”Volevo fare la Rockstar” è il nome dell’ultimo disco della Cantantessa, Carmen Consoli, e del suo Tour Teatrale. Un tour invernale che va avanti nonostante le restrizioni legate ad una pandemia ancora in corso. Un tour che piomba in città durante un periodo natalizio caratterizzato dalle (odiose) mascherine ma anche dalla voglia di uscire di casa per vivere gli eventi di una città straordinaria come Roma.
Nella cornice del meraviglioso Auditorium Ennio Morricone, Carmen Consoli si fa accompagnare da pochi musicisti durante un live suddiviso in tre Atti. A focalizzare l’attenzione, oltre alla presenza della Cantantessa, le installazioni video curate da Donatella Finocchiaro e un impianto scenico disegnato da Imaginarium Creative Studio.
Carmen Consoli – ”Volevo fare la rockstar” tour all’Auditorium di Roma
Come già accennato, ”Volevo fare la rockstar” è un tour che si muove nei teatri e che – come gli spettacoli teatrali appunto – si suddivide in tre atti. E viene introdotto da un Prologo: Carmen Consoli ci parla della magia teatro e del suo buio, incapace però di nascondere le cose belle, anche nel periodo di paura che stiamo vivendo. La sua voce nel buio ci ricorda che la paura non unisce e che non dobbiamo rottamare i sogni ”perché i nostri desideri da qualche parte aspettano, ancora”. Con uno sguardo più profondo e un respiro profondo dovremmo vivere la vita come la più grande storia del mondo.
Il primo atto: ”Il sogno”
Inizia con questo brivido sentimentale il Primo Atto: “Il sogno”, interamente dedicato a “Volevo fare la rockstar”. La narrazione, che prende avvio con l’intima “Sta succedendo” viene interpretata voce e chitarra con l’accompagnamento di un solo altro musicista. Segue ‘‘L’aquilone” e una carrellata di emozioni legate all’infanzia, con le foto di una Carmen bambina sullo sfondo. Ritmi estivi ci portano con un sorriso sulle note di “Una domenica al mare” e le deliziose descrizioni di una Sicilia soleggiata; ”Mago magone” ci porta verso la strada del mistero e dell’ironia meridionale. Note soavi e leggiadre e il canto della Consoli raccontano un Italia contemporanea e grottesca con “Le cose di sempre”. Dagli incubi di un bambino si passa, sullo sfondo, a un mega schermo televisivo ed è il momento di “Qualcosa di me che non ti aspetti”. In questo concerto. dove le immagini accompagnano costantemente la musica, nuvole grigie ci incontrano mentre arriva “Armonie Numeriche”, prima delle strofe meravigliose come “qualcosa di molto speciale sta per succedere/e intanto lo dicono al telegiornale” che ci portano verso “Imparare dagli alberi a camminare”. Arriva poi “L’uomo nero”, con delle splendide immagini di un clown che ritraggono perfettamente certi “politici” contemporanei. E c’è di nuovo spazio per i ricordi di infanzia di Carmen Consoli e i racconti dolceamari ma soleggiati di “Volevo fare la rockstar”, tra la scuola e la normalizzazione dell’omertà.
Una Carmen sorridente si concede una piccola pausa prima del Secondo Atto di questo splendido live.
Il secondo atto, “Gli anni mediamente isterici”, ha un andamento molto più elettrico, un sapore rock che porta sul palco, assieme alla compagna di Tour Marina Rei – in veste anche di batterista – un repertorio più graffiante, grintoso e acido dell’artista. La Rei mostra subito talento ed energia aprendo con una intro di “Seven nation army’‘ che lascia poi spazio alla mitica “Per niente stanca”, prima della roboante “Besame Giuda” che fa letteralmente esplodere la voglia del pubblico di ballare e scatenarsi. Marina Rei e Carmen Consoli ci raccontano la sensuale delusione del romanticismo di “Geisha” e le urla finali di Carmen ci fanno sussultare e godere. Tocca poi ad un brano che fa cambiare i toni “Fino all’ultimo” e questo secondo atto continua dando spazio alla fantastica Marina Rei che regala al pubblico accorso la sua ‘Donna che parla in fretta”, alla cui energia segue un piccolo scambio di battute tra Carmen e Marina sulle similitudini tra romani e siciliani e sul loro incontro. Con strofe uniche come “sai benissimo che una goccia inonda il cielo” si torna alla musica e al romanticismo di “Confusa e felice”. “Dolce amore, non fiatare” è invece la strofa che ci introduce alla rabbiosa “Sentivo l’odore” e il power duo Rei-Consoli continua a far sognare io pubblico con del sano rock. E non manca certamente spazio per la disperazione di un brano come “Contessa Miseria”. Lasciamo la mente ibernata a venti anni e torniamo ai manuali sull’autostima e alle parole(che sono le sole cose che ci restano di certe relazioni) di “Venere”.
Il Terzo atto: L’Amicizia
L’Ultimo atto nella scaletta di “Volevo fare la rockstar” tour è una dichiarazione d’amore ed è dedicato a “L’amicizia”. Arriva subito dopo il super set con Marina Rei e vede sul palco giungere anche Max Gazzè, che dona al pubblico romano uno splendido assolo di basso, finché sul palco non tornano anche Carmen e Marina per suonare – tutti insieme – “Stranizza d’amuri”. E dopo l’emozionante tributo a Franco Battiato, suonato con Rei e Gazzè, continuano brividi e pelle d’oca grazie a “L’ultimo bacio”. Dopo qualche battuta è il momento della bellissima “In bianco e nero”. Per farci commuovere ancora di più arriva “Blunotte” ed è poi il momento della altalenante e tragicomica “Fiori d’arancio”. Dopo un aneddoto legato ai pranzi e alle cene natalizie, la Consoli ci riporta ai ricordi di un altro dei suoi dischi storici con “Orfeo”. E dopo questa splendida esortazione verso il – oggi più che mai necessario – ritorno alla vita, volgiamo sereni verso “Parole di burro”, che ci vien voglia di dedicare a tutti i Narciso delle nostre vite.
Una meravigliosa Taranta ci porta a voler ballare con “A finestra”, cantata in siciliano anche dalla romana Marina Rei.
Scrosciano doverosi applausi, prima e dopo l’encore di questo fantastico concerto. Carmen Consoli suona la sua “Amore di plastica” e mentre cantiamo tutti i coro, non possiamo che dar ragione a questa donna che, da bambina, voleva fare la rockstar. E ci vien voglia di ringraziarla per aver rincorso il proprio sogno.
La gallery fotografica è della nostra Giusy Chiumenti.
Rock’n’roll lover. Afterhours Lover. Good lyrics lover.