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Daniele Meneghin racconta il suo “Gesto Atletico”

by Giusy Alfano
Daniele Meneghin, Gesto Atletico

Il nuovo progetto discografico di Daniele Meneghin, Gesto Atletico, dal 22 Ottobre è fuori su tutte le piattaforme digitali ed è stato edito per la Adesiva Discografica Recording Studio.

Gesto Atletico è un elogio all’uomo normale, alla semplicità del quotidiano, a quanto sia straordinaria l’ordinarietà. 

Il gesto atletico, non a caso, è proprio la somma dei piccoli gesti quotidiani che ciascuno di noi compie nel corso della propria esistenza.

“Le canzoni contenute in “Gesto Atletico” sono state scritte dal 2018 al 2020,  l’intento era far indossare a queste canzoni vestiti inconsueti, diversi rispetto allo stile dei miei album precedenti, con una produzione nuova affidata a Paolo Iafelice: un genere elettronico e più potente, che conserva il tocco inconfondibile e caldo delle chitarre di  Osvaldo Di Dio, con il quale collaboro da sempre.”, racconta Daniele Meneghin.


L’INTERVISTA A DANIELE MENEGHIN

Ciao, Daniele. Il 22 Ottobre è uscito il tuo nuovo lavoro: Gesto Atletico. Un album in grado di coniugare tematiche politiche e sociali e di attualità, che incarna l’essenza dell’uomo comune, il quale affronta una una vita dura, segnata dalla difficoltà, dall’incertezza per il futuro, ma caratterizzato anche dalla caparbietà di affrontare gli ostacoli volta dopo volta.

È corretto dire che questo album celebri l’uomo normale, in qualità di eroe contemporaneo?

“Ciao, grazie per la bella e puntuale analisi! Sì, l’album parla dell’uomo che fatica, che si guadagna la vita giorno per giorno sfidando le incertezze che gli rendono il cammino complicato. Mi piace pensare che GESTO ATLETICO sia una fotografia del nostro tempo, ovviamente scattata con i miei occhi.”

Alieno a tempo pieno è il brano che ha anticipato la raccolta musicale Gesto Atletico, accompagnato da un videoclip molto bello e particolare, girato da Alessandro Cracolici.
Personalmente, è la canzone con cui mi sono identificata di più.

Ci racconti di cosa parla e se esiste un brano, tra quelli di Gesto Atletico, più autobiografico degli altri per Daniele Meneghin?

“Proprio “Alieno a tempo pieno” è il brano che mi rappresenta di più, è il mio autoritratto in musica, e allo stesso tempo è il brano dell’album dove evidenzio di più il fatto che dovremmo rispettare di più il nostro pianeta. Dovremmo sentirci alieni, ospiti, e non padroni del pianeta. Dovremmo essere una specie di inquilini eleganti e bene educati.”

In Ti vedo perplesso cala un’aura quasi malinconica, ma di consapevolezza. Probabilmente, il brano dell’album più evocativo dei tempi che stiamo vivendo.

Per cosa si sente maggiormente perplesso in questo preciso periodo storico, Daniele Meneghin?

“No ho mai avuto la certezza di “aver capito”, non mi sono mai sentito una persona con le risposte in tasca. Mi rende perplesso il fatto che, per ora, sembra chiaro che risposte certe non ce ne siano. Mi rende perplesso che nessuno si preoccupi di come smaltiremo tutte queste mascherine, o che si vada al congresso per il clima con l’aereo privato.”

Il tuo sorriso di mattina incarna il prototipo ideale di quello che dovrebbe essere la base di qualsivoglia relazione: votata a dinamiche di amore e supporto incondizionato dell’altro, ma anche di accettazione. Il brano, poi, è arricchito da un sound distensivo, che si coniuga perfettamente con la tua particolare vocalità, la cui timbrica resta uno degli episodi più interessanti del panorama cantautorale.

Daniele, secondo te cosa bisognerebbe cercare in una relazione, e cosa, invece, non andrebbe mai accettato?

“Ti ringrazio per le belle parole. Una relazione deve tendere al benessere dell’altra persona, che poi di riflesso diventa il proprio benessere. Aiutarsi a stare bene penso sia il più bel regalo quotidiano che una coppia si possa fare. Quindi, di contro, non bisogna accettare di stare male insieme.”

 Di cosa parli in Siamo Uomo, che pure ha anticipato l’album di inediti Gesto Atletico?

“Siamo Uomo” parla della nostra fragilità, delle insicurezze e della difficoltà di finire le giornate. Il protagonista si muove in una Milano ostile ma famigliare, e viene spinto dal ricordo del proprio amore. Il protagonista ci ricorda che siamo “uomo” della razza umana.”

 In “Penso che se penso”, il protagonista si perde nel groviglio dei propri pensieri e rinuncia ad ammettere i sentimenti che prova per la persona che ama, utilizzando la partenza come un dissuasivo dall’affrontare le proprie paure.

Tu credi che rimandare l’affronto di un problema sia utile per cambiare prospettiva o è meglio concludere ciò che lasciamo in sospeso?

“Penso che ogni storia sia a sé, ma nel caso (come questo) in cui l’amore non sia corrisposto è meglio sempre, per amore, accettare che la felicità della persona amata sia da un’ altra parte.”

Se potessi trascorrere un giorno con un artista, vivo o morto, quale sarebbe?

“Mi piacerebbe passare un giorno con Banksy. Penso sia l’artista contemporaneo che mi emoziona di più in assoluto. Poesia.”

 Quando potremo aspettarci un tour di Gesto Atletico?

“Non penso ci sarà un tour, il periodo è quello che è, ma spero di potervi fare sentire le canzoni in tutti i modi possibili!”

 Grazie mille per la disponibilità, Daniele. A presto!

“Grazie mille a te per il tempo che mi hai dedicato.”

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