Oggi è un giorno triste per gli amanti della dancefloor e non solo: Claudio Coccoluto, uno dei Dj più importanti del nostro Paese, non c’è più. Coccoluto è stato, per la nostra generazione, il simbolo delle serate lunghe, delle notti giovani, del divertimento e della spensieratezza. Ma anche della tecnica, della musica che diventa un lavoro, del successo che porta a farsi conoscere ovunque. Intanto però, la Pandemia ci ha portato via anche questo, tra i locali chiusi e i concerti bloccati. E il gusto amaro di quel silenzio che anche ”L’Ultimo Concerto” di pochi giorni fa ci ha fatto ricordare.
Chi era Claudio Coccoluto
Claudio Coccoluto ha iniziato a fare il DJ giovanissimo, quando aveva 13 anni, per hobby. Lo ha fatto tra le mura del negozio di elettrodomestici del padre a Gaeta, in provincia di Latina. Vicino al mare. Crescendo, verso la fine degli anni settanta inizia a sperimentare il mondo radiofonico con Radio Andromeda, facendone la sua professione. Inizia a suonare nei locali come il Seven Up di Gianola, come l’Histeria di Roma e si fa amare portando nei locali la sua musica elettronica in stile “underground”. Pian piano Coccoluto esce dai confini nazionali e porta la propria musica a farsi strada nella cornice di eventi livello europeo. E’ stato il primo Dj europeo a suonare al Sound Factory Bar di New York.
Ma Coccoluto è stato e resterà il simbolo del Goa di Roma.
Inoltre, dal1990 Claudio Coccoluto è diventato produttore: l’ultima pubblicazione è stata a giugno 2008 con l’album imusicselection5 – Vynil Heart, raccolta di 14 tracce realizzata in un’unica sequenza di vinili ed effetti mixati a mano libera come in un club. Tra le sue produzioni, Do It Whitout Thinkin, Afromarslight, Mind Melody 3.0. La sua voce è passata anche per Radio Deejay con un programma, C.O.C.C.O., composto da dj set in diretta e interazione con gli ascoltatori.
Il Dj ha inoltre scritto un libro, “Io, Dj”, una sorta di autobiografia nel 2007. Non ha tralasciato la politica, nè la Tv, e nemmeno il cinema, con il docufilm del 2018 ”Vinilici. Perché il vinile ama la musica” di Fulvio Iannucci.
In questo 2 marzo 2021 ci lascia dopo una lunga malattia, ma non sarà mai dimenticato. Perché la musica, come ogni forma d’arte, è immortale e non può fare a meno di regalare emozioni, sentimenti, ricordi: basta premere play.
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