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Francesco Di Giacomo e la sua “parte mancante”: album di inediti per l’artista scomparso prematuramente

by InsideMusic
Di Giacomo

Francesco Di Giacomo è stato definito “la grande voce del progressive italiano, il simbolo di un’epoca aurea del rock italiano”. Protagonista indiscusso della carriera del Banco del Mutuo Soccorso fin dal 1971, voce potente e delicata, allo stesso tempo, ci ha lasciati prematuramente in seguito ad un incidente stradale nel 2014. Non tutti sanno, però, che dopo essersi distaccato dal suo gruppo storico, l’artista si è dedicato ad un album di inediti lontano dal quel genere che lo aveva reso famoso, condividendo il percorso e la scrittura dell’album con Paolo Sentinelli. “La parte mancante” è uscito il 21 febbraio in formato vinile, in occasione del quinto anniversario della scomparsa di Francesco di Giacomo in abbinamento alla rivista “PROG”. L’album è composto da dieci brani composti nell’arco di otto anni tra il 2004 e il 2012, anni in cui la sua penna si è fatta ancora più poetica dando nuovo risalto ad un album malinconico ma incisivo. Nel 2013, insieme a Sentinelli, i brani sono stati presentati durante un concerto inedito all’Auditorium Parco della Musica a Roma, l’album sarebbe dovuto uscire di lì a poco ma la prematura scomparsa dell’artista ha posticipato il tutto.  Sentinelli lo ricorda così: “Le nostre riflessioni, i suoi pensieri, Francesco metteva tutto in fila. La sua scrittura era matura, intensa e ricca di idee, la sua creatività sapeva descrivere le emozioni. “ “La parte mancante” è un album fortemente voluto e pubblicato postumo grazie all’intervento della moglie di Di Giacomo, Antonella Caspoli e dello stesso Sentinelli. È un album complesso, profondo, in cui l’artista descrive la sua interpretazione di solitudine interiore: “quella parte mancante che ognuno di noi si porta dentro”.  Già dalla tracklist veniamo catapultati in un mondo altro, una realtà che ci racconta la vita e lo stato delle cose e del mondo che ci circonda:

LATO A

1) In Quest’aria (3’16”)

2) Il Senso Giusto (3’46”)

3) Emulla’ (4’07”)

4) Luoghi Comuni (6’19”)

5) 4 Parti (1’06”)

Lato B

1) Insolito (4’40”)

2) La Parte Mancante (3’29”)

3) Lo Stato Delle Cose (4’00”)

4) Quanto Mi Costa (3’08”)

5) In Favore Di Vento (3’40”)

 “In quest’aria” e “Luoghi comuni” ci introducono in una visione malinconica e cinica del reale, dell’amore e dell’illusione che svanisce. Il primo brano è più melodico mentre il secondo si spinge in un ritmo incalzante dominato dal ritmo e dall’elettronica, con voci distorte che danno il senso della confusione che ci circonda. Nel “Senso Giusto” viene espresso tutto il malessere del vivere, del sentirsi prigionieri di qualcosa che ci va stretto, le parole sono taglienti e crude. “Emullà” è un brano fortemente teatrale in cui un primate parla in prima persona e tramanda, di nuovo, agli uomini, la capacità di sognare, di guardare al di là, verso qualcosa di grande, verso le stelle. “ 4 Parti” è un passaggio di un minuto con un sottofondo di violoncello meraviglioso in cui la voce sussurrata di Ashai Arop Lombardi ripropone stralci di testi precedenti in un crescendo straniante. Il lato B si apre con “insolito” un invito a riassaporare l’amore che “c’è sempre ma non è mai per sempre” con calma, per bene, godendosi ogni istante. Si prosegue con il brano che dà il titolo a tutto l’album: “la parte mancante” caratterizzato dalla bellissima voce di Di Giacomo che, a tratti rotta a tratti potente, ci conduce per mano in una dichiarazione di imperfezione vitale in cui il suono presente del pianoforte sottolinea e rafforza.  “Lo stato delle cose” ci insegna ad apprezzare le piccole cose, a goedere della meraviglia del mondo e della natura.  La musica parte in maniera delicata e poi, con la batteria, ci viene regalato un ritmo presente in una consapevolezza maggiore di ciò che ci circonda. “Quanto mi costa” è ancora una volta recitato e non cantato, è una provocazione, un fortissimo testamento spirituale in cui l’autore si pone delle domande legittime sull’umano e su cosa c’è nell’aldilà. La seconda parte, solamente strumentale, ci porta in alto e ci fa volare. Allo stesso modo “In favore di vento” denuncia una condizione di paura e di ricerca di una divinità che non c’è più, una sorta di “Dio è morto” contemporaneo. Il lirismo vocale è altamente incisivo. Insomma, “La parte mancante” è un viaggio sicuramente complesso ma sospeso tra spiritualità e carnalità tra sonorità alte e ritmi incalzanti, chi ascolta si lascia trasportare in alto dalla voce e dall’estrema e originale interpretazione teatrale dei brani. Un testamento unico, di un uomo, un artista che sa srotolare di fronte ai nostri occhi il sogno, la filosofia, la poesia e il suo pensiero geniale e pungente.

Di Elena Fioretti

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