a cui inviare un messaggio, una nota di stima, un vaffanculo, chiedere un featuring, io proverò a sentirlo ed aprirò la sua intervista con il tuo appello. Chi scegli e cosa senti di dirgli?
Scelgo Dario Brunori, la mia fidanzata è una sua grande fan ed ogni volta mi scontro anche io con la sua musica.
Intervista a cura di Fabiana Criscuolo e Lorenzo Scuotto

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