Da oggi, in anteprima solo su Insidemusic, è disponibile il video di Da Questa Parte del Cosmo , di Ennio Salomone per LaPOP dischi.
Il videoclip “Da questa parte del cosmo” realizzato da Thea Ferraro, è il loop introspettivo di un’eterna attesa. Il personaggio del video attende, arreso e disilluso, non si sa cosa, circondato da un paesaggio muto e straziante. Una campagna che forse ricorda la sua infanzia perduta.
E forse tutto sta proprio lì: la speranza di sentire, anche per un solo secondo, gli echi atavici del suo passato.
Intervista ad Ennio Salomone
In “Da questa parte del cosmo” hai parlato di come l’essere umano tende a rapportarsi con il proprio passato, che a volte viene accantonato per poi ritornare prepotentemente: secondo te che ruolo ha la musica in questo?
La musica, almeno per quanto mi riguarda, è un antidoto immensamente efficace per comprendere appieno le bellezze che ci circondano e alle quali a volte non facciamo nemmeno caso, oppure, come in questa canzone, può servire a esorcizzare alcuni aspetti negativi della vita, affrontando di petto i fantasmi del passato, avendo l’illusione di avere uno scudo davanti a te.
Avere a che fare con ciò che sei stato, non è mai semplice.
Quando decidi di fare i conti con te stesso, rischi sempre di scoprire luoghi inquietanti e scorci devastanti. La musica può fungere da pacificatore, da collante inviolabile che riesce a dare un senso persino agli errori.
A quanto tempo fa risale la composizione di questo brano? È quindi legato ad un momento in particolare?
La canzone in realtà è molto giovane, ha sì e no due anni di vita. Dopo questa ce ne sono state altre e poi altre, ma al di là del momento particolare in cui l’ho scritta, credo che la forza di una canzone stia nel fatto che anche dopo anni o magari decenni, riesca comunque a trasportarti immediatamente nel preciso luogo dell’anima in cui eri.
E questo vale sia per chi scrive sia per chi ascolta. Quando ci leghiamo ad una canzone accade qualcosa di straordinario, una simbiosi istantanea che ci riconsegna una parte della nostra vita di cui subito ci riappropriamo.
Il video esprime perfettamente la sensazione dell’attesa, una notte infinita e sospesa: perché nessun colpo di scena?
Il visual video, opera di Thea Ferraro, è incentrato su un luogo desolato e desolante, quasi distopico, nel quale il personaggio si ritrova, forse contro la sua volontà e l’unica cosa che può fare è aspettare. La scelta del visual, ripetitivo e quasi paranoico, credo sia la formula migliore per descrivere quelle sensazioni lì, questo eterno aspettare fermi, immobili, mentre tutto attorno a te continua a girare e andare avanti. Non succede nulla intorno al protagonista, perché il caos è dentro di lui e si agita come tempesta facendosi scrutare appena dai suoi occhi scossi, tristi e disillusi.
Dal 2020 questo è il tuo quarto singolo: stai pensando ad un progetto che li raccolga?
Al momento non è tra le mie priorità quella di racchiudere queste canzoni in un disco. Anzi, ciò che progetto di fare è pubblicare sempre nuove canzoni e magari fare un secondo disco con altre canzoni ancora. Ho sempre bisogno di realizzare cose nuove, suggestionarmi, provare a stupirmi sempre, per non perdere l’oggetto focale del mio lavoro, cioè quello di rincorrermi, senza fermarmi nemmeno un minuto. Le canzoni scritte e pubblicate negli anni passati le amo ma rimangono lì dove sono, non credo abbiano bisogno di sgomitare dentro a un disco. Meglio lasciarle libere.
Quindi quale sarà il tuo prossimo passo artistico?
Quello che farò dopo “Da questa parte del cosmo” è più o meno quello faccio dal giorno dopo in cui l’ho scritta, cioè continuare a comporre canzoni, a cercare suggestioni e sapori nuovi, a provare a vedere al di là delle cose immediatamente fruibili e capire dove arrivo e dove la musica mi porta. Non amo decidere a tavolino le cose da fare. Certo programmare è importante, ma anche lasciarsi trasportare dagli eventi e vedere dove ti ritrovi. È un piacere immenso.

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)