Quant’è difficile creare una musica che eviti le leggi dei gusti personali, che si avvicini quanto più possibile a dei canoni di bellezza oggettivi? Quasi impossibile, essendo di per sé la bellezza soggettiva. Eppure se si ricerca una musica con alti livelli di qualità quella di Dente è una garanzia
Giuseppe Peveri, questo è il suo vero nome, è riconosciuto all’unisono da critica e pubblico come un paroliere eccelso, capace di unire la profondità del cantautorato italiano con la libertà e la leggerezza dell’indie e del pop, dando vita ad uno stile personale facilmente riconoscibile e difficile da imitare, perlomeno difficile da eguagliare.
In una carriera costellata di collaborazioni non da poco (Ruggeri, Le Luci della Centrale Elettrica e Zen Circus per dirne solo alcuni), Dente si è cimentato anche nel lavoro d’autore per altri nomi noti, come per Arisa e Chiara, senza mai deludere le aspettative costruite sulla sua penna.
Giochi di parole sagaci e intelligenti fanno da protagonisti in canzoni apprezzabili già dal primo ascolto, così da rimanere impressi in chi le riproduce e da obbligare alla discussione e all’analisi chi percepisce dietro i suoi versi un mondo da esplorare.
Nel giorno del suo compleanno, scopriamo insieme alcuni suoi gioielli
Un fiore sulla Luna, dall’album Almanacco del giorno prima, 2014:
Si riassume in poche semplici parole: breve ma intenso.
In un alternarsi di cause e conseguenze, soggetti e i loro opposti, la descrizione dell’amore e della vita in poche semplici immagini estremamente efficaci.
Volere una donna per poi limitarsi a volerle bene, amare una donna volendole bene, le differenze quasi impercettibili danno vita a concetti alti e nobili, riportando alla mente quelle poesie di Tagore che sembrano semplici e brevi, ma nascondono l’inimmaginabile.
Estremamente delicata, sospinta da una musica minimalista che non reclama uno spazio da protagonista, sembra di ascoltare un giovane Battiato.
Sicuramente un brano da conoscere.
Sole, dall’ album L’amore non è bello, 2009
Questo brano ha la capacità di comprimere il tempo delegando a tre minuti il compito di riassumere un’intera storia d’amore fatta di piccoli gesti.
“Vieni qui” è un frase semplice, vero, chiunque la dice a chiunque altro, non per forza si limita a chi si ama.
Eppure Dente riesce a far capire come quelle due parole celino una somma di attenzioni che rendono l’amore quello che è.
“Vieni qui” per dire “vieni qui vicino a me, stammi accanto, provo gioia nel saperti al mio fianco”.
Ed è questo il bello di questa musica, riesce a dirti cose di cui non ha nemmeno parlato, su cui non ha proferito parola.
Chiedo, dall’album Non c’è due senza te, 2007
Una quasi interminabile sequela di scuse chiude il suo secondo album, quasi azzerando tutti i torti della storia dell’umanità.
Quella che a prima vista è una semplice autocommiserazione diventa a poco a poco un’attenta analisi delle cause che portano alla fine di un amore, e lo descrivono come unico e irripetibile.
Amare e farsi amare, perdonarsi a vicenda, scambiarsi i ruoli: non manca nulla in questo brano estremamente toccate e commovente.
D’altronde, come detto all’inizio, la capacità di scrittura di Dente è una garanzia.
Casa tua, dall’album Io tra di noi, 2011
Criptica ma non per questo debole, questa canzone affida alle immagini il compito delle parole, come una sceneggiatura messa su musica.
Seppur tutta la situazione descritta avvenga sopra un letto, ci si ritrova per mari in tempesta e cuori deserti, scenari che si evolvo in un flashback che vede protagonista una notte d’amore, una fuga dai problemi attraverso la sensazione di complicità.
Parole precise, sensazioni racchiuse in lettere, semplice poesia.
E’ in testi come questo che si evince come non vi siano altri paragoni stilistici con Dente, se non nei classici della poesia italiana.
Come eravamo noi, dall’album Canzoni per metà, 2016
Questa canzone è come uno shot di vodka a stomaco vuoto: dura poco, ma si fa sentire.
Bellissima la metafora finale che riassume l’immensità del brano: i sogni si fan da soli.
Per cui, se una storia d’amore sembra un sogno, è perché uno dei due sta sognando.
Ed in quei sogni prendono vita le visioni di altre coppie accomunate dagli stessi errori, dagli stessi finali, dagli stessi rimorsi.
Se non lo avete ancora fatto andate a recuperare questi brani, non ve ne pentirete.
Buon compleanno Dente!
A cura di Giuseppe Falbo
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