Un evento nell’evento messo in piedi al BluBar Festival, un tuffo negli anni ’60 e ’70 con due grandi della musica italiana. Nada prima e Gino Paoli poi hanno incantato il pubblico della kermesse musicale con le loro canzoni d’autore.
Nada Malanima, reduce da un’avventura teatrale, si è mostrata in gran forma al BluBar Festival. Una carriera creativa, anomala e ricercata musicalmente, è una cantautrice impegnata ed istintiva. Negli anni ha saputo mescolare e contaminare i vari generi che la stimolavano, dal jazz al rock leggero, passando per il pop più dolce. Riservata e schietta, Nada continua ad essere un’artista curiosa, capace di dare una narrativa alle storie di vita comuni. Una cantante prorompente, vera e sincera che ha fatto della sua voglia di sperimentare la sua vena artistica più audace.
La platea del Festival è stata testimone di un live acustico di alti livelli. Accompagnata da Andrea Mucciarelli alle chitarre, l’artista ha ripercorso la sua lunga carriera, da Il cuore è uno zingaro, canzone con cui ha aperto, a Ti Stringerò, passando per gli immancabili singoli di successo quali Amore Disperato e Ma che freddo fa che hanno fatto cantare generazioni intere. Menzione speciale va alla struggente ballata popolare toscana, Maremma amara, interpretata in maniera teatrale e suggestiva, e La mia anima, eseguita “a cappella” durante il bis finale.
Pochi minuti ed il pubblico ha visto l’entrata in scena del “signore” della musica italiana. Gino Paoli, perennemente in cerca di stimoli e nuove sensazioni da mettere in scena, ha portato sul palco del BluBar la sua esperienza di cantautore romantico e malinconico. Capace di inventarsi e reinventarsi, ha saputo trovare nuovi equilibri alla sua vena artistica, cambiando forme e regole. Cantautore di nascita e jazzista d’adozione, l’artista ha ripercorso la sua strabiliante carriera, fatta di “pezzi sacri” del panorama musicale nostrano. L’interpretazione di alcune delle sue canzoni più celebri, che in qualche modo hanno rappresentato la colonna sonora della sua vita, in quanto frutto di forti emozioni vissute direttamente da Paoli, hanno fatto cantare e sognare l’intera platea.
“Paoli canta Paoli” è questo il titolo dei live che sta portando in tutta Italia e che ha fatto tappa alla quarta serata del BluBar Festival, accompagnato dal Tri(o)Kàla, composto da tre grandi jazzisti di esperienza e di qualità non indifferenti, come Rita Marcotulli al pianoforte, Alfredo Golino alla batteria e Ares Tavolazzi al contrabbasso. Un pubblico ammaliato da La Gatta ed Albergo a ore, sognante attraverso le parole de Il cielo in una stanza e Una lunga storia d’amore, malinconico in Senza Fine e Sapore di sale e incantato dagli omaggia riservati a Bruno Lauzi con Ritornerai, a Luigi Tenco con Vedrai Vedrai e ad Umberto Bindi con Ovunque sei.
Dunque, con Nada e Gino Paoli il pubblico è stato protagonista di un viaggio nel tempo e nello spazio, perché, per citare proprio il cantautore genovese-friulano, “i ricordi prima o poi sbiadiscono e allora l’unica cosa che ci rimane è la musica”.
A cura di Isabella Insolia
Foto di Marzia Santurbano
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